VII cerchio – II girone
Canto XIV
VII cerchio – III girone
VIII cerchio
Luogo e tempo
VII cerchio, terzo girone; l’alba di sabato 9 aprile 1300
Categoria di dannati
e colpa
I violenti contro Dio, cioè i bestemmiatori
Pena
Stanno supini su uno spiazzo di sabbia rovente battuto da una pioggia di fuoco
Il terzo girone del settimo cerchio appare come una
landa desolata, circondata dalla selva dei suicidi. Su un
sabbione ardente cade una lenta pioggia di fuoco che
colpisce gruppi di anime nude, disposte in vario modo:
supine (bestemmiatori), rannicchiate (usurai) e continuamente in cammino (sodomiti). Al contrario degli
altri dannati, che agitano le mani per scostare la pioggia
infuocata, un peccatore giace immobile, incurante del
supplizio. Dante ne chiede la ragione a Virgilio, ma è il
peccatore stesso a rispondere, affermando di disprezzare
la divinità, come aveva fatto in vita, anche da morto. Virgilio rimprovera aspramente Capaneo – questo il nome
del dannato – per la sua superbia, che costituisce la sua
pena più grande; poi rivela a Dante che si tratta di uno
dei sette re che assediarono Tebe, e che venne fulminato
da Giove perché aveva osato sfidarlo con parole blasfeme. Lasciato Capaneo, i due viaggiatori oltrepassano un
ruscello dal colore rosso di cui Virgilio spiega l’origine.
All’interno del monte Ida, a Creta, si trova la statua di
un enorme vegliardo, allegoria della condizione decaduta delle qualità dell’anima umana dopo il peccato di
Adamo. Da tutte le parti della statua, eccetto che dalla
testa, sgorgano lacrime che formano i fiumi infernali
Acheronte, Stige e Flegetonte, a loro volta confluenti nel
Cocito. Appreso che il fiume proviene dal mondo dei
vivi, Dante si meraviglia di non averlo visto prima; ma
non c’è motivo di stupirsi, dice Virgilio: non avendo mai
percorso un cerchio intero, è normale vedere solo ora
cose già presenti nei cerchi superiori. Dante chiede poi
dove si trovino il Flegetonte e il Leté, che Virgilio non
ha nominato. Il maestro risponde che hanno già visto
il primo all’inizio del settimo cerchio, come si poteva
capire dal colore rosso del fiume; il Leté lo vedranno nel
Purgatorio.
Gustave Doré, Il sabbione del VII cerchio, 1861-1868.
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