Il Decadentismo in sintesi Le de nizioni di Decadentismo \ L origine francese del movimento Nel secondo Ottocento in Francia nasce il Decadentismo. Con questo termine, dispregiativo si indica il movimento letterario dei poeti maledetti , artisti che vivono un esistenza turbolenta, fatta di vizi ed eccessi, e che si oppongono alle convenzioni borghesi. Baudelaire inaugura la poetica decadente. Nei suoi testi affiora un contrasto insanabile tra bene e male, tra appagamento e insoddisfazione, una lacerazione che mette in crisi l artista e il suo ruolo. Naturalismo e Verismo considerano l oggettivit e la razionalit positivista come canoni fondamentali della loro poetica. Al contrario, nel Decandentismo prevale l irrazionale. I Decadenti non si sostituiscono per ai Naturalisti (in Francia) o ai Veristi (in Italia): le due esperienze infatti convivono. La connotazione negativa del termine Il termine Decadentismo viene coniato inizialmente per indicare, con un implicito giudizio negativo, una produzione letteraria ritenuta deteriore rispetto a quella della grande tradizione romantica. Il vocabolo nasce in Francia per indicare la poetica di un gruppo di artisti dalla vita sregolata e dissipata, detti poeti maledetti , i quali ostentano un forte anticonformismo che li contrappone al moralismo borghese. Il precursore di tale atteggiamento, ma anche colui che lo ha pi compiutamente trasposto nella sua opera, Charles Baudelaire: con il suo capolavoro I fiori del male, infatti, l individualismo romantico si confronta con il contrasto lacerante tra bene e male, tra estasi e disgusto della vita, tra attrazione per la folla e senso di solitudine, tra appagamento e frustrazione. Tale dualismo porta il poeta a rifiutare ogni rapporto con la societ , a sfidarne il perbenismo, a vivere fino in fondo la crisi del ruolo sociale dell artista, sprofondando nella mancanza di ideali. Poco dopo Baudelaire, poeti come Paul Verlaine e Arthur Rimbaud accettano di sottolineare la propria diversit , anzi rivendicano il disordine della loro vita trasgressiva; nel 1886 esce addirittura una rivista dal nome Le D cadent , che afferma la mescolanza di arte e vita, di peccato e poesia, in un esasperata polemica con un mondo percepito come avviato a un inesorabile tramonto. La contemporaneit con Naturalismo e Verismo Il Decadentismo si caratterizza per una forte componente di irrazionalismo. Questa sensibilit radicata nell irrazionale viene per sviluppata dai Decadenti anche e soprattutto in contrapposizione all oggettivit e all impersonalit ricercate dal Positivismo e dal Naturalismo che connotano profondamente la societ , la cultura e il senso comune imperanti. Dalla seconda met dell Ottocento vi la convivenza tra Decadenti e Naturalisti: mentre escono i testi di Verlaine, Rimbaud e St phane Mallarm , che rappresentano la realt in modo angosciato e visionario, vengono pubblicati anche i romanzi di autori quali Zola e Maupassant, che descrivono la societ del proprio tempo con minuzia documentaria e leggendola attraverso l esperienza, la scienza e la ragione. Non diversamente accade in Italia: nel 1881 escono Malombra di Antonio Fogazzaro (uno dei tre autori di maggiore spicco del nostro Decadentismo, insieme a Giovanni Pascoli e a Gabriele d Annunzio), ma anche I Malavoglia di Verga, capolavoro del Verismo, mentre nel 1889 vengono pubblicati sia Il piacere di d Annunzio sia Mastro-don Gesualdo dello stesso Verga. \ Il Decadentismo italiano La condanna di Croce Il termine Decadentismo viene sostituito ben presto in Francia da altri quali Simbolismo ed Estetismo, che invece in Italia costituiscono due percorsi del Decadentismo stesso, termine che trova in Italia una fortuna maggiore. La ragiola parola Il termine Decadentismo ha fortuna in Italia grazie a Benedetto Croce, che lo utilizza con connotazione negativa per de nire Fogazzaro, Pascoli e d Annunzio. Sono autori diversi nelle scelte letterarie, ma ai suoi occhi accomunati da un atteggiamento privo di valori morali, e contrario agli ideali postunitari. Poeti maledetti La denominazione viene coniata da Paul Verlaine e usata come titolo della sua opera critica, I poeti maledetti (Les po tes maudits, 1884). L immagine per viene ricavata da una poesia di Baudelaire (Benedizione, contenuta nella raccolta I fiori del male), nella quale una madre maledice la sorte del figlio poeta, disadattato ed emarginato dalla societ . Per poeti maledetti Verlaine intende i veri creatori, gli artisti assoluti, condannati a essere incompresi dal proprio tempo e a scontare in vita il proprio conflittuale antagonismo rispetto ai valori e ai miti professati dalla societ borghese. 261