L’opera Decameron  Lo scopo del libro ( ) T5 Proemio  La peste e la brigata (I,  ) T6 Introduzione  Ser Ciappelletto (I, 1) T7  Andreuccio da Perugia (II, 5) T8  La novella delle papere (IV,  ) T9 Introduzione  Lisabetta da Messina (IV, 5) T10  Nastagio degli Onesti (V, 8) T11  Federigo degli Alberighi (V, 9) T12  Chichibio e le gru (VI, 4) T13  Guido Cavalcanti (VI, 9) T14  Tofano e monna Ghita (VII, 4) T15  Calandrino e l’elitropia (VIII, 3) T16  Calandrino incinto (IX, 3) T17  Griselda (X, 10) T18 Il – scritto fra il 1349 e il 1353 – può essere considerato . La centralità di quest’opera nel nostro panorama letterario (non solo trecentesco) è legata a numerosi fattori: innanzitutto alla struttura narrativa, costruita a cornici concentriche, che consente all’autore di sperimentare i vari livelli del racconto; poi alle modalità narrative, al linguaggio usato e al fatto di essere il primo esempio di narrativa fine a sé stessa, cioè priva di finalità edificanti, in volgare trecentesco; infine, ai contenuti e alle tematiche, che traghettano il lettore . Decameron la “culla” della narrazione in italiano dalle rive del Medioevo alle sponde di un’epoca nuova Le che lo costituiscono sono portatrici di una visione del mondo che esalta i valori di una società ordinata in base a precisi criteri etici, ma anche libera da pregiudizi moralistici, capace di apprezzare le qualità individuali dell’intelligenza e dell’intraprendenza e in grado di rispettare le inclinazioni naturali, in primo luogo l’amore. cento novelle Su questo sfondo ideale, Boccaccio concepisce il libro delle sue novelle, dove il comico e il serio, e persino il tragico, si offrono come altrettante manifestazioni di una realtà osservata con il distacco di uno spettatore divertito. La materia è organizzata – andando dalla prima all’ultima novella – dei sentimenti quotidiani dei valori più nobili, quando si celebrano le grandi virtù della magnificenza e della liberalità, tanto che alcuni studiosi hanno visto in ciò una ripresa del modello della dantesca. dal basso al sublime Commedia Il divertimento dell’autore (e del lettore), però, si affida, un po’ dappertutto, alla : esempi di cinismo, casi umani dominati dalla fortuna o guidati dalla volontà e tenacia dei singoli; e poi, risposte pronte, beffe ai danni di poveri malcapitati, imbrogli, amori infelici o a lieto fine. molteplicità delle situazioni rappresentate Frontespizio del , 1573. Decameron