I SAPERI fondamentali Asset ID: 126 ( ) let-audlet-francesco-guicciardini90.mp3 Audiolettura La vita Francesco Guicciardini nasce a Firenze nel 1483. Riceve un’educazione umanistica e gli studi di diritto lo indirizzano verso la . Nel 1511 è ambasciatore in Spagna e dopo il ritorno al potere dei Medici riceve la nomina a governatore di Modena e di Reggio Emilia. In seguito ottiene gli incarichi di governatore della Romagna, consigliere del papa, luogotenente delle truppe pontificie. Ritornato a Firenze, è costretto all’esilio nel Mugello ma, dopo la restaurazione del potere mediceo, riceve l’incarico di eliminare i personaggi di spicco della caduta Repubblica. Muore ad Arcetri nel 1540. carriera politica È un’opera che analizza gli avvenimenti che vanno dalla discesa in Italia di Carlo VIII (1494) alla morte di papa Clemente VII (1534). Nel raccontare le vicende Guicciardini sfrutta la : nasce così la prima . Lo stile della è caratterizzato da una che mira a riprodurre la solennità della storiografia classica; il lessico si libera dagli elementi popolareschi del fiorentino contemporaneo e guarda al modello boccacciano e trecentesco. LE OPERE La Storia d’Italia conoscenza diretta degli avvenimenti opera storiografica moderna Storia d’Italia sintassi complessa All’interno della produzione di Guicciardini ricordiamo diversi testi di argomento politico: nel (1512) l’autore esprime le proprie simpatie per il regime aristocratico; ribadendo la propria ideologia politica nel (1521-1526) Guicciardini auspica l’ascesa di un governo oligarchico; nelle (1530) rifiuta di considerare gli ordinamenti romani come modello per il presente; nelle (1509), l’autore analizza gli eventi che vanno dal tumulto dei Ciompi (1378) sino al 1509. La sua produzione include inoltre diari di viaggio, orazioni, relazioni e un epistolario di circa 5000 lettere. Gli scritti minori Discorso di Logrogno Dialogo del reggimento di Firenze Considerazioni intorno ai “Discorsi” del Machiavelli sopra la Prima Deca di Tito Livio Storie fiorentine Sono brevi riflessioni, scritte fra il 1512 e il 1530, relative a vari argomenti . La frammentarietà dell’opera, composta da , riflette la complessità del reale e il caos del mondo. Secondo la dell’autore, l’uomo è tendenzialmente incline al bene, ma la debolezza della sua coscienza lo induce a deviare verso il male. L’individuo deve quindi imparare ad agire con « », qualità naturale che va esercitata e rafforzata grazie all’uso della «prudenza» e perseguire il « », cioè il beneficio personale, allineandosi quanto più possibile agli interessi dello Stato. La prosa dei è contraddistinta da un che non lascia spazio a sogni e progetti utopici, ma fa emergere tutta l’amarezza della rassegnazione. I Ricordi sull’esistenza umana e sulla politica aforismi visione pessimistica discrezione particulare Ricordi realismo >> pagina 481