V cielo (di Marte)
CANTO XII
IV cielo (del Sole)
III cielo (di Venere)
Luogo
IV cielo o cielo del Sole
Tempo
Sera di mercoledì 13 aprile 1300
Categoria di beati
Spiriti sapienti
Condizione e aspetto
Cantano e danzano disposti in una triplice corona intorno a Dante e Beatrice
Intelligenze motrici
Potestà
Personaggi
Dante, Beatrice, san Bonaventura da Bagnoregio, (san Domenico)
[1-21] LA SECONDA CORONA DEI BEATI
Terminato il discorso di san Tommaso, la corona di
anime sapienti riprende a girare, cantando e danzando. Una seconda ghirlanda si dispone intorno a essa
in maniera concentrica e si accorda perfettamente nel
movimento e nella melodia.
[22-45] SAN BONAVENTURA DICHIARA DI VOLER PARLARE
DI SAN DOMENICO
Quando i beati si fermano, Dante sente provenire dalla corona sopraggiunta per seconda una voce che lo
attira come l’ago della bussola verso la Stella Polare.
L’anima, senza rivelare il proprio nome, afferma di
appartenere all’ordine di san Francesco e di voler raccontare di san Domenico, dal momento che entrambi
i santi agirono per il medesimo fine. La grazia divina
infatti inviò in Terra i due campioni della fede per rendere la Chiesa più salda e per far ravvedere la comunità
cristiana.
[46-105] LA VITA DI SAN DOMENICO
Come già nel canto precedente, lo spirito descrive con
un’ampia perifrasi i luoghi in cui nacque san Domenico. Questi, originario di Caleruega, in Spagna, fu
talmente pieno della Grazia divina da rendere profeta
la madre ancora incinta. Dopo il battesimo, che sancì
la sua unione con la fede, la madrina vide in sogno lo
splendido frutto delle sue opere future; così, seguendo un’ispirazione celeste, fu chiamato con un nome
che riflettesse la sua natura divina: Domenico, che significa “del Signore”. Scelto come agricoltore nell’orto
Giovanni di Paolo, Dante e Beatrice
con san Bonaventura, XV secolo.
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di Dio, Domenico amò fin da piccolo, sull’esempio
di Cristo, la preghiera e il sacrificio. Per proteggere la
fede divenne in pochi anni molto sapiente in teologia
e, incurante degli onori e dei benefici materiali, chiese
e ottenne l’approvazione della propria Regola; si prefisse dunque il compito di combattere con decisione
l’eresia, soprattutto nei luoghi in cui maggiore era la
resistenza. Dopo di lui, proseguirono l’opera i suoi numerosi discepoli, come ruscelli che irrigano un orto.
[106-126] LA CONDANNA DEI FRANCESCANI CORROTTI
E DIVISI
Se la personalità di Domenico, una ruota della biga,
fu così virtuosa, afferma san Bonaventura, Dante potrà
ben comprendere la grandezza dell’altra ruota, di cui
già ha parlato con cortesia san Tommaso. Ma l’esempio di Francesco non è più seguito e i suoi frati, divisi e
corrotti, non rispettano più la Regola, interpretandola
con eccessivo rigore, come gli spirituali di Ubertino da
Casale, o con estrema debolezza, come i conventuali
di Matteo d’Acquasparta.
[127-145] LE ANIME DELLA SECONDA CORONA
Al termine del proprio discorso, Bonaventura svela finalmente il proprio nome e presenta a Dante anche gli
altri spiriti che popolano la seconda corona.