Le origini e il Duecento la parola dalla fine dell XI secolo si sviluppano forme artistiche destinate a incidere profondamen­ te sull immaginario letterario dei secoli successivi. Tale fioritura avviene nell ambito delle corti francesi, dove accanto al genere letterario epico si impongono, grazie all attività di poeti detti trovatori e trovieri , i generi letterari del romanzo e della lirica, i quali adat­ tano motivi e forme originali alle esigenze e ai valori di un pubblico raffinato, che sa deci­ frarne e apprezzarne il messaggio. Trovatori e trovieri Trovatore (o trovadore) è il poeta in lingua d oc della Francia meridionale, troviere è invece quello in lingua d o l della Francia settentrionale: entrambi scrivono versi accompagnati da musica, da essi stessi composta, suonata di solito su strumenti a corda. I due termini derivano dal verbo trobar, che significava comporre testi letterari , ma la cui etimologia è discussa. L opinione oggi prevalente presso gli studiosi riconnette il vocabolo all ambiente monastico: trobar sarebbe derivato dal latino medievale tropare, che a sua volta veniva da tropum invenire, ricercare il tropo , vale a dire creare i versetti o le prose ritmiche dei testi liturgici, dove parole e musica fossero strettamente collegate. La produzione in lingua d o l: canzoni di gesta e romanzi cavallereschi A partire dalla fine dell XI secolo si sviluppa nella Francia del Nord una vasta produzio­ ne letteraria in volgare, la lingua d o l, così denominata dal modo di dire sì in france­ se antico. Per chiarezza di esposizione, si è soliti distinguere tali opere in una materia di Francia e in una materia di Bretagna: alla prima attengono le cosiddette chansons de geste (canzoni di gesta), in cui vengono cantate le gesta di Carlo Magno e dei suoi paladini, im­ pegnati nella strenua difesa della cristianità e dell Occidente contro la minaccia saracena; alla seconda appartengono invece le prose e i versi che celebrano le leggende dei cavalieri di re Artù e della Tavola Rotonda. Da tali materie si sviluppano due cicli specifici, ciascu­ no con temi e caratteri propri: il ciclo carolingio, animato dall esaltazione dell eroismo, della dedizione alla fede e della devozione per l imperatore, e il ciclo bretone, fondato sull amore e sull avventura. Il ciclo carolingio L epica francese: le canzoni di gesta Le canzoni di gesta sono componimenti in origine cantati (e per questo detti chansons) che raccontano imprese belliche ed eroiche (gesta, appunto) del passato, aggiornate e rie­ laborate soprattutto grazie alla cultura orale delle popolazioni romanze. In alcuni casi, l argomento trae spunto da storie classiche, aventi per protagonisti gli antichi eroi greci e romani. Tuttavia il filone più ricco e importante è costituito dalla narrazione delle azio­ ni dei cavalieri di Carlo Magno, i quali diventano la personificazione degli ideali e dei valori di forza, nobiltà e fede esaltati nel Medioevo. La Chanson de Roland Tra tutti, il testo in assoluto più famoso è la Chanson de Roland, la cui composizione anonima risale a un periodo compreso tra la fine dell XI e l inizio del XII secolo; si trat­ ta di un lungo poema di 4002 decasillabi raggruppati in lasse (o strofe) di varia misura e prive di un vero e proprio sistema di rime, ma spesso ricche di assonanze. Il poema narra un episodio della guerra di Carlo Magno contro i saraceni, i quali fan­ no strage della retroguardia dell esercito franco nella battaglia di Roncisvalle (778). L episodio è storicamente veritiero, ma viene proiettato in una dimensione fantastica, 56