T6 I limoni Scritta all’inizio degli anni Venti, la poesia costituisce una fondamentale dichiarazione di poetica, sottolineata dalla sua collocazione in apertura della raccolta (dopo la lirica introduttiva ). Montale cerca il suo sentiero letterario lungo gli umili fossi della Liguria. Alle piante dai nomi rari predilette dai egli contrappone i domestici limoni, il cui colore acceso di sole e l’odore penetrante sono in grado di suggerire il senso più profondo della realtà. In limine poeti laureati 4 strofe polimetriche di varia misura, con prevalenza di endecasillabi. Fitto il gioco delle rime e delle assonanze. Metro Lo svanire dell’ e uno spiraglio di illusione speranza Asset ID: 267 ( ) let-altvoc-i-limoni-ossi-di-seppi170.mp3 Audiolettura Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere 5 mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni. 10 Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall’azzurro: più chiaro si ascolta il susurro dei rami amici nell’aria che quasi non si muove, e i sensi di quest’odore 15 che non sa staccarsi da terra e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza 20 ed è l’odore dei limoni. Vedi, in questi silenzi in cui le cose s’abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta 25 di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l’anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità. Lo sguardo fruga d’intorno, 30 la mente indaga accorda disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno più languisce. Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana che si allontana 35 qualche disturbata Divinità. Ma l’illusione manca e ci riporta il tempo nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. La pioggia stanca la terra, di poi; s’affolta 40 il tedio dell’inverno sulle case, la luce si fa avara – amara l’anima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; 45 e il gelo del cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d’oro della solarità. poeti consacrati. Tradizionalmente i poeti venivano incoronati d’alloro ( ). poeti laureati: 1 lauro piante ornamentali da giardino e da siepe. bossi ligustri o acanti: 3 per quanto mi riguarda. sboccano. per me: 4 riescono: rara, tramortita dalla scarsezza d’acqua. sparuta: 7 i viottoli lungo i fossi. le viuzze… ciglioni: 8 immettono. mettono: 10 è meglio se lo strepito ( ) degli uccelli svanisce come perduto nell’azzurro del cielo. Meglio… azzurro: 11-12 le gazzarre la sensazione. È retto da (v. 13). i sensi: 15 si ascolta l’odore dei limoni strettamente legato alla terra ligure. quest’odore… terra: 15-16 fa piovere (il verbo è usato transitivamente). piove: 17 in questo silenzio tace per miracolo il conflitto tra le passioni (dal latino , “rivolgere altrove”), ossia “distolte”, “distratte dal profumo dei limoni”, o anche “volte a oggetti diversi”, quindi “divise”, con la conseguenza di lacerare l’animo del poeta. Qui… guerra: 18-19 divertite devertere rispetto ai . noi poveri: 20 poeti laureati il segreto più profondo. 24 ultimo segreto: il poeta vagheggia un’evasione dall’opprimente meccanicismo della natura e forse, ancor di più, dell’esistenza, sperando in un miracolo capace di sottrarci all’inautenticità della nostra vita e di farci comprendere la verità del mondo. 27 il punto… che non tiene: dipanare e districare. 28 disbrogliare: si interroga, stabilisce connessioni, opera distinzioni. 31 indaga… disunisce: nell’ora più calda, quando il giorno si consuma oppresso dal sole a picco e dalla calura. 33 quando… languisce: sono questi i silenzi in cui si vede, in ogni ombra umana che si allontana, una divinità disturbata dalla nostra presenza. 34-36 Sono… Divinità: svanisce. il trascorrere delle stagioni. 37 manca: il tempo: cornicioni delle case. 39 cimase: la pioggia colpisce la terra e la affatica. si addensa. 40 La pioggia… la terra: s’affolta: scarsa. 42 avara: cortile. 44 corte: si scioglie. 46 si sfa: e i limoni ( è una metafora e allo stesso tempo una sinestesia: il colore giallo intenso suggerisce un suono gioioso, come di tromba) fanno risuonare nel nostro petto le loro solari canzoni. 47-49 e in petto… solarità: trombe d’oro della solarità >> pagina 951 Dentro il TESTO I contenuti tematici Nonostante la contiguità geografica, la campagna mediterranea ritratta negli è del tutto diversa dal litorale toscano di . Poesie come sostituiscono lo splendido scenario in cui esplode il panismo dannunziano con un , fatto di (vv. 4-5), (vv. 5-6) in cui vive (v. 7), e (v. 8), (v. 9) e (v. 10). Nel rappresentare un angolo delle Cinque Terre, Montale avrebbe potuto insistere sulle spiagge, o sulle spettacolari scogliere. Preferisce invece retrocedere dalla costa all’immediato entroterra: è su questi umili paraggi che egli proietta il suo lucido atteggiamento verso l’esistenza, che non ha nulla della rassegnazione incline al patetico propria dei poeti crepuscolari. Il sentimento di infelicità e disarmonia non induce infatti il poeta a chiudersi in sé stesso né ad abbandonarsi al lamento. Egli sembra invece appagarsi di un momento di sospensione, aiutato dalla natura: tacciono gli uccelli, l’aria è ferma, si diffonde l’odore inconfondibile dei limoni. Ossi di seppia Alcyone I limoni luogo umile, privo di suggestioni erbosi / fossi pozzanghere / mezzo seccate qualche sparuta anguilla viuzze ciglioni ciuffi delle canne orti Un paesaggio secco e scabro >> pagina 952 Ora è possibile intravedere una via d’uscita dall’inganno consueto del mondo: , / , , / / (vv. 26-29). : anche quella di una misteriosa presenza, trascendente e divina, nascosta magari nella semplice quotidianità. Anche questa possibilità è però un’illusione provvisoria, ben presto destinata a svanire nella banalità di sempre, che cancella l’attesa di un’epifania (cioè una sorta di rivelazione). La parentesi si chiude e la grigia realtà torna in primo piano, nel brusco passaggio dall’estate campestre alle (v. 38) dove l’azzurro del cielo fa capolino solo a tratti, fra i cornicioni delle case, e il sole lascia il campo alla pioggia e al soffocante (v. 41). Privata della luce e della calma necessaria alla riflessione, l’anima diventa (v. 42). Ma resta ancora uno spiraglio di felicità: un’illusione fugace nuovamente affidata alla visione dei limoni, che occhieggiano (v. 43) e alludono a un «miracolo» ancora possibile. uno sbaglio di Natura il punto morto del mondo l’anello che non tiene il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità Montale non pretende di afferrare “la” verità, ma una verità qualsiasi, purché verità città rumorose tedio dell’inverno amara da un malchiuso portone La città grigia Le scelte stilistiche Sin dall’inizio Montale adotta il che percorre l’intero componimento: l’appello a un “tu” indeterminato, tramite l’imperativo (v. 1), è ripreso dal che introduce la terza strofa (v. 22), secondo un modulo ricalcato quasi alla lettera sulla ( T8, p. 441) di d’Annunzio. Il poeta rinuncia alle pose impostate care ai maestri della generazione precedente; ricorre alla prima persona soltanto in un’occasione, per dichiarare la sua inclinazione verso i contesti umili, rimarcata dalla spiccata colloquialità dell’enunciazione: / (vv. 4-5). tono “confidenziale” Ascoltami Vedi Pioggia nel pineto ▶ Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi A partire dalla seconda strofa si passa decisamente al collettivo “noi” ( , , , , ), alternato a forme impersonali ( , , ecc.): non si tratta più di far cadere dall’alto la parola illuminante di un vate, ma di perché acquisisca consapevolezza di una realtà che riguarda tutti. noi poveri ci metta ci riporta ci si mostrano ci scrosciano si ascolta ci si aspetta si vede coinvolgere un lettore-fratello Un tono confidenziale La scelta di concentrarsi su elementi di una quotidianità comune è accentuata dalla : le proposizioni sono costruite in maniera lineare; mancano subordinate complesse. L’ordine delle parole, a parte qualche anastrofe*, è regolare e il lessico conosce rare impennate ( , , ). semplicità della sintassi bossi ligustri o acanti divertite s’affolta Beninteso, l’intento di «torcere il collo» a modalità letterarie sentite come troppo rigide, rivendicato nell’ ( T1, p. 928) del 1946, non è dovuto a trascuratezza o a una mancata padronanza dei mezzi tecnici. Tutt’altro: Montale raggiunge l’obiettivo di un testo semplice e piano con raffinata abilità, facilmente riconoscibile se si guarda all’ , in cui spiccano allitterazioni* e paronomasie* ( , v. 42), e la sinestesia* che chiude il componimento, (v. 49). Intervista immaginaria ▶ aspetto retorico, accuratamente studiato avara – amara l’anima le trombe d’oro della solarità Semplicità e artifici Verso le COMPETENZE Comprendere 1 Sintetizza in due o tre righe il contenuto informativo di ciascuna strofa. Assegna un titolo a ogni strofa del componimento. 2 3 Spiega l’immagine finale delle trombe d’oro della solarità . Analizzare 4 Perché, secondo te, l’odore dei limoni non sa staccarsi da terra (v. 16)? 5 Rileggi i vv. 18-21: quale immagine della vita umana emerge? E qual è, in tale contesto, la funzione dei limoni? 6 Individua i punti del testo in cui il poeta insiste sulle percezioni sensoriali e inserisci termini ed espressioni nella tabella. Poi rifletti: prevale uno dei sensi oppure no? perché? Vista Udito Olfatto >> pagina 953 Interpretare Come viene risolto il tradizionale confronto tra città e campagna? 7 In che modo possiamo leggere il messaggio della lirica: in chiave positiva o negativa? perché? 8 9 Alcuni interpreti leggono, nei vv. 30-31, un’allusione alla funzione della poesia: sei d’accordo con loro? perché? T7 Non chiederci la parola Scritta nel 1923 e collocata in apertura della sezione , è una delle poesie più celebri della letteratura italiana del Novecento. Montale vi definisce la sua poetica per via negativa, nella convinzione che sia possibile esprimere soltanto non non . Ossi di seppia ciò che siamo, ciò che vogliamo 3 quartine polimetriche, con prevalenza di endecasillabi; le prime due a rima incrociata (ABBA, CDDC), l’ultima a rima alternata (EFEF). Ai vv. 6-7 la rima è ipermetra (amico : canicola). Metro L’ di la realtà impossibilità interpretare Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco perduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l’uomo che se ne va sicuro, 5 agli altri ed a se stesso amico, e l’ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. 10 Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che siamo, ciò che vogliamo. non non che definisca con precisione. che squadri da ogni lato: 1 privo di forma definita e quindi di ogni certezza positiva. con lettere marchiate a fuoco, cioè impresse in modo indelebile. informe: 2 a lettere di fuoco: fiore dello zafferano, che può essere di colore giallo sgargiante. croco: 3 e non si cura della sua ombra (cioè della parte oscura di sé), che il sole nell’ora più calda ( ) proietta su un muro scrostato. e l’ombra… muro: 7-8 canicola bensì, ma soltanto. sì: 10 Analisi ATTIVA I contenuti tematici apre la sezione degli “ossi brevi” che dà il titolo all’intera raccolta. Montale colloca il componimento in questa posizione privilegiata enfatizzandone così la , in cui sinteticamente espone il suo modo di intendere la poesia. Per farlo sceglie una modalità dialogica, rivolgendosi a un “tu” non meglio precisato, da parte di un “noi” che vorrebbe sottintendere un’intera generazione di individui e di artisti, privi delle certezze ideologiche che avevano sostenuto l’opera dei loro predecessori, come Carducci, Pascoli e soprattutto d’Annunzio. Ai proclami di quest’ultimo il poeta oppone un sapere solo negativo, che respinge sul piano filosofico-conoscitivo prima ancora che politico le verità positive e il vitalismo allora dominante, andando molto al di là del semplice, sia pur significativo, rifiuto nei confronti della dittatura fascista, da poco al potere. Non chiederci la parola funzione di “manifesto” Già nella prima strofa l’io lirico indica che cosa non si può chiedere ai poeti. Di che si tratta? 1 Quali osservazioni puoi fare sull’antitesi tra la parola che (v. 1) e l’ (v. 2)? 2 squadri animo nostro informe Un poeta privo di certezze >> pagina 954 Montale mutua da Leopardi un pessimismo inflessibile, che dà origine a una visione del mondo al tempo stesso rinunciataria e coraggiosa. Se il «male di vivere» è la norma, infranta soltanto dallo sporadico sbocciare di un laico «miracolo», compito del poeta non è consolare gli afflitti o rimettersi a una fede pacificante, ma e stabilire con il lettore una solidarietà fondata sulla comune consapevolezza di una realtà amara e irriducibile a una (v. 9) precostituita. squarciare il velo dell’apparenza formula Tale approccio è sintomo di uno stato di crisi personale e storica, in cui qualunque dogma finirebbe con il somigliare a un fiore dalle tinte troppo vivaci nel (v. 4) dell’esistenza. Eppure esistono uomini che non vedono la propria ombra, che non vivono cioè la sofferenza di una divisione interiore e procedono per la loro strada noncuranti e sereni, in armonia con sé stessi e con il prossimo. Nei confronti della loro inconsapevolezza il poeta prova un misto di compassione e ironia. Il suo relativismo gli impedisce di credere che la poesia possa offrire soluzioni o formule chiarificatrici. Eppure Montale non si abbandona al nichilismo e si dispone comunque a lasciare aperta una porta: / non non (vv. 11-12). La porta aperta è quella dell’ : , chissà, . polveroso prato Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che siamo, ciò che vogliamo oggi domani potrebbe apparire un «varco» Quale tono può avere, secondo te, l’ che apre il v. 5? 3 Ah Spiega che cosa intende secondo te il poeta con l’espressione (v. 6). 4 ad altri ed a se stesso amico Nel componimento può essere individuata una continua contrapposizione tra due opposte concezioni della vita, l’apparire e l’essere: quali elementi ed immagini puoi associare all’una e all’altra? Individuali: puoi formare una serie di coppie oppositive? quali? 5 L’ombra sul muro Le scelte stilistiche La struttura della lirica si basa su due strofe dichiarative che ne incorniciano una descrittiva. Il è stabilito dagli imperativi che all’inizio della prima e della terza strofa anticipano le intenzioni dell’interlocutore ( , ) e viene fissato definitivamente dalla sentenza dell’ultimo verso, in cui i due ritornano, rinforzati dal corsivo. All’argomentazione fa riscontro un’esemplificazione condotta, come di consueto, in termini estremamente concreti. Il del v. 4 attiva infatti la descrizione della strofa successiva: un uomo che cammina e la sua ombra proiettata su un muro scalcinato. Quest’uomo tranquillo e indifferente, che non si preoccupa della propria ombra (vale a dire della condizione problematica dell’uomo nel mondo, del suo essere interiormente diviso), assomiglia agli «uomini che non si voltano di ( T10, p. 960): anche qui è la negazione a caratterizzarne l’atteggiamento. In altre parole, il poeta non vuole essere come coloro che si sottraggono a una conoscenza lucida della realtà. dominio della negatività Non chiederci Non domandarci non polveroso prato » Forse un mattino andando in un’aria di vetro ▶ Per quale motivo il poeta si esprime al plurale? 6 Come puoi interpretare il (v. 4)? 7 polveroso prato L’immagine della (v. 10) è, a tuo parere, da intendersi in senso negativo oppure no? perché? 8 storta sillaba e secca come un ramo Il significato della negazione >> pagina 955 Il messaggio di Montale si modella in (v. 10), dove l’allitterazione* della e l’iperbato* concorrono a sottolineare la natura aspra della parola poetica. Quest’idea è ribadita dagli elementi del paesaggio, che rimandano alla : il , la , lo , che anche in ( T8, qui sotto) mostrano in maniera emblematica la condizione umana. Sul piano metrico, la mancanza di regolarità sillabica è compensata dal sistematico ricorso a rime perfette, quasi a riprodurre la dialettica tra “informe” e geometrico su cui si regge il componimento. qualche storta sillaba e secca come un ramo s sfera semantica dell’aridità polveroso prato canicola scalcinato muro Meriggiare pallido e assorto ▶ Individua almeno tre versi in cui compaiano delle evidenti allitterazioni: quale significato vogliono sottolineare? 9 Quale registro lessicale prevale, quello aulico o quello colloquiale? Rispondi facendo riferimento al testo. 10 Asperità e aridità T8 Meriggiare pallido e assorto Scritto dal poeta a soli vent’anni, nel 1916, e rivisto nel 1922, il componimento in origine si intitolava , poi , titolo che per qualche tempo Montale pensò di estendere all’intera raccolta. Contenuto nella sezione , è il primo testo maturo del poeta ligure, che vi “trova” il suo paesaggio: l’arsa e desolata natura mediterranea in cui si riflette la condizione umana. Tra gli orti Rottami Ossi di seppia 3 quartine e una strofa di 5 versi liberi, con misure oscillanti tra il novenario e l’endecasillabo. Le rime si dispongono secondo lo schema AABB CDC(ipermetra)D EEFF GHG(imperfetta)GH. Metro La come esistenziale natura metafora Asset ID: 268 ( ) let-altvoc-meriggiare-pallido-e-a180.mp3 Audiolettura Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crepe del suolo o su la veccia 5 spiar le file di rosse formiche ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare 10 mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio 15 in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. trascorrere il pomeriggio all’ombra, pallido e pensieroso; dà l’idea del chiarore pomeridiano; quella del silenzio che avvolge l’ora canicolare. Meriggiare… assorto: 1 pallido assorto arbusti spinosi. rami secchi. pruni: 3 sterpi: versi schioccanti, secchi. schiocchi: 4 erba selvatica. veccia: 5 sulla sommità di piccoli mucchi di terra. a sommo… biche: 8 fronde. frondi: 9 le onde luccicanti, come scaglie di un pesce. scaglie di mare: 10 mentre le cicale friniscono sulle colline brulle. tremuli scricchi: il canto delle cicale è come un tremolante scricchiolìo. mentre si levano… calvi picchi: 11-12 come tutta la vita e le sue sofferenze siano paragonabili a questo procedere lungo un muro. Il poeta riprende il motivo, al tempo stesso concreto e metaforico, del muro che impedisce ogni slancio e rinchiude come in una prigione l’esistenza umana. com’è… muraglia: 15-16 sono i frammenti taglienti di vetro, infissi nel muro dell’orto per impedire che i ladri lo scavalchino. cocci aguzzi di bottiglia: 17 Telemaco Signorini, (particolare), 1863 ca. Firenze, Galleria d’Arte Moderna. Piagentina >> pagina 956 Dentro il TESTO I contenuti tematici L’annullarsi del tempo, al culmine di un assolato giorno estivo, è una situazione tipica di , dove contribuisce a determinare la fusione tra l’uomo e il sensuale paesaggio tirrenico. Montale riprende questo motivo, però al panismo subentra una sensazione di trasposta in un luogo brullo e scosceso, teatro di un’amara meditazione sul significato della vita, paragonata a un insensato procedere lungo un invalicabile (v. 2). non si presta qui a un contatto sereno, ma , quasi intorpidito nel suo monotono viaggio su terreni screpolati dal calore, coperti di e (v. 3), circondati da (v. 12). La luminosità accecante si rifrange sulla superficie del mare, che scintilla in lontananza come un ristoro potenzialmente consolante, ma in realtà lontano e perciò non raggiungibile. Alcyone irrimediabile «disarmonia» rovente muro d’orto La natura rispecchia l’aridità dello spirito pruni sterpi calvi picchi Una desolata sospensione Il frenetico movimento delle formiche, nella seconda strofa, allude alla condizione umana e ricorda una celebre pagina dello , dove Giacomo Leopardi si china a osservare «un giardino di piante, d’erbe, di fiori», scoprendovi una miniatura dell’universale sofferenza in cui si dibatte il creato. Anche Montale rovescia il motivo tradizionale classico del *, senza ricavarne però, come Leopardi, un moto di ribellione, ma soltanto un . Lo sguardo del poeta progressivamente si alza, dalle (v. 5) alle onde del mare, e di qui ai (v. 12) che si ergono nei paraggi. Infine l’osservazione attenta cede il campo a una , che ne è conseguenza: la progressione dei verbi percettivi ( , , …) culmina nel della quarta strofa, che indica al tempo stesso una sensazione fisica e un sentimento interiore. Il (v. 2) diviene (v. 16) insuperabile: vivere equivale a costeggiarla, sapendo che ogni tentativo di scavalcarla è impedito dai (v. 17) che la sormontano, suggellando l’ . Zibaldone locus amoenus senso di avvilita impotenza crepe del suolo calvi picchi riflessione ascoltare spiar Osservare sentire rovente muro d’orto muraglia cocci aguzzi di bottiglia irrimediabile destino di solitudine dell’uomo Lo sguardo sul male Le scelte stilistiche Inizialmente alla figura del poeta nella lirica fanno diretto riferimento soltanto due aggettivi, (v. 1), che sottolineano il suo distacco emotivo da ciò che lo circonda. Nella quarta strofa il del v. 14 indica però un mutato atteggiamento: all’inizio il poeta è in quella condizione di fiacca meditazione tipica dei pomeriggi estivi; ma, dopo aver percorso con lo sguardo il paesaggio circostante, come riscuotendosi dal proprio torpore si accorge che , e tira le fila del confronto attraverso l’immagine del cammino lungo la muraglia sormontata dai cocci di vetro (che vengono inquadrati per ultimi e si presume scintillino nella luce del sole). pallido e assorto sentire con triste meraviglia quell’ambiente assomiglia al suo stato d’animo La struttura del componimento >> pagina 957 Anche sul piano stilistico siamo agli antipodi della fusione con gli elementi della natura più volte messa in scena in . L’enunciazione, interamente condotta tramite verbi all’infinito, realizza il secondo principio del : « , perché si adatti elasticamente al sostantivo e non lo sottoponga all’io dello scrittore che osserva o immagina». Gli atti percettivi ( , , , ), sottratti all’emotività del soggetto e a uno sviluppo cronologico, acquistano portata universale e contribuiscono a creare l’idea di un ritmo ripetitivo, prestabilito e immodificabile. Anche il verbo (v. 16) contiene in sé l’idea di un movimento obbligato e privo di senso. Il poeta è ridotto a semplice soggetto che percepisce. Alcyone Manifesto tecnico della letteratura futurista Si deve usare il verbo all’infinito ascoltare spiar Osservare sentire seguitare La serie degli infiniti Montale sostiene di aver tentato di comporre, negli , «un verso che aderisse a ogni fibra di quel suolo» in cui era cresciuto. Nessuna poesia meglio di conferma questa intenzione: tutto il componimento è accordato sul tono stridulo delle (v. 12), protagoniste del paesaggio sonoro insieme ai e alle fruscianti (v. 4). In questa scelta si sente l’influenza dei suoni più duri e “infernali” della di Dante, che governa la (come e ) (come i ). Non meno importante è la memoria del di Pascoli: la disarmonia esistenziale si traduce infatti nella prevalenza di suoni duri e dissonanti, in cui primeggiano la velare e la ( , , , , , ecc.). Numerose sono anche le rime difficili ( : , l’ipermetra : , : ). Va poi notata la virtuosistica sequenza dell’ultima strofa, tutta condotta sulla ricorrenza del gruppo : : : : : . Ossi di seppia Meriggiare pallido e assorto cicale merli serpi Commedia mescolanza plurilinguistica fra termini letterari pruni frondi e prosaici cocci aguzzi di bottiglia fonosimbolismo c r schiocchi scricchi merli frusci tremuli frondi sterpi serpi veccia intrecciano formiche biche gl abbaglia meraviglia travaglio muraglia bottiglia I suoni aspri Verso le COMPETENZE Comprendere Che cosa fanno le formiche nella seconda strofa? 1 Elenca i verbi all’infinito presenti nel testo e indica quali esprimono un’azione e quali una percezione. 2 Il poeta compie particolari azioni? Se sì, quali? Se no, perché? 3 Analizzare Individua i riferimenti a suoni e rumori della natura presenti nel componimento. 4 Elenca gli elementi visivi e quelli sonori presenti nel componimento. 5 Interpretare La lirica è costruita sulla successione di immagini concrete che acquistano, secondo la prospettiva del correlativo oggettivo, valenze simboliche. Precisa tali significati. 6 Produrre 7 Scrivere per argomentare. Immagina una continuazione del componimento. Dove va il poeta? Qual è la sua meta? Scrivi un testo narrativo di circa 30 righe. Dibattito in classe Discuti con i compagni delle differenze tra il montaliano e il dannunziano, sia sia sotto l’aspetto del paesaggio descritto sia sotto quello della concezione generale dell’esistenza. 8 meriggiare Meriggio