Il primo Novecento in sintesi L italiano continua lentamente a diffondersi presso strati sempre pi ampi della popolazione grazie allo sviluppo delle ferrovie, all esercito nazionale con la leva obbligatoria, alle strutture burocratiche, all obbligo scolastico, alla crescita industriale e delle citt , alla mobilitazione politica delle masse, all emigrazione interna. Tutto ci favorisce l integrazione tra persone di diversa provenienza, e i dialetti si avvicinano alla lingua nazionale. Tuttavia, l integrazione coinvolge soprattutto le classi medio-alte, alle quali si rivolge l editoria (che si dedica a un nuovo pubblico, composto anche da studenti e da donne). Nonostante la crescita della scolarizzazione, nel 1911 il 40% degli italiani analfabeta. La popolazione non percepisce ancora la scuola come una necessit e una risorsa fondamentale. Oltre l 80% degli italiani continua a esprimersi in dialetto, come testimoniano le lettere dei soldati ai loro parenti, che documentano progressi nell alfabetizzazione ma non una diffusa conoscenza della lingua nazionale. 494 La lingua Italiano lingua della borghesia Come abbiamo visto a proposito del secondo Ottocento, i decenni successivi all unificazione politica mettono in moto il processo di unificazione linguistica. Alcuni fattori determinano condizioni favorevoli per la diffusione dell italiano presso strati pi ampi della popolazione e in contesti locali o culturali rimasti per secoli dominio esclusivo dei dialetti. Lo sviluppo della rete ferroviaria, la costituzione dell esercito con la leva obbligatoria e di una burocrazia nazionale, l introduzione dell obbligo scolastico, la crescita dell industria e delle realt urbane, le prime forme di mobilitazione politica delle masse consentono una maggiore integrazione tra persone di diversa provenienza: la conseguenza che i dialetti escono dal loro isolamento per entrare in contatto con le parlate pi cittadine, finendo cos per modificarsi e acquistare una coloritura pi vicina all italiano. Fondamentale si rivela, in questo senso, il pur doloroso fenomeno dell emigrazione interna che, a partire dalla fine dell Ottocento, interessa la penisola battendo due strade diverse: quella che dalla campagna conduce alla citt e quella che porta dal Mezzogiorno al Nord. Gli effetti linguistici del processo migratorio sono vasti e duraturi. In un altra realt rispetto a quella da cui provengono, gli emigranti sono costretti a misurarsi con la necessit di capire e farsi capire dagli autoctoni: come scrive lo studioso Pietro Trifone, «ciascuno deve faticosamente rinunciare alle peculiarit pi marcate del proprio dialetto e tesaurizzare ai fini relazionali gli elementi comuni con i dialetti degli altri». dunque possibile affermare che nei primi anni del Novecento in Italia vivano uomini e donne italofoni , parlanti cio la lingua italiana? Naturalmente, no: l aspirazione di Manzoni di assistere in breve tempo a una compiuta omogeneizzazione linguistica infatti, all alba del nuovo secolo, tutt altro che realizzata. D altra parte, il desiderio di integrarsi all interno di un orizzonte nazionale coinvolge prima di tutto le classi medio-alte: a esse, per esempio, si rivolge la variegata schiera di letterati impiegati nel sistema dell editoria e pronti ad assecondare le aspettative di un pubblico nuovo, fatto di studenti (si pensi ai romanzi per i ragazzi oppure a giornali come Il Corriere dei Piccoli ) e di donne, oltre che di borghesi di buona cultura (tra la fine dell Ottocento e l inizio del Novecento si registra una straordinaria fioritura di quotidiani e periodici di varia natura). Analfabetismo e scolarizzazione Grazie all impegno dello Stato, il livello di scolarizzazione del paese aumenta sensibilmente, ma ancora nel 1911 la percentuale degli analfabeti tocca il 40%, mentre in Germania non supera l 1% e in Francia oscilla intorno al 10-15%. Nonostante gli sforzi per allargarne la base, infatti, la scuola rimane un istituzione non per tutti e l istruzione continua a essere percepita alla stregua di «un bisogno voluttuario», come testimonia un inchiesta ministeriale promossa nel 1910. La maggior parte della popolazione frequenta al massimo i primi due o tre anni delle elementari, utili a favorire l accostamento alla lettura e ai rudimenti della scrittura, ma a niente di pi . Ci spiega perch pi dell 80% degli italiani continua a esprimersi in dialetto, come ben documentano le lettere inviate dai soldati di ogni parte d Italia ai propri parenti, che attestano un passo avanti compiuto nell alfabetizzazione ma non una marcata familiarit con la lingua nazionale.