Charles Baudelaire I fiori del male in sintesi I fiori del male sono stati pubblicati in tre diverse edizioni: la prima, del 1857, raccoglie 100 poesie, ma Baudelaire costretto a eliminarne sei, considerate immorali. Una nuova edizione pubblicata nel 1861, mentre la definitiva postuma (1868). Il titolo un ossimoro: accosta infatti i fiori , simbolo di bellezza e purezza, al male , ci che vizio e peccato. La vicenda editoriale e il titolo La prima edizione dell opera vede la luce nel 1857, quando l autore riunisce tutta la sua produzione poetica dal 1840 in poi: il libro, che contiene 100 testi, dedicato a Th ophile Gautier, caposcuola del movimento parnassiano. In un primo momento, il titolo assegnato Limbi; poi l autore propende per un altra soluzione, che accosta con un geniale ossimoro i fiori , che simboleggiano la purezza e la bellezza, e il male , ovvero la corruzione e il peccato, avvicinando in tal modo le due polarit verso cui attratta, confusamente, la sua vita interiore. Dopo il processo, che costringe Baudelaire a eliminare 6 poesie considerate oltraggiose della morale, nel 1861 esce una seconda edizione, comprendente 126 liriche. La cosiddetta edizione definitiva viene invece pubblicata postuma, nel 1868, e riunisce 151 testi, alcuni dei quali inediti o pubblicati in una breve raccolta stampata quasi clandestinamente in Belgio nel 1866 con il titolo Relitti. I temi e i motivi Nei Fiori del male ritroviamo praticamente tutti i temi e i motivi che abbiamo evidenziato a proposito del Decadentismo. Anzi, la raccolta costituisce, di fatto, la prima e pi importante formulazione della poetica decadente, di cui Baudelaire rappresenta insieme l origine e il vertice. Molti caratteri della sua poesia saranno ripresi da poeti quali Verlaine, Rimbaud, Mallarm , che lo considereranno il loro padre nobile ; le tematiche che egli affronta sono quelle di un epoca che, sotto la spinta della modernit , si confronta con il venir meno dei grandi ideali romantici e con il senso di angoscia, con la percezione della mancanza di vie d uscita, con il disgusto e con lo sfiorire della bellezza minacciata dalla noia e dalla dissoluzione. Tuttavia ciascuno di questi temi viene declinato da Baudelaire in modo personale, in una oscillazione continua tra il bene e il male, tra l ideale e il reale, tra lo spirito e la materia. Nella sua poesia Baudelaire accosta due sentimenti opposti: lo slancio verso il divino e l attrazione per il peccato. Il poeta vede l esistenza come un allontanamento forzato dalla condizione paradisiaca iniziale: in questo esilio l uomo pu soltanto scegliere se tentare di risalire verso l alto o sprofondare nel mondo basso e materiale. Lo spleen una condizione perenne di disagio e inadeguatezza. un malessere che priva l individuo di qualsiasi slancio e iniziativa. Tormentato da questa angoscia, il poeta rifiuta l ambiente in cui vive. Nei suoi testi, per creare scandalo e scalpore, indugia sugli aspetti pi macabri, orridi e raccapriccianti. Tra Dio e Satana Nella serie di frammenti Il mio cuore messo a nudo (1861-1865), Baudelaire scrive: «In ogni uomo, in ogni momento, ci sono due richiami simultanei: l uno verso Dio, l altro verso Satana. Il richiamo a Dio, o spiritualit , un desiderio di salire di grado; quello a Satana, o animalit , una gioia di discendere». Si tratta, nella sua poesia, di un dualismo irriducibile tra uno slancio naturale verso l infinito e la beatitudine celeste e un irresistibile attrazione per la trasgressione e la ribellione nei confronti dei dettami cristiani. D altronde Baudelaire concepisce l esistenza come caduta, come perdita di una condizione paradisiaca di partenza, come esilio nel mondo artificiale della materia, anche quella pi oscura e ripugnante. In tale condizione sta all uomo scegliere se cercare di risalire faticosamente oppure, al contrario, abbandonarsi del tutto alla pi bassa materialit . La condizione dello spleen Possiamo affermare che Baudelaire nella sua poesia sembra aver scelto soprattutto la seconda via. La noia, o spleen (per utilizzare il termine inglese da lui preferito), rappresenta una condizione di disagio permanente, un incapacit di adeguarsi al mondo reale, un angoscia che porta all inattivit e all assenza di scopi, alla mancanza di qualsiasi volont di recuperare un rapporto attivo con la societ . L estetica del brutto Da tale malessere esistenziale e dalla mancata accettazione dell ambiente che lo circonda scaturisce il compiacimento con cui il poeta si prefigge di scandalizzare il lettore borghese attraverso l insistenza sugli aspetti pi degradati, sporchi e persino disgustosi della realt . Si spiega cos il gusto per il macabro e per l orrorifico, per tutto ci che 305