CANTI XI-XII
Purgatorio
II cornice (invidiosi)
Canto XI
I cornice (superbi)
Porta del Purgatorio
Luogo e tempo
Purgatorio, I cornice; prima di mezzogiorno di lunedì 11 aprile 1300
Categoria di penitenti
e colpa
I superbi, ovvero gli uomini che credettero troppo nelle proprie qualità umane e non ebbero
un atteggiamento umile verso Dio
Pena
Come condussero la vita a testa alta, ora camminano schiacciati da pesanti macigni, recitando
continuamente il Padre nostro come atto di umiltà
I superbi, che camminano sotto il peso di pesanti massi,
recitano una parafrasi del Padre nostro, la cui parte finale –
quella che invoca aiuto contro le tentazioni – è indirizzata
a coloro che sono ancora vivi. Virgilio chiede ai penitenti
quale sia la strada meno ripida per il monte e una delle
anime gli risponde che mostrerà loro un passaggio più
agevole. Si tratta di Omberto Aldobrandeschi, il quale, presentandosi come l’erede di una delle più nobili famiglie toscane, riconosce che il peccato di superbia ha rovinato non
solo lui, ma la sua intera stirpe. Dante viene riconosciuto
da un’altra anima, quella del famoso miniatore Oderisi da
Gubbio che, sotto il peso del suo macigno, denuncia la vacuità della gloria derivante dal talento umano, sottoline-
ando quanto sia effimera anche la fama di artisti celebri,
destinati prima o poi ad essere oscurati e spodestati. Anche il penitente che lo precede – prosegue Oderisi – è un
esempio della caducità della celebrità: il senese Provenzan
Salvani, meno di cinquant’anni prima celebrato in tutta la
Toscana, quando sconfisse Firenze a Montaperti, e oggi a
malapena ricordato nella sua città; essendosi pentito in fin
di vita, avrebbe dovuto attendere nell’Antipurgatorio, ma
l’atto di umiltà compiuto mendicando in piazza del Campo per pagare il riscatto di un amico prigioniero gli valse il
condono di quella pena. Il canto si chiude con la profezia
di Oderisi per cui anche Dante proverà presto con il suo
esilio il peso di dover mendicare.
II cornice (invidiosi)
Canto XII
I cornice (superbi)
Porta del Purgatorio
Luogo e tempo
Purgatorio, I cornice; prima di mezzogiorno di lunedì 11 aprile 1300
Categoria di penitenti
e colpa
I superbi, ovvero gli uomini che credettero troppo nelle proprie qualità umane e non ebbero
un atteggiamento umile verso Dio
Pena
Come condussero la vita a testa alta, ora camminano schiacciati da pesanti macigni, recitando
continuamente il Padre nostro come atto di umiltà
Lasciando le anime dei superbi, Virgilio invita Dante a
porre attenzione ai rilievi scavati nella roccia sotto i loro
piedi, raffiguranti esempi di superbia punita. Si tratta di
tredici episodi, ritratti con straordinario realismo e divisi
in tre gruppi: superbia contro la divinità (Lucifero; Briareo e gli altri Giganti; Nembrot che costruisce la torre di
Babele); superbia punita dal rimorso (la regina tebana
Niobe; Saul che si suicida per essere stato sconfitto dai
Filistei; Aracne che si trasforma in ragno; la fuga del re
di Israele Roboam); superbia punita dai nemici o dalle
vittime (Erifile uccisa dal figlio Alcmeone; il re assiro Sennacherib ucciso dai figli per la sua empietà; la regina di
Scizia Tamiri che decapita Ciro; Giuditta che taglia la testa
del capo assiro Oloferne); la caduta di Troia, infine, sem-
bra riunire i tre casi precedenti. Mentre continuano a camminare lungo la cornice, Virgilio esorta Dante ad alzare la
testa e ad assumere un atteggiamento reverente di fronte
all’angelo dell’umiltà che sta sopraggiungendo. Questo,
tutto brillante di luce, con un colpo d’ali cancella la prima
P dalla fronte del pellegrino. Mentre cercano di guadagnare il passaggio alla cornice successiva, i due viaggiatori
odono il canto Beati i poveri di spirito, la cui melodia è di
indescrivibile dolcezza. Dante si sente ora più leggero e
procede con fatica sensibilmente minore: Virgilio gli spiega che, man mano che gli verranno tolte anche le altre P,
i suoi piedi saranno talmente mossi dalla buona volontà
che non solo non sentiranno più alcuna fatica, ma si spingeranno più in alto addirittura con piacere.
201