Lo stile in sintesi Coerentemente con le funzioni evocative che d’Annunzio assegna alla propria parola poetica, egli collauda in tutte le soluzioni stilistiche immaginabili, come se volesse esaurire lo spettro delle possibilità espressive. Un primo ambito in cui si esercita pienamente la sua sperimentazione è quello metrico, dove possiamo registrare una . Abbandonando le strutture tipiche della poesia tradizionale, d’Annunzio «rompe gli schemi strofici, li dilata e li restringe, riducendo a volte il verso a una parola singola» (Beccaria). La sperimentazione metrica Alcyone straordinaria varietà di soluzioni Anche se in alcune liriche (per esempio nella , T7, p. 437) è ancora presente un sistema di strofe e non mancano sonetti, madrigali, forme metriche di ascendenza classica, l’autore predilige l’uso della , lunga, talvolta lunghissima, composta di , di misura sillabica diseguale, variamente alternati e legati tra loro in modo del tutto irregolare da rime, ma più spesso da assonanze e consonanze. Sera fiesolana ▶ strofa libera versi liberi Con d’Annunzio raggiunge il punto più alto della sua ricerca letteraria e del suo lavoro poetico, mostrando una totale nella scelta delle soluzioni stilistiche, con un che tende al sublime. Per quanto riguarda la metrica, rompe gli schemi della poesia tradizionale prediligendo la strofa libera e i versi liberi, di cui ricerca la attraverso assonanze e consonanze, giochi di rime, allitterazioni e anafore, con effetti fonosimbolici. Sul piano lessicale, il suo gusto del raro e del prezioso si rivela nella scelta di arcaismi, tecnicismi e colte citazioni dalla poesia italiana delle origini. Alcyone libertà virtuosismo musicalità Altrettanto ricco è il repertorio lessicale: l’autore presenta frequenti arcaismi, in più di un caso recuperati dai dizionari (come alcuni nomi di piante: , , ecc.) e ama il : abbiamo così citazioni attinte da semisconosciuti poeti dei primi secoli della letteratura italiana, forme ortografiche anacronistiche, tecnicismi e altro ancora. Un’enciclopedia della parola poetica crambe pancrazio terebinto gusto del raro e del desueto L’intenzione di d’Annunzio di suggerire sensazioni e dissolvere la parola in una pura è resa magistralmente grazie agli , prodotti da giochi di rime, allitterazioni e anafore. Il risultato è una sequela di immagini che compariranno anche nei versi di buona parte dei poeti italiani del Novecento, destinati – come riconoscerà Eugenio Montale – ad la poesia dannunziana e ad accoglierne evidenti influenze ( p. 456). evocazione musicale effetti fonosimbolici attraversare ▶ I testi Temi e motivi dei componimenti antologizzati T7 La sera fiesolana l’umanizzazione della natura e del paesaggio • il richiamo al • Cantico delle creature la ricerca della musicalità • T8 La pioggia nel pineto la metamorfosi del corpo in elemento naturale • la fusione con i suoni, i colori e la sostanza della natura • il potenziamento di sé come capacità di comprendere oltre i propri sensi • T9 Stabat nuda Aestas la personificazione dell’estate • le immagini che coinvolgono le sfere sensoriali • T10 Nella belletta la morte delle cose che appassiscono e marciscono nel calore • Testi plus: Implorazione – Le lampade marine Testi plus: I pastori Analisi del testo interattiva: Furit aestus Analisi del testo interattiva: La sabbia del tempo