T7 Sorella Questa poesia è dedicata alla sorella Maria, che Pascoli chiamava affettuosamente Mariù. L’atmosfera familiare descritta corrisponde, ancora una volta, a quella del «nido». Quartine di decasillabi e novenari alternati, a rima alternata (ABAB CDCD ecc.). Metro Il profondo   familiare affetto a Maria Io non so se più madre gli sia la mesta sorella o più figlia: ella dolce ella grave ella pia, corregge conforta consiglia.   A lui preme i capelli, l’abbraccia 5     pensoso, gli dice, Che hai? a lui cela sul petto la faccia confusa, gli dice, Non sai? Ella serba nel pallido viso, negli occhi che sfuggono intorno, 10     ah! per quando egli parte il sorriso, le lagrime per il ritorno. Per l’assente la madia che odora serbò la vivanda più buona; e lo accoglie lo sguardo che ignora, 15     col bacio che sa, ma perdona. Ella cuce; nell’ombra romita non s’ode che l’ago e l’anello: ecco, l’ago fra le agili dita ripete, Stia caldo, sia bello! 20     Ella prega: un lungo alito d’avemarie con un murmure lene… ella prega; ed un’eco soave ripete, Sia buono, stia bene! al poeta, a Giovanni. gli: 1 pensosa. grave: 3 accarezza. preme: 5 non sei consapevole del mio affetto per te? La sorella intende così consolare e rassicurare il poeta, togliergli ogni preoccupazione. Ma l’espressione è ambigua e potrebbe anche essere interpretata diversamente: il potrebbe alludere a una confessione, tanto più che qui (vv. 7-8) – secondo una lettura non improbabile – Maria nasconde la propria faccia sul petto di Giovanni in un atteggiamento filiale, diverso da quello materno assunto nei versi precedenti. Non sai?: 8 Non sai? per non rivelare la tristezza. sfuggono intorno: 10 per non rattristare il fratello che parte e per nascondere il dolore della separazione. il sorriso: 11 di felicità. le lagrime: 12 si intende il poeta quando è lontano. la madia: mobile da cucina in cui si conservano il pane e altre vivande, «simbolo della cucina patriarcale contadina» (Nava). l’assente: 13 dimentica (le assenze del fratello). ignora: 15 perché chi ama davvero comprende e perdona tutto. col bacio… perdona: 16 solitaria. romita: 17 il ditale (toscanismo). l’anello: 18 evidentemente la sorella cuce degli indumenti per il poeta. Stia caldo, sia bello: 20 il mormorio sommesso tipico di chi prega a bassa voce, quasi tra sé e sé; sia il sostantivo sia l’aggettivo sono latinismi. murmure lene: 22 l’eco interpreta il significato, l’intenzione delle preghiere di Maria. un’eco soave: 23 Giovanni Pascoli con la sorella Maria e il cagnolino Gulì, Castelvecchio Pascoli, 1900 ca.  >> pagina 365  Dentro il TESTO I contenuti tematici La lirica è scritta nell’ottobre-novembre 1895, nel periodo cioè in cui si sposa l’altra sorella, Ida: un matrimonio che viene percepito dal poeta come un “tradimento” del «nido» familiare. Per questo essa costituisce un documento eloquente dello stato di incertezza psicologica di Pascoli, che esaspera ulteriormente il carattere maniacale del proprio vincolo familiare, caricando la sorella “superstite” Maria di valori affettivi e di compiti protettivi. Più che una sorella Il poeta fa della sorella una figura circondata di un alone quasi sacrale, in qualche modo assimilandola alla Vergine Maria: non è casuale la struttura ternaria del v. 3, , nel quale vengono ripresi due aggettivi, e , attribuiti alla Madonna in una delle più note preghiere mariane, il ; la stessa struttura è ribadita dai tre verbi del v. 4, , che configurano azioni tipiche, all’interno della tradizione cattolica, dell’intervento mariano nella vita del fedele. Come la madre di Gesù, la sorella del poeta ha preservato la propria verginità, ponendosi inoltre al servizio della famiglia d’origine, di cui rappresenta una sorta di vestale. ella dolce ella grave ella pia dolce pia Salve Regina corregge conforta consiglia Quasi una figura sacra Le scelte stilistiche Di Maria l’autore offre un . Sono le azioni a caratterizzare la sua figura e a far trapelare, agli occhi del lettore, i sentimenti che la animano: essa si esprime in gesti d’affetto (vv. 5-8), interessandosi alla pensosità di Giovanni in maniera materna ( / , vv. 5-6) e offrendogli sostegno e conforto (dunque non è solo o , come si dice al v. 2, ma qui – soprattutto – , v. 1); cerca di non far pesare al fratello la propria tristezza quando egli si allontana da casa (vv. 9-12); non lo rimprovera per l’assenza e perdona maternamente i suoi difetti (vv. 13-16). Infine Maria compie due azioni tipiche del mondo femminile nella società contadina: cuce (vv. 17-20) e recita il rosario (vv. 21-24). Ma entrambe queste attività sono finalizzate allo stesso scopo: il benessere e la serenità del fratello Giovanni nell’atmosfera ovattata del «nido». ritratto in movimento l’abbraccia pensoso sorella figlia madre Il dinamismo descrittivo Verso le COMPETENZE Comprendere Quali azioni compie Maria? 1 Che tipo di sentimenti mostra Maria nei confronti del fratello? 2 Quali sentimenti traspaiono da parte del poeta nei confronti di Maria? 3 Analizzare Rintraccia alcuni esempi di fonosimbolismo. 4 Quali due versi sono legati da un chiasmo? Con quale scopo espressivo? 5 Individua altre figure retoriche, oltre al chiasmo, presenti nel componimento. 6 Interpretare Al v. 2 il poeta definisce Maria . Da che cosa potrebbe derivare tale mestizia? 7 la mesta sorella Produrre 8  Scrivere per esporre.  Spesso i poeti dedicano testi a membri della famiglia. Individua una poesia (o una canzone) che ami in modo particolare su tale argomento: quali analogie e differenze noti con  Sorella  di Pascoli? Scrivi un testo espositivo di circa 20 righe.  In una famosa dichiarazione lo scrittore francese André Gide (1869-1951) dice: «Famiglie, vi odio». In questo modo egli evidenzia l’impossibilità di scrivere in maniera efficace sulla famiglia, in quanto i risultati sarebbero troppo scontati, banali, viziati da un eccesso di vicinanza, in una parola retorici. Si può scrivere di argomenti che ci coinvolgono personalmente mantenendo allo stesso tempo una certa distanza, emotiva e psicologica? Che cosa pensi al riguardo? Spiegalo in un testo argomentativo di circa 20 righe. 9  Scrivere per argomentare.