T1 Tutto è perduto , Parte prima Ultime lettere di Jacopo Ortis Dopo l’avviso   di Lorenzo Alderani, l’amico fittizio del protagonista che ne pubblica l’epistolario, il romanzo si apre con la prima lettera di Jacopo (datata 11 ottobre 1797), il quale, rifugiatosi sui colli Euganei per sottrarsi alle persecuzioni contro i patrioti veneziani, prevede la perdita della libertà di Venezia, sacrificata sull’altare delle convenienze politiche, come puntualmente avverrà pochi giorni dopo, in seguito al trattato di Campoformio. Al lettore La tragica   della  sorte patria Al lettore Pubblicando queste lettere, io tento di erigere un monumento alla virtù sconosciuta; 1 e di consecrare alla memoria del solo amico mio quelle lagrime, che ora mi si vieta di spargere su la sua sepoltura. E tu, o Lettore, se uno non sei di coloro che esigono dagli altri quell’eroismo di cui non sono eglino stessi capaci, darai, 2 spero, la tua compassione al giovine infelice dal quale potrai forse trarre esempio 5        e conforto. Lorenzo Alderani citazione esplicita da Alfieri, autore dell’opera (1786). Come Alfieri aveva voluto svelare ai lettori la nobiltà d’animo dell’amico erudito Francesco Gori Gandellini, così il personaggio fittizio, Lorenzo Alderani, raccoglie le lettere dell’amico Jacopo Ortis per ricordarne al mondo l’eroismo disperato e tragico. alla virtù sconosciuta: 1 La virtù sconosciuta essi. eglino: 2 Da’ colli Euganei, 11 Ottobre 1797 Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne 3 verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia. 4 Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so: ma vuoi tu ch’io per salvarmi 5 da chi m’opprime mi commetta a chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto 6 dalle sue lagrime le ho obbedito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni, 5       e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica, 7 dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora sperare 8 qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo; quanti sono dunque 9 gli sventurati? E noi, purtroppo, noi stessi italiani ci laviamo le mani nel sangue degl’italiani. Per me segua che può. Poiché ho disperato e della mia patria e di 10     10 11 me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà fra le braccia straniere; il mio nome sarà sommessamente compianto da’ pochi uomini, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su la terra 1 2 de’ miei padri.  la patria in questione è la Repubblica veneta, per la quale Jacopo ha combattuto. Con il trattato di Campoformio, Napoleone la cedeva all’Austria in cambio della Lombardia (17 ottobre 1797). 3  patria nostra:  se la vita ci verrà risparmiata. 4  la vita… concessa:  elenco dei patrioti condannati all’esilio. 5  lista di proscrizione:  mi consegni (ai francesi). 6  mi commetta:  il luogo ritirato e sicuro in cui si trova Jacopo, i colli Euganei, vicini a Padova, che fanno parte in quel momento del territorio veneto ceduto all’Austria e sono dunque diventati pericolosi. 7  questa mia solitudine antica:  dai colli Euganei Jacopo è vicino a Venezia; allontanandosi, la città sarebbe “perduta al suo sguardo”. 8  senza perdere… paese: inorridire. 9  raccapricciare:    allusione alla guerra civile che mette gli italiani gli uni contro gli altri. 10 noi stessi… degl’italiani: a me succeda quel che deve succedere. 11  Per me segua che può:    le mie spoglie mortali troveranno infine pace e quiete. La sepoltura in patria, che conforta colui che sta per morire con l’idea che i suoi resti saranno visitati dai propri cari, verrà ripresa successivamente dall’autore nei sonetti e e nel carme . 12  le mie ossa poseranno: A Zacinto In morte del fratello Giovanni Dei Sepolcri  >> pagina 539  Dentro il TESTO I contenuti tematici La prefazione di Lorenzo Alderani riassume il destino del protagonista anticipandone la tragica fine. La situazione rimanda in modo significativo al : anche qui, come nel dialogo alfieriano , la storia di un eroe sconosciuto diventa monito ed esempio per un popolo intero e una generazione sconfitta. Si parla di (r. 1), quindi della costruzione di un edificio letterario alla memoria, simbolico ed emblematico, ma anche di (r. 6), perché la triste storia di un giovane coraggioso e fiero può confortare, appunto, altri animi che aspirano alla libertà e alla lotta contro i soprusi. modello di Alfieri La virtù sconosciuta monumento conforto L’avviso al lettore Il romanzo si apre con un : il congedo di Lorenzo dall’amico Jacopo e quello di Jacopo stesso dalle sue speranze. Con il trattato di Campoformio (che verrà ratificato sei giorni dopo la scrittura della lettera) Napoleone Bonaparte consegnava infatti all’Austria la Repubblica veneta, in cambio della Lombardia. Il protagonista della narrazione cede all’idea della morte. La sua prima lettera è firmata a ottobre, a differenza del maggio primaverile in cui si apre il romanzo : mentre l’eroe goethiano si avvicinava gradualmente alla soluzione estrema, Ortis ha già deciso, piegato dal destino avverso. Tutte le vicende che seguiranno, fino al suicidio, non faranno che ritardare una scelta già compiuta nel momento stesso in cui egli capisce che la sua lotta è stata vana. doppio addio I dolori del giovane Werther La fine delle speranze Le scelte stilistiche La dell’opera si nota già nelle diverse intonazioni dell’avviso di Lorenzo Alderani e della prima lettera di Jacopo. L’appello iniziale ha le caratteristiche di un’epigrafe antica, il suo stile è misurato, grave, anche enfatico ma composto. varietà di registri stilistici Al lettore La voce di Ortis risuona, invece, immediatamente riconoscibile, nel succedersi oratorio e febbrile dei brevi periodi: la scrittura è nervosa, la punteggiatura fitta, abbondano gli aggettivi possessivi e l’uso dei pronomi personali per rimarcare il coinvolgimento emotivo ( / , / ; , , , ), il ritmo è incalzante, spezzato e concitato ( […] , rr. 1-2); le idee si aggiungono l’una all’altra con sentenziosità, creando nel discorso un effetto di ridondanza, riprese e brusche interruzioni. nostra e mio a ci mi io tu Il sacrificio è consumato; tutto è perduto; non ci resterà che Le voci di Lorenzo e di Jacopo Verso le COMPETENZE Comprendere Per quale ragione Lorenzo Alderani ha deciso di pubblicare le lettere dell’amico? 1 Riassumi il contenuto della prima lettera di Jacopo in circa 5 righe. 2 Analizzare Individua le allocuzioni dirette di Jacopo all’interlocutore. 3 Quali effetti ottengono i periodi brevi e asciutti scritti da Jacopo? 4 Il lessico è connotato in senso negativo. Individua i campi semantici prevalenti e indica, per ciascuno di essi, alcuni termini significativi. 5 Interpretare Quale significato può avere il continuo passaggio dalla prima persona singolare alla prima plurale? 6 Nello stile della prima lettera si manifestano già alcuni tratti dell’indole e della psicologia di Jacopo. Indica quali, facendo opportuni riferimenti al testo. 7 Produrre  Adottando uno stile il più possibile vicino a quello foscoliano, scrivi una lettera di circa 20 righe a un amico su una questione di ordine civile, politico o di attualità che ti sta particolarmente a cuore. 8 Scrivere per raccontare. Dibattito in classe  La politica costituisce per Jacopo non una semplice passione, ma una vera e propria ragione di vita. Perché oggi, invece, sembra che i giovani siano indifferenti, o quasi, agli eventi e al dibattito della politica? Discutine con i compagni. 9