CANTI VII-X
Paradiso
IV cielo (del Sole)
Canto IX
o (di Venere)
III ciel
(di
II cielo
Luogo e tempo
III cielo o cielo di Venere; tardo pomeriggio di mercoledì 13 aprile 1300
Categoria di beati
Spiriti amanti
Condizione e aspetto
Cantano e danzano con velocità differenti a seconda del loro grado di perfezione
Intelligenze motrici
Principati
Carlo Martello ha appena finito di profetizzare a Dante
le giuste punizioni che aspettano i propri indegni discendenti, e sulle quali prega il poeta di tacere, quando
si avvicina al pellegrino un’altra anima, quella di Cunizza da Romano, sorella di Ezzelino III, il feroce tiranno della Marca Trevigiana che si trova nell’Inferno
tra i violenti contro il prossimo (Inf., XII). Essa – dopo
aver additato, ma senza farne il nome, un altro spirito
e aver sottolineato la buona reputazione da lui lasciata
sulla Terra – pronuncia una triste profezia riguardante
gli abitanti della Marca Trevigiana. Quindi torna alla
danza paradisiaca, e l’anima da lei indicata poco prima
si rivolge a Dante, spiegandogli come in vita sia stata influenzata dal cielo di Venere. Si tratta del poeta proven-
Mercurio)
zale Folchetto da Marsiglia, il quale, dopo essersi pentito dei suoi amori mondani, entrò in un ordine religioso
divenendo successivamente vescovo di Tolosa. Folchetto, leggendo nella mente di Dante il suo desiderio di
conoscere l’identità dell’anima più luminosa, gli dice
che è quella di Raab, la meretrice di Gerico che favorì la
vittoria di Giosuè: fu la prima salvata da Cristo nella sua
discesa agli Inferi, poiché contribuì alla conquista della
Terra Santa, che invece oggi non sta più a cuore al papa.
Quest’ultimo – continua lo spirito pronunciando una
dura requisitoria contro il pontefice, che coinvolge però
anche la città di Firenze – è interessato solo al fiorino,
ma prima o poi la divina Provvidenza libererà la Chiesa
da questa profanazione operata dal vicario di Cristo.
V cielo (di Marte)
Canto X
IV cielo (del Sole)
III cielo (di Venere)
Luogo e tempo
IV cielo o cielo del Sole; tardo pomeriggio di mercoledì 13 aprile 1300
Categoria di beati
Spiriti sapienti
Condizione e aspetto
Cantano e danzano disposti in triplice corona intorno a Dante e Beatrice
Intelligenze motrici
Potestà
Lodando l’ordine del creato, capace di riflettere la grandezza del suo Creatore, Dante esprime tutta la propria
ammirazione per la struttura e il funzionamento dell’universo. Accingendosi a trattare tematiche complesse, invita
il lettore ad alzare lo sguardo per contemplare la perfezione del cosmo.
Il poeta, senza accorgersene, è salito al cielo del Sole e
si trova attorniato da anime di tale fulgore da non poterne restituire un’idea adeguata, dato che la vista umana non può immaginare una luce più intensa di quella
solare. Danzando e cantando nella loro beatitudine, gli
spiriti formano una corona perfetta circondando Dante
e la sua guida; dopo aver compiuto tre giri, arrestano il
loro movimento per fornire una risposta all’evidente,
sebbene ancora inespresso, desiderio di Dante di conoscere l’identità delle anime. A uscire dalla schiera è san
Tommaso d’Aquino, il quale presenta i propri compagni,
tutti celebri per la loro saggezza e per la loro dottrina: il
suo maestro Alberto Magno, Graziano, Pietro Lombardo, Salomone, Dionigi l’Areopagita, Paolo Orosio (ma
l’identificazione è incerta), Severino Boezio, Isidoro da
Siviglia, Beda il Venerabile, Riccardo di San Vittore e Sigieri di Brabante. Essi riprendono quindi il proprio canto
e la propria danza con un’armonia tale che li rende simili
al movimento di un orologio che richiama i fedeli alla
preghiera.
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