L’opera Gerusalemme liberata Proemio (I, 1-5) T6 L’apparizione di Gerusalemme (III, 1-8) T7 Tancredi e Clorinda (XII, 52-70) T8 Rinaldo e Armida nel giardino delle delizie (XVI, 1-2; 9-22) T9 Rinaldo vince l’incantesimo della selva (XVIII, 18-38) T10 Solimano e la tragica condizione umana (XX, 73-75) T11 La conclusione del poema (XX, 134-136; 144) T12 Un capolavoro sofferto La è l’ , il capolavoro in cui Tasso riversa tutte le sue energie e ambizioni. Forse era stato il desiderio di gloria a spingerlo, ancora adolescente, ad accantonare il campo della lirica, insufficiente per emulare il grande e ingombrante modello di Ludovico Ariosto. O forse era stata la volontà di realizzare un poema in cui i valori della civiltà rinascimentale si fondessero, senza essere per questo rinnegati, con l’impegno religioso e ideologico imposto dalla Controriforma. In ogni caso è un’opera a cui l’autore continua a lavorare fino all’ultimo, mosso da scrupoli spirituali e da una persistente insoddisfazione. Gerusalemme liberata opera di una vita La vicenda editoriale Prima di addentrarci nelle vicende narrate dal poema, è necessario ricostruirne l’intricata storia editoriale, lunga e tormentata. Il dell’opera risale addirittura al 1559, quando Tasso quindicenne inizia a comporre le prime ottave (saranno, in conclusione, 116) di un abbozzo dal titolo . Tre anni dopo, nel 1562, pubblica il , un romanzo cavalleresco in ottave dedicato al paladino di Carlo Magno. Si tratta di , ma l’autore ha già le idee chiare sull’argomento che intende sviluppare, la prima crociata, e sul genere letterario da adottare. Le ragioni che lo portano a privilegiare il poema cavalleresco sono numerose. nucleo originario Gierusalemme Rinaldo tentativi ancora acerbi I primi esperimenti La prima è un motivo biografico. Non possiamo ignorare nella precoce vocazione alla poesia eroica del giovane Torquato l’ , autore di un fortunato poema in ottave, dal titolo , nel quale l’epopea cavalleresca si intreccia a vicende amorose. Torquato considera l’opera di Bernardo pari all’ ariostesco e superiore all’ di Boiardo. È un’esagerazione dettata dall’amore filiale, che però denota quanto il modello paterno possa aver inciso sulle scelte del figlio. influenza dell’esperienza letteraria del padre Bernardo Amadigi Orlando furioso Orlando innamorato L’ispirazione familiare >> pagina 539 C’è poi un motivo più squisitamente letterario, che riguarda la materia da scegliere. In Italia, prima che Tasso inizi la stesura del e del , si è andata diffondendo la moda del poema epico di argomento storico (un esempio significativo è dello scrittore veneto Gian Giorgio Trissino, 1547-1548). La volontà di Tasso di rinunciare alla tipica materia cavalleresca e recuperare un’esperienza recente risente anche di una più generale letteraria dell’epoca a riformare il modello ariostesco e . Gierusalemme Rinaldo L’Italia liberata dai Goti tendenza a conciliare il classicismo con la dimensione spirituale cristiana Superare Ariosto L’interesse dell’autore per la tematica religiosa si connette anche, proprio in quel lasso di tempo, con una tornata di attualità. La presa di Costantinopoli (1453) e l’avanzata dei turchi nel Mediterraneo hanno alimentato in tutta la cultura cristiana europea il mito di una nuova crociata. Inoltre, l’incursione saracena del 1558 ad Amalfi e nella penisola sorrentina ha coinvolto anche sul piano personale Tasso (il quale, ricordiamolo, era originario proprio di Sorrento, dove viveva ancora la sorella, salvatasi per miracolo). situazione storica Un argomento all’ordine del giorno: la prima crociata e la minaccia turca Al poema sulla prima crociata, già dunque progettato nella prima giovinezza, Tasso lavora soprattutto nel quinquennio che va . Queste date sono importanti perché è in questo periodo che la Lega Santa, composta dalla Chiesa, dalla Spagna, da Venezia e da altri Stati italiani, ottiene la vittoria contro i turchi nelle acque di , in Grecia (1571); sono questi inoltre gli anni centrali del primo, e inizialmente felice, soggiorno ferrarese del poeta: la stesura dell’opera e il servizio cortigiano presso gli Estensi vanno di pari passo. Il poeta sa bene come la tradizione cavalleresca sia in auge da decenni presso quella corte, che conserva memoria dei fasti rinascimentali di Boiardo e Ariosto: inserirsi in questo filone significa per lui conquistare fiducia e stima ancora maggiori presso i colti esponenti della nobiltà ferrarese. Per una personalità come la sua, sempre alla ricerca di conferme e di apprezzamento, anche questa motivazione deve essere stata rilevante. dal 1570 al 1575 Lepanto La stesura della Gerusalemme liberata Nel il poeta può annunciare ad Alfonso d’Este di aver portato a termine il poema, con il titolo di , dal nome del condottiero, Goffredo di Buglione, protagonista della prima crociata e della narrazione. Benché apprezzata a corte e apertamente lodata dai letterati a cui giunge il manoscritto, l’opera non viene però pubblicata. Tasso, temendo di aver violato l’ortodossia religiosa imposta dalla Controriforma (inserendo, per esempio, episodi che egli stesso giudicava licenziosi), sottopone il poema a una e al , che ne suggeriscono modifiche e limature snervanti, canto per canto, ottava per ottava. La conseguenza è che, mentre il poeta è recluso nell’Ospedale di Sant’Anna, circolano dappertutto, incontrollate, diverse copie dell’opera, scorrette e lacunose, corrispondenti ad altrettanti e successivi momenti di revisione ed elaborazione. 1575 Goffredo continua riscrittura vaglio di una squadra di revisori romani Nel escono, mai curate in prima persona né autorizzate, le prime edizioni complete con il titolo di . Nello stesso anno vede però la luce anche la prima edizione autorizzata dall’autore, quella che leggiamo ancora oggi, stampata a Ferrara a cura di Febo Bonnà, letterato vicino a Tasso. Tre anni dopo è la volta di una versione allestita a Mantova da Scipione Gonzaga, amico personale del poeta, che contiene alcuni interventi di censura. 1581 Gerusalemme liberata Tra rifacimenti e stampe non autorizzate Tasso continua ancora per anni a riscrivere il suo capolavoro, tagliandolo o rielaborandolo in modo da renderlo più conforme a princìpi religiosi e morali a suo giudizio in precedenza violati o elusi. La caratterizzazione dei due schieramenti diviene più netta: alla moralità cristiana si contrappone, senza incertezze, la malvagità pagana. In particola re, egli decide di fare a meno degli episodi amorosi, eliminandoli con aperta disponibilità all’autocensura. In compenso, accentua la , e lo stile, che già nella presentava numerosi virtuosismi manieristici, viene ora appesantito da artifici retorici ormai pienamente barocchi. teatralità fastosa Liberata Il risultato di questo lavoro più che decennale costituisce la , pubblicata a Roma nel , in 24 libri, con dedica non più ad Alfonso d’Este ma al cardinale Cinzio Aldobrandini. Si tratta, a tutti gli effetti, di un’opera diversa dalla . Gerusalemme conquistata 1593 Liberata La vittoria dell’ortodossia: la Gerusalemme conquistata >> pagina 540 Le tappe principali della composizione dell’opera 1559-1560 Composizione di 116 ottave dell’incompiuto , che può essere considerato il primo approccio alla materia dell’opera. Gierusalemme 1575 Termine della prima stesura, con il titolo , sottoposta al giudizio critico di vari lettori di fiducia, ai quali Tasso chiede di verificare che il testo rispetti i princìpi della Controriforma. Goffredo 1581 Pubblicazione dell’opera, a cura di Angelo Ingegneri, con il titolo , apposto dall’editore. Sono 20 canti per un totale di 1917 ottave. Nello stesso anno esce la prima edizione autorizzata, a cura di Febo Bonnà. Gerusalemme liberata 1584 Tra le numerosissime edizioni, testimonianza di un successo immediato, quella a cura di Scipione Gonzaga è considerata particolarmente attendibile, in quanto derivata da manoscritti originali. 1593 Edizione, autorizzata dal poeta, della , dopo una profonda revisione del testo della . Gerusalemme conquistata Liberata La trama Il poema, in ottave, diviso in 20 canti, ha come tema di fondo la prima crociata (1096-1099). La vicenda si apre al sesto anno della crociata (in realtà, storicamente è il terzo): i valorosi paladini cristiani, distolti da interessi personali, appaiono disorientati rispetto al nobile intento di liberare il Santo Sepolcro dai musulmani. Dio, allora, incarica il saggio di prendere la guida dell’esercito per condurlo alla conquista di Gerusalemme. A tenere la città sacra è il re , che può contare sull’aiuto delle forze infernali, riunite in concilio. Aladino invia nel campo crociato la bellissima per allontanare dai loro doveri di cavalieri i migliori guerrieri cristiani, che infatti la seguono in un castello sulle rive del Mar Morto, nel quale vengono imprigionati. Goffredo di Buglione Aladino maga Armida La prima crociata e la missione di Goffredo Il campo dei cristiani, diviso da contese e dissidi, è abbandonato anche dal più intrepido dei suoi cavalieri, , il quale, dopo aver ucciso un principe norvegese suo calunniatore, fugge per non sottostare al giudizio di Goffredo. Già indebolito, il fronte dei crociati perde anche un altro dei suoi campioni più importanti, , che crede di vedere in prossimità dell’accampamento la pagana , di cui è innamorato. Si tratta invece della guerriera pagana che, a sua volta innamorata dell’eroe cristiano, trova ospitalità e pace dai suoi affanni d’amore presso alcuni pastori, mentre anche Tancredi finisce prigioniero del castello di Armida. Rinaldo Tancredi Clorinda Erminia L’esercito cristiano intanto è in una situazione drammatica, incalzato dalle continue sortite degli assediati. La falsa notizia della morte di Rinaldo determina persino una rivolta contro il capitano Goffredo. Dio però interviene a suo favore proprio quando la bat taglia sta per decretarne la definitiva sconfitta. Mentre l’arcangelo Gabriele allontana le forze del Male, un drappello di misteriosi cavalieri giunge in soccorso di Goffredo: sono i prigionieri di Armida, liberati da Rinaldo, il quale, dismesse le armi insanguinate che avevano fatto credere che fosse morto, prosegue il suo cammino errante verso Antiochia. I cristiani vicini al tracollo >> pagina 541 A questo punto, i cristiani decidono di compiere una processione al monte Oliveto, mentre i pagani, dalle mura, li coprono di insulti; il giorno successivo si svolge una battaglia cruenta, che si conclude senza vincitori né vinti, ma con il ferimento di Goffredo, poi miracolosamente risanato grazie ancora a un intervento divino. Durante la notte, . Quest’ultima, rimasta fuori dalla città, è inseguita da Tancredi, che non la riconosce e la ferisce mortalmente al termine di un drammatico duello. Quando l’eroe scopre la vera identità della donna, poco prima che muoia, affranto le impartisce il battesimo. Paralizzato dal dolore, Tancredi trae consolazione solo dalla successiva apparizione in sogno della donna amata. le macchine da guerra dei crociati vengono incendiate da Argante e Clorinda Nel frattempo, altre minacce incombono sull’esercito di Goffredo. Il , da cui i cristiani ricavavano il legname per costruire nuove macchine da guerra; una siccità sembra inoltre piegare le loro forze residue. Goffredo è turbato da così tante avversità, ma per effetto delle sue preghiere il corso della guerra cambia di nuovo: prima una pioggia divina mitiga gli effetti della siccità, poi il ritorno di Rinaldo rende possibile la vittoria. L’eroe cristiano, infatti, vittima delle dolcezze voluttuose di Armida nelle Isole Fortunate, era stato svegliato dal suo torpore dall’intervento di due crociati inviati da Goffredo, Carlo e Ubaldo. Tornato in sé, riconciliatosi con Goffredo e pentitosi sul monte Oliveto, . mago Ismeno rende impenetrabile con i suoi incantesimi la selva di Saron Rinaldo scioglie gli incantesimi della selva di Saron I cristiani allora, dopo aver costruito tre torri, possono infine sferrare l’attacco decisivo: . Nell’ultima grande battaglia Tancredi uccide Argante, è ferito ma viene curato da Erminia; Rinaldo abbatte il coraggioso Solimano; l’esercito egizio, sopraggiunto in aiuto di quello musulmano, è distrutto; la torre di David, ultimo baluardo della cittadella di Gerusalemme, cade nelle mani dei crociati. Anche Aladino è ucciso. Ormai sconfitta, Armida fugge per suicidarsi ma, raggiunta da Rinaldo, si converte al cristianesimo. Il poema ora può davvero concludersi: l’ultima scena è l’ , dove depone le armi e dichiara conclusa la crociata. Gerusalemme viene conquistata ingresso di Goffredo nel tempio di Gerusalemme Il riscatto dei paladini e la vittoria cristiana , frammento di salterio, 1200 ca. L’Aia, Koninklijke Bibliothek. Pianta di Gerusalemme