Introduzione
Numeri e simmetrie
William Blake,
Gli indovini e gli auguri,
1825 ca.
Il famoso storico francese Jacques Le Goff spiega che «l’uomo medievale è affascinato dal
numero», specialmente dal numero «simbolico. Tre, il numero della Trinità; quattro il numero degli evangelisti, dei fiumi del Paradiso, delle virtù cardinali, dei punti cardinali; sette
il numero dei settenari della religione (sette doni di Dio, sette sacramenti, sette peccati
mortali… ); dieci il numero del Decalogo, dei comandamenti di Dio e della Chiesa; dodici,
il numero degli apostoli e dei mesi dell’anno […]» (L’uomo medievale, Laterza, Bari 1988).
Anche per Dante i numeri hanno una notevole importanza e rimandano a una precisa
simbologia; l’intera Commedia, infatti, è basata su una complessa numerologia ricorrente ed è intessuta da una fitta rete di simmetrie.
• 3 sono le guide che accompagnano il pellegrino: Virgilio (simbolo della Ragione),
Beatrice (simbolo della Teologia) e san Bernardo (simbolo dell’ardore mistico).
Beatrice, in particolare, è rappresentata dal numero 9, quadrato di 3 (e quindi della
Trinità): la cifra è dunque simbolo di perfezione e miracolo, come spiega Dante stesso
in un passo della Vita Nuova (XXIX, 2): «Lo numero del tre è la radice del nove, pero
che, senza numero altro alcuno, per sé medesimo fa nove, sì come vedemo manifestamente che tre via tre fa nove. Dunque se lo tre è fattore per sé medesimo del nove, e lo
fattore per sé medesimo de li miracoli è tre, cioè Padre e Figlio e Spirito Santo, li quali
sono tre e uno, questa donna fue accompagnata da questo numero del nove a dare ad
intendere ch’ella era uno nove, cioè uno miracolo, la cui radice, cioè del miracolo, è
solamente la mirabile Trinitade».
• Il poema, che è scritto in terzine incatenate di endecasillabi (per un totale di 14.233
versi), è composto da 3 cantiche; ognuna ha 33 canti, più 1 canto dell’Inferno che ha la
funzione di prologo per tutta l’opera, per un totale complessivo di 100 (quadrato di 10).
• Tutti i regni presentano una ripartizione interna simmetrica:
– l’Inferno è suddiviso in 9 cerchi e 1 vestibolo; comprende al suo interno 3 fiumi
(Acheronte, Stige e Flegetonte) e l’VIII cerchio è suddiviso in 10 bolge;
– il Purgatorio comprende 9 partizioni: l’Antipurgatorio, le 7 cornici del Purgatorio
vero e proprio e il Paradiso terrestre;
– il Paradiso è costituito da 9 cieli e dall’Empireo (per un totale di 10).
Il contrappasso
C’è una simmetria anche nel sistema escogitato da Dante per rappresentare la giustizia divina. Il poeta infatti immagina che le punizioni
siano concepite dalla Provvidenza secondo un preciso rapporto calibrato tra la qualità della colpa e quella del castigo; chiama questo principio contrappasso in un verso dell’Inferno (XXVIII, v. 142). La parola
deriva dal termine composto latino contrapassum, formato da contra,
“contro”, e pati, “soffrire”.
Il contrappasso si concretizza quindi in una pena antitetica o analoga rispetto al comportamento tenuto dal peccatore in vita. Così,
per esempio, gli indovini, che in vita spinsero la vista troppo avanti
per prevedere il futuro, nell’Inferno hanno la testa girata all’indietro e
sono costretti a camminare a ritroso (contrappasso per antitesi). Gli
iracondi puniti nella terza cornice del Purgatorio, invece, ottenebrati
dalla rabbia nella vita mortale, sono avvolti e accecati in una densa
nebbia di fumo (contrappasso per analogia).
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