Umanesimo e Rinascimento Angiolieri nella seconda metà del Duecento e non disdegnato nemmeno da autori come Dante e Cavalcanti. La convivenza dei due aspetti viene meno verso la fine del principato di Lorenzo, il quale preferisce a un certo punto opporsi alla dissacrazione operata da Lui­ gi Pulci, per abbracciare la filosofia neoplatonica divulgata da Marsilio Ficino ( p. 23). L esaltazione della bellezza In questa Unità ci soffermeremo sulla rinascita lirica del volgare, che ha in Lorenzo un importante patrocinatore. Il recupero di una tradizione illustre risalente allo Stilnovo por­ ta, tra l altro, all esaltazione della bellezza e della figura femminile, fatta oggetto di ammirazione sensuale e al tempo stesso spirituale. L apparente contraddizione si spie­ ga con la natura peculiare dell edonismo umanistico fiorentino, che idealizza la ricerca del piacere (sempre distante da ogni eccesso) attraverso la sublimazione dei sentimenti. La duplicità dei toni e dello stile Felicità e inquietudine Sul delicato equilibrio tra evasione amorosa e controllo delle passioni si innestano i mo­ tivi ricorrenti della produzione poetica dello stesso Lorenzo (1449­1492) e del più ge­ niale interprete della poesia quattrocentesca, Angelo Poliziano (1454­1494). Entrambi infatti affrontano i temi della bellezza, della giovinezza felice e dell aperto godimento dei doni della vita, sui quali però agisce una vena di perplessa malinconia dovuta alla percezione dello scorrere del tempo. Giardini fioriti al sole tiepido della primavera, amo­ ri delicati vissuti nel tripudio dei colori della natura, l allegria della giovinezza increspata da una sottile ansietà per l incertezza di un domani imprevedibile: sono questi i motivi ricorrenti di una lirica in cui convivono una vena giocosa dai tratti popolareschi e una ve­ na più elegiaca e sentimentale, elegantemente aristocratica. La contaminazione tematica e stilistica Questa tendenza alla mescolanza si riflette soprattutto nelle strategie formali, che me­ diano tra diverse esigenze, aprendosi sia al­ la rielaborazione delle opere classiche (in particolare, con le Stanze per la giostra di Poliziano abbiamo un originale capolavo­ ro che intreccia miti, luoghi e suggestioni della letteratura latina), sia alla ricerca di un espressività schietta e immediata, perfi­ no comica (come nella produzione burlesca di Lorenzo). Questa varietà va considerata con attenzione: non passeranno molti an­ ni che una tale espressività, disponibile alla contaminazione, sarà sostituita, nel cuore del Rinascimento, dalla volontà di codifi­ care la lingua volgare scritta, vincolandola a schemi fissi e prestabiliti. All eclettismo, allo sperimentalismo e all ibridismo stili­ stico di Lorenzo e di Poliziano subentrerà l esigenza della normalizzazione linguisti­ ca e del rispetto dei modelli sia nella forma sia nei contenuti (il riferimento più impor­ tante, come vedremo, sarà Petrarca). 48 Giorgio Vasari, Ritratto di Lorenzo il Magnifico, 1534 ca. Firenze, Galleria degli Uffizi.