CANTO VI
II cerchio
III cerchio
(VV. 1-75)
IV cerchio
Luogo
III cerchio
Tempo
Mezzanotte circa di venerdì 8 aprile 1300
Categoria di dannati
e colpa
I golosi, coloro che vissero solo per il gusto di mangiare
Pena
Sono battuti da una violenta grandine e giacciono nel fango mentre il mostro Cerbero li morde
e li colpisce con gli artigli
Personaggi
Dante, Virgilio, Cerbero, Ciacco
[1-33] IL TERZO CERCHIO: I GOLOSI E CERBERO
Quando si risveglia dallo svenimento causato dal racconto di Francesca da Rimini (alla fine del canto V),
Dante si ritrova nel terzo cerchio, quello dove sono puniti i golosi. Una pioggia ghiacciata tormenta in eterno
i peccatori, affondati nel fango. Il demone guardiano
Cerbero – un mostro con tre teste, dalla natura in parte
umana e in parte canina – sbrana e ferisce continuamente le anime dei dannati con le zanne e gli artigli.
[34-72] CIACCO: IL DESTINO DI FIRENZE
Mentre i due pellegrini attraversano il cerchio, uno dei
dannati si solleva dal fango e si mette a sedere chiedendo a Dante di riconoscerlo, avendolo visto quando era
ancora in vita. Quando il poeta ammette di non sapere
chi sia, l’anima si presenta: è un noto ghiottone di Firenze, da tutti chiamato Ciacco. Dante, appreso che si tratta dell’anima di un fiorentino, gli rivolge tre domande,
chiedendo come andranno a finire le lotte civili tra i fiorentini; se in città vi sia qualcuno che possa essere considerato un uomo giusto; per quale ragione si siano scatenati tanti odi tra concittadini. Ciacco, con parole oscure,
profetizza la momentanea vittoria dei guelfi bianchi,
cui seguirà, dopo tre anni, la violenta vendetta dei guelfi
neri, che vinceranno con l’aiuto di papa Bonifacio VIII.
[73-93] I GRANDI FIORENTINI DI UN TEMPO
Ciacco dichiara che vi sono due giusti a Firenze, ma che
nessuno li ascolta. Infine attribuisce gli odii che hanno
diviso la città a tre vizi capitali: la superbia, l’invidia e
l’avarizia. Dante gli chiede allora dove si trovino alcuni grandi cittadini fiorentini che si impegnarono per il
bene della città. Lo spirito risponde affermando che si
trovano all’Inferno, nei cerchi più profondi, perché si
macchiarono di peccati gravi. Poi smette di parlare e
cade a testa in giù nel fango.
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[94-115] VIRGILIO SPIEGA A DANTE IL DESTINO
DELLE ANIME DANNATE
Virgilio spiega che le anime dannate resteranno a pagare la propria pena fino al momento del Giudizio
universale, quando si riapproprieranno del loro corpo
e, ricollocate nello stesso luogo dell’Inferno, ricominceranno a soffrire per i propri peccati. Dante chiede
se a quel punto soffriranno di più o di meno; Virgilio
spiega che tutto ciò che raggiunge il suo compimento provoca una maggiore intensità sia nel piacere sia
nel dolore: quando le anime saranno di nuovo unite
al loro corpo mortale resuscitato, quindi, soffriranno
ancora di più.
Vincenzo La Bella, I golosi, 1900.