CANTO XXVI VIII cerchio – VII bolgia (VV. 25-142) VIII cerchio – VIII bolgia VIII cerchio – IX bolgia Luogo VIII cerchio (Malebolge), ottava bolgia Tempo Circa le 12 di sabato 9 aprile 1300 Categoria di dannati e colpa I consiglieri fraudolenti, coloro che hanno suggerito azioni peccaminose e hanno compiuto inganni con i loro consigli Pena Sono avvolti in una lingua di fuoco e vagano senza sosta Personaggi Dante, Virgilio, Ulisse, Diomede [1-24] L’INVETTIVA CONTRO FIRENZE [85-142] ULISSE NARRA IL SUO ULTIMO VIAGGIO Dante-autore pronuncia una dura invettiva contro Firenze, preannunciando alla città le future sventure, che si augura possano giungere presto, giacché più avanza la sua età, più le graveranno. I due poeti, intanto, riprendono il cammino. Ulisse racconta allora di come, sfuggito ai malefìci della maga Circe e tornato finalmente all’isola di Itaca, la sua patria, riprese il mare con una barca e con i compagni di un tempo, per seguire il desiderio insopprimibile di compiere nuove imprese e di fare nuove scoperte, da cui non lo trattenne nemmeno l’amore per il figlio, il padre e la moglie. Attraversato il Mediterraneo e giunto allo stretto di Gibilterra, convinse i suoi a tentare l’impresa che nessuno aveva mai osato realizzare: navigare nel mare sconosciuto che si estende oltre le colonne d’Ercole, l’Oceano. Dopo cinque mesi di navigazione Ulisse e i suoi compagni giunsero ad avvistare l’isola del Purgatorio, ma a quel punto un vento violentissimo sconvolse le acque, inghiottendo la nave e i suoi occupanti. [25-42] LA VISIONE DALL’ALTO DELL’OTTAVA BOLGIA Dante e Virgilio hanno raggiunto l’ottava bolgia attraverso l’argine di pietra che la separa dalla settima. Dal ponte che conduce verso la nona, ne possono scorgere il fondo. Come il contadino che, in una sera d’estate, salito sul colle, vede la valle in cui ha lavorato piena di lucciole, così il fondo della bolgia appare a Dante pieno di lumi accesi. [43-84] LA FIAMMA DOPPIA DI ULISSE E DIOMEDE Virgilio spiega al discepolo che ogni fiamma avvolge un dannato (si tratta dei peccatori che in vita ingannarono il prossimo con parole astute). Dante nota una fiamma doppia, biforcuta: Virgilio gli rivela che al suo interno bruciano insieme Ulisse e Diomede, i due eroi greci puniti per l’inganno del cavallo di Troia, per l’espediente con il quale ritrovarono Achille (nascosto dalla madre affinché non partecipasse alla guerra di Troia) e per il furto della statua di Pallade Atena. Dante esprime il desiderio di parlare con le due anime, e Virgilio, lodando tale desiderio, si prende l’incarico di convincerle a fermarsi. Quando la doppia fiamma è ormai vicina, egli si appella ai meriti che, avendo narrato le loro imprese, può rivendicare nei loro confronti; quindi prega l’anima di Ulisse di narrare la fine della sua vita. Gaspero Ticiani, Dante e Virgilio davanti a Ulisse e Diomede, 1747-1758.