Il Naturalismo e il Verismo in sintesi Il romanzo, secondo Zola, deve essere uno strumento di indagine antropologica che permetta di cogliere le relazioni che legano fra loro gli eventi sociali e le azioni individuali. In questo senso il romanzo ha anche una funzione etica e politica, di fredda denuncia degli squilibri e delle ingiustizie presenti nella realt che l autore rappresenta. di relazione che legano gli eventi e cogliere, sulla base di un rigoroso determinismo, i condizionamenti genetici e ambientali che incidono sull agire umano. Il compito sociale dello scrittore Grazie a questo studio continuo, l opera del romanziere non circoscritta alla semplice rappresentazione mimetica n tanto meno a uno scopo di pura informazione o intrattenimento. L attenzione per la realt contemporanea, che Zola intende fotografare, infatti finalizzata a correggerne le deviazioni, le storture e le ingiustizie in un epoca di grandi trasformazioni, segnata dall affermarsi definitivo della borghesia e dall avvento del proletariato. «L uomo non solo», scrive, «egli vive in una societ , in un ambiente sociale»: spetta dunque al letterato naturalista il compito di allargare la problematica individuale a questione sociale, e in questa aspirazione si coglie la valenza etica e politica della sua scrittura. Se vero che il nuovo romanzo deve essere un documento umano raccolto in forma distaccata e impersonale, altrettanto vero che esso deve svolgere una funzione di profonda sensibilizzazione dell opinione pubblica: denunciare la corruzione e gli squilibri del sistema economico industriale serve a obbligare la classe dirigente ad assumersi le proprie responsabilit nei confronti del paese e, al tempo stesso, ad attribuire allo scrittore un impegno politico decisivo per il miglioramento della societ . Il Verismo Il modello naturalista nel contesto italiano In Italia la poetica del Naturalismo trova un fertile terreno, anche grazie alla diffusione delle teorie positivistiche a opera del filosofo Roberto Ardig e dello storico Pasquale Villari. Il critico letterario Francesco De Sanctis sostiene l idea di Zola di una letteratura che sappia riprodurre la realt oggettiva, legando l invenzione artistica alle concrete condizioni sociali ed economiche di un paese come l Italia, alle prese con i problemi della recente unificazione nazionale. Lo svuotamento del Romanticismo In Italia, le tesi francesi arrivano alla fine degli anni Settanta dell Ottocento, quando i princ pi enunciati da Zola sul romanzo sperimentale incontrano il crescente fastidio per le forme pi banali e abusate del roman zo storico e sentimentale, ancora in auge nell ultima fase del Romanticismo. I princ pi del Naturalismo sembrano adattarsi all esigenza di cercare nuove e pi moderne forme di letteratura nazionale, fondate sul vero e sullo studio della vita contemporanea. In questo senso si rivelano decisivi gli scritti del critico letterario Francesco De Sanctis (18171883), il quale, studiando il metodo di Zola in due saggi (Studio sopra Emilio Zola, 1878, e Zola e l Assommoir, 1879), evidenzia la necessit di trascrivere fedelmente la realt oggettiva, legando l invenzione artistica all esperienza e la letteratura alla societ e al presente. La diffusione delle teorie positivistiche Vanno inoltre considerati altri due fattori che creano le condizioni favorevoli per il trapianto della letteratura naturalista in Italia. Il primo consiste nella diffusione delle teorie positivistiche, grazie alle opere del filosofo Roberto Ardig (1828-1920) e dello storico Pasquale Villari (1826-1917): quest ultimo in particolare, nel saggio La filosofia positiva e il metodo storico (1866), auspica, all indomani dell esperienza risorgimentale, che il metodo positivistico venga applicato a tutti i campi del sapere, comprese l arte e la letteratura, richiamate alla necessit della concretezza e all esame materiale delle condizioni sociali ed economiche del paese. La consapevolezza dei problemi postunitari L altro fattore sta proprio nella presa di coscienza dei problemi che attanagliano l Italia all indomani dell Unit . In particolare, lo squilibrio tra Nord e Sud viene percepito nei settori pi illuminati della cultura e della politica italiana in tutta la sua gravit . Le inchieste sulle condizioni di vita in Sicilia e nel Mezzogiorno in genere (la pi importante quella svolta nel 1876 da Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino p. 176) sensibilizzano l opinione pubblica sull esistenza 111