Il primo Novecento Una scena del film Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlini, 1976. in sintesi In Tommaso Landolfi prevale un impostazione di impronta fantastica e immaginaria. Attraverso la costruzione di un mondo fantasioso e surreale, l autore condanna la realt borghese contemporanea. la Fortezza Bastiani, un avamposto al limite di un deserto, presunto punto strategico per l attacco del nemico. Nella roccaforte, immersa nel silenzio e nella solitudine, il tempo trascorre sempre uguale a s stesso e la vita passa monotona nell attesa snervante e mai realizzata di un aggressione esterna. Drogo aspetta inutilmente per mesi, per anni, per decenni, insieme agli altri militari che vivono nella fortezza. Quando infine l evento tanto atteso sta per arrivare, Drogo, ormai vecchio e malato, costretto ad allontanarsi per affrontare l unica vera battaglia che gli concessa: l incontro con la morte. Tommaso Landolfi Alla figura di Buzzati pu essere accostata, per certi versi, quella di Tommaso Landolfi (1908-1979), per il quale l opzione fantastica corrisponde allo strumento ottimale per condurre una riflessione critica sulla realt e per ironizzare sul mondo borghese o demistificarlo, evocando al suo posto un universo immaginario, allucinato, surreale, in cui si avverte l aspirazione a una moralit libera dai condizionamenti storici e sociali. Tra le sue opere ricordiamo la raccolta di racconti Il mar delle blatte e altre storie e il romanzo La pietra lunare, entrambi del 1939. Verso il Neorealismo Parallelamente al gusto per l evasione in mondi fantastici si fa sempre pi evidente, soprattutto a partire dagli anni Trenta, l esigenza di confrontarsi con la realt sociale del paese, al di l di ogni intento celebrativo delle politiche di regime e spesso, anzi, in pi o meno esplicita contrapposizione a esse. l annuncio di quella fame di realt che, dalla met degli anni Quaranta, dar origine alla corrente neorealista, la quale si riallaccer alla grande tradizione del Verismo ottocentesco. Nel 1926 viene fondata la rivista Solaria . Il suo obiettivo quello di promuovere una narrativa impegnata e strutturata, che presti attenzione all uomo e alla realt sociale. A essa si deve anche la diffusione di autori come Proust e Svevo. 714 Il ruolo di Solaria Un notevole impulso in questa direzione viene dato dalla rivista fiorentina Solaria (1926-1936), che aiuta gli scrittori italiani ad abbandonare la prosa d arte classicista di derivazione rondesca e gli esercizi di stile fine a s stessi. Solaria propone infatti un ritorno a narrazioni pi robuste, sia sotto il profilo della struttura romanzesca, sia per quanto attiene alla presenza di contenuti «drammatici e umani» (per riprendere due aggettivi programmatici utilizzati dagli animatori della rivista: Alberto Carocci, Giansiro Ferrata e Alessandro Bonsanti). Tra i meriti dei solariani c anche quello di aver contribuito alla diffusione in Italia di grandi autori europei come Proust e Kafka, oltre che dei nostri Saba e Svevo.