T2 La Pentecoste Inni sacri 18 strofe di 8 settenari, disposti secondo lo schema SASASBBT (dove S indica i versi sdruccioli, T i versi tronchi). Le strofe sono unite a due a due dall’identità dell’ultima rima tronca. È il quinto degli Inni sacri, elaborato diversi anni dopo i precedenti, e insieme l’ultimo grande componimento in versi portato a termine da Manzoni. La stesura è lunga e difficoltosa: due volte abbandonata, nel 1817 e nel 1819, essa viene infine conclusa e il testo può essere stampato nell’autunno del 1822, nello stesso periodo in cui l’autore lavora ai Promessi sposi. L’inno si concentra sulla festa liturgica che ricorda l’inizio della diffusione del cristianesimo. La Pentecoste celebra infatti la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, cinquanta giorni dopo la resurrezione di Cristo (pentecoste in greco significa “cinquantesimo”), per conferire loro la facoltà di essere compresi in tutte le lingue e in tal modo di dare alla lieta novella una portata universale. Metro per la ritrovata L’entusiasmo fede Parafrasi Madre de’ Santi, immagine della città superna, del Sangue incorruttibile conservatrice eterna; tu che, da tanti secoli, 5 soffri, combatti e preghi, che le tue tende spieghi dall’uno all’altro mar; Apostrofe alla Chiesa e racconto della discesa dello Spirito Santo O Chiesa del Dio vivente (al v. 10), tu che generi e consacri i santi ( ), che sei immagine del regno dei cieli, che sei eterna custode dell’incorruttibile sangue di Cristo; tu che da tanti secoli soffri, combatti e preghi; che estendi il tuo potere su tutta la Terra ( ); 1-8 Madre de’ Santi le tue tende spieghi / dall’uno all’altro mar la Chiesa è detta in quanto genera i beati ed è indicata come terrena del regno dei cieli ( ). 1-2 Madre… superna: Madre de’ Santi immagine città superna la Chiesa conserva nel sacramento dell’eucarestia il sangue di Cristo. 3-4 Sangue… eterna: con questi tre verbi Manzoni indica rispettivamente i tre “regni” della Chiesa: quello del pentimento (le anime del Purgatorio), quello militante (i viventi sulla Terra) e quello trionfante (i santi del Paradiso). 6 soffri… preghi: l’autore utilizza una metafora militare per indicare la diffusione della Chiesa sulla Terra. 7 tende: campo di quei che sperano, chiesa del Dio vivente; 10 dov’eri mai? qual angolo ti raccogliea nascente, quando il tuo Re, dai perfidi tratto a morir sul colle, imporporò le zolle 15 del suo sublime altar? che sei il campo in cui combattono quanti sperano nella salvezza: dov’eri mai? In quale luogo ti nascondevi, nascente, quando Cristo, portato a morte dai malvagi sul Golgota, bagnò con il suo sangue la terra del calvario ( )? 9-16 imporporò le zolle / del suo sublime altar si tratta del Golgota, la collina alle porte di Gerusalemme dove Cristo subì il supplizio della crocefissione; perché nobilitato dal sangue del Figlio di Dio. 16 sublime altar: sublime E allor che dalle tenebre la diva salma uscita, mise il potente anelito della seconda vita; 20 e quando, in man recandosi il prezzo del perdono, da questa polve al trono del Genitor salì; E dov’eri quando il divino corpo ( ), uscito dalle tenebre, infuse nei fedeli l’insopprimibile desiderio ( ) della nuova ( ) vita; e quando salì dalla Terra al cielo ( ), offrendo a Dio ( ) il prezzo pagato per la redenzione degli uomini; 17-24 diva salma anelito seconda da questa polve al trono Genitor quella dopo la morte. 20 seconda vita: Manzoni allude alla Passione, grazie alla quale Cristo ha riscattato gli uomini dalle conseguenze dei loro peccati. 22 il prezzo del perdono: compagna del suo gemito, 25 conscia de’ suoi misteri, tu, della sua vittoria figlia immortal, dov’eri? In tuo terror sol vigile, sol nell’obblio secura, 30 stavi in riposte mura, fino a quel sacro dì, tu che avevi pianto con Cristo ( ) e conoscevi i misteri della verità, tu figlia immortale della sua vittoria, dov’eri? Te ne stavi nascosta tra le mura del Cenacolo ( ), attenta solo alle tue paure, sicura solo se dimenticata ( ), fino al giorno della Pentecoste ( ), 25-32 compagna del suo gemito riposte mura nell’obblio secura sacro dì la Chiesa è definita in tal modo in quanto gli apostoli condivisero le sofferenze del Salvatore. 25 compagna del suo gemito: quando su te lo Spirito rinnovator discese, e l’inconsunta fiaccola 35 nella tua destra accese; quando, segnal dei popoli, ti collocò sul monte; e ne’ tuoi labbri il fonte della parola aprì. 40 quando lo Spirito Santo, che rigenera, discese su di te e accese nelle tue mani l’inconsumabile fiaccola della fede; quando ti collocò in alto sul monte, faro ( ) per tutti i popoli, e fece delle tue labbra la fonte del messaggio di salvezza. 33-40 segnal lo Spirito Santo conferì agli apostoli il dono di essere compresi in ogni lingua. È il cosiddetto miracolo della polilalia, avvenuto la domenica di Pentecoste. è di genere maschile, come in latino. 39-40 ne’ tuoi labbri… aprì: Fonte Come la luce rapida piove di cosa in cosa, e i color vari suscita ovunque si riposa; tal risonò moltiplice 45 la voce dello Spiro: l’Arabo, il Parto, il Siro in suo sermon l’udì. Come la luce colpisce rapidamente tutte le cose, e accende ( ) vari colori ovunque si posi, così la voce dello Spirito Santo risuonò nelle più diverse lingue ( ): arabi, parti, siriani la compresero nel loro idioma ( ). 41-48 suscita moltiplice in suo sermon Adorator degl’idoli, sparso per ogni lido; 50 volgi lo sguardo a Solima, odi quel santo grido: stanca del vile ossequio, la terra a Lui ritorni: e voi che aprite i giorni 55 di più felice età, Invito agli uomini ad accogliere il messaggio evangelico O pagani ( ), sparsi ovunque ( ) per ogni dove, volgete lo sguardo a Gerusalemme ( ), e ascoltate l’esortazione divina: il mondo, stanco dei falsi culti ( ), ritorni al vero Dio: e voi, che date inizio a un’era più felice, 49-56 Adorator degl’idoli per ogni lido Solima vile ossequio sono le madri che donano la vita a una generazione più felice (perché rigenerate dallo Spirito Santo). 55-57 voi… spose: spose, che desta il subito balzar del pondo ascoso; voi già vicine a sciogliere il grembo doloroso; 60 alla bugiarda pronuba non sollevate il canto: cresce serbato al Santo quel che nel sen vi sta. spose destate dalle mosse improvvise del bimbo che portate in grembo ( ), e voi ormai in prossimità del parto ( ), non invocate l’aiuto della falsa protettrice ( ): il figlio nel vostro grembo ( )cresce consacrato ( ) a Dio. 57-64 pondo ascoso sciogliere il grembo doloroso bugiarda pronuba quel che nel sen vi sta serbato letteralmente, “peso nascosto”, cioè il nascituro. pondo ascoso: 58 Giunone, protettrice dei matrimoni e delle partorienti. bugiarda pronuba: 61 Perché, baciando i pargoli, 65 la schiava ancor sospira? E il sen che nutre i liberi invidïando mira? Non sa che al regno i miseri seco il Signor solleva? 70 Che a tutti i figli d’Eva nel suo dolor pensò? Perché la schiava continua a sospirare, baciando i figli? E guarda con invidia il seno che nutre figli destinati alla libertà? Non sa che il Signore innalza i derelitti ( ) con sé al regno dei cieli? Che nel suo sacrificio ha pensato a tutti gli uomini? 65-72 miseri gli esseri umani, discendenti da Adamo ed Eva. i figli d’Eva: 71 Nova franchigia annunziano i cieli, e genti nove; nove conquiste, e gloria 75 vinta in più belle prove: nova, ai terrori immobile e alle lusinghe infide, pace, che il mondo irride, ma che rapir non può. 80 Dio ( ) annuncia una nuova libertà ( ) e un’umanità rinnovata ( ); nuove conquiste e vittorie ottenute tramite prove più belle della guerra; annuncia una nuova pace, indifferente ( ) alle minacce ( ) e alle lusinghe ingannevoli, una pace che il mondo può irridere, ma non estirpare ( ). 73-80 i cieli franchigia genti nove immobile terrori rapir la gloria conquistata con la fede, e non tramite la violenza. gloria… prove: 75-76 O Spirto! Supplichevoli a’ tuoi solenni altari; soli per selve inospite; vaghi in deserti mari; dall’Ande algenti al Libano, 85 d’Erina all’irta Haiti, sparsi per tutti i liti, ma d’un cor solo in Te, Preghiera allo Spirito Santo O Spirito Santo! Noi ti imploriamo ai piedi ( ) dei tuoi solenni altari; soli nelle foreste inospitali; erranti ( ) su mari deserti; dalle gelide Ande al Libano, dall’Irlanda ( ) alla montuosa Haiti, sparsi in ogni luogo, ma uniti nel sentimento che ispiri ( ), 81-88 Supplichevoli vaghi Erina d’un cor solo in Te attraverso alcuni toponimi esemplari il poeta intende indicare tutto il mondo abitato. dall’Ande… Haiti: 85-86 noi T’imploriam! Placabile spirto discendi ancora, 90 ai tuoi cultor propizio, propizio a chi t’ignora: scendi e ricrea: rianima i cor nel dubbio estinti: e sia divina ai vinti 95 il Vincitor mercè. noi ti imploriamo! Spirito che pacifica ( ) scendi ancora benevolo ( ) ai tuoi fedeli ( ) ma anche a chi t’ignora: scendi e rigenera: rianima i cuori consumati ( ) dal dubbio: e il vincitore sia la divina ricompensa per i vinti. 89-96 Placabile propizio cultor estinti l’aggettivo è usato in senso attivo-causativo (che dà la pace). Secondo un’interpretazione letterale, “disposto al perdono”. Placabile: 89 , miniatura, età rinascimentale. Milano, Biblioteca Braidense. La Pentecoste Discendi Amor; negli animi l’ire superbe attuta: dona i pensier, che il memore ultimo dì non muta: 100 i doni tuoi benefica nutra la tua virtude: siccome il sol che schiude dal pigro germe il fior; Discendi come Amore, Spirito, e smorza ( ) negli animi le ire superbe: concedi pensieri tali che la nostra mente non sia costretta a mutare nell’ultimo giorno: la tua grazia ( ) benefica alimenti i tuoi doni, come il sole che dal pigro seme ( ) fa germogliare ( ) il fiore; 97-104 attuta virtude germe schiude la ricompensa per chi si lascia vincere da Dio è Dio stesso. sia… mercè: 95-96 il poeta chiede allo Spirito Santo di donare all’uomo pensieri improntati a sentimenti religiosi che rimangano vivi sino all’ultimo giorno (detto , perché tutta la vita ricompare nella memoria del morente). dona… non muta: 99-100 memore che lento poi su le umili 105 erbe morrà non colto, né sorgerà coi fulgidi color del lembo sciolto, se fuso a lui nell’etere non tornerà quel mite 110 lume, dator di vite, e infaticato altor. che poi, reclinato ( ) sulle erbe più basse ( ), morirà senza essere stato colto, e non sorgerà con i colori splendenti della corolla dischiusa ( ), se diffuso nell’aria ( ) non tornerà a lui il mite raggio del sole ( ), che dà vita e instancabile la alimenta ( ). 105-112 lento umili lembo sciolto etere lume infaticato altor dal verbo latino , significa letteralmente “che alimenta, che nutre”. altor: 112 alo Noi T’imploriam! Nei languidi pensier dell’infelice scendi piacevol alito, 115 aura consolatrice: scendi bufera ai tumidi pensier del violento; vi spira uno sgomento che insegni la pietà. 120 Noi ti imploriamo! Discendi, Spirito, tra gli stanchi pensieri degli infelici come un soffio corroborante ( ), come una brezza ( ) che consola: cala come una bufera sui pensieri gonfi di orgoglio ( ) dei violenti; ispira uno sgomento che insegni loro a divenire pietosi. 113-120 piacevol alito aura tumidi Per Te sollevi il povero al ciel, ch’è suo, le ciglia; volga i lamenti in giubilo, pensando a Cui somiglia: cui fu donato in copia, 125 doni con volto amico, con quel tacer pudico, che accetto il don ti fa. Per opera tua sollevi il povero gli occhi al cielo, a lui destinato; tramuti i lamenti in grida di felicità ( ), nel pensiero di somigliare a Cristo ( ): chi ha avuto dalla sorte abbondanti ricchezze doni con animo lieto, e in quel modo riservato ( ), che fa apprezzare il dono 121-128 giubilo a Cui tacer pudico «Beati voi che siete poveri, perché è vostro il regno di Dio» (Luca, 6, 20). ciel, ch’è suo: 122 a chi è simile, perché Cristo volle essere povero fra gli uomini. a Cui somiglia: 124 Spira dei nostri bamboli nell’ineffabil riso; 130 spargi la casta porpora alle donzelle in viso; manda alle ascose vergini le pure gioie ascose; consacra delle spose 135 il verecondo amor. Traspari nell’indicibile sorriso dei nostri bambini ( ); spargi il casto rossore ( ) sul viso delle ragazze; suscita nell’animo delle suore ( ) le pure e segrete gioie spirituali; consacra l’amore pudico ( ) delle spose. 129-136 bamboli porpora ascose vergini verecondo amor le donne che si consacrano alla clausura e perciò vivono nascoste ( ). ascose vergini: 133 ascose Tempra dei baldi giovani il confidente ingegno; reggi il viril proposito ad infallibil segno; 140 adorna le canizie di liete voglie sante; brilla nel guardo errante di chi sperando muor. Modera l’eccessiva fiducia ( ) dei giovani forti; sorreggi i propositi degli uomini maturi a una meta che non inganni ( ); adorna la vecchiaia ( ) di desideri lieti e santi; brilla nello sguardo errante di chi muore nella speranza. 137-144 confidente ingegno ad infallibil segno canizie in Dio, cioè nella vita ultraterrena. sperando: 144 >> pagina 281 Dentro il TESTO I contenuti tematici è costruita su uno schema tripartito in cui si alternano narrazione, riflessione e preghiera. La prima parte (vv. 1-48) si apre con un’apostrofe alla Chiesa primitiva degli apostoli, alla quale segue il racconto dell’evento miracoloso. Lo Spirito Santo infonde forza e coraggio al primo nucleo di fedeli e consente loro di predicare la “buona novella” in qualunque lingua, venendo compresi dappertutto. La seconda parte (vv. 49-80) esorta pagani, spose e schiave ad accettare il messaggio evangelico, che a tutti gli uomini prospetta libertà, amore e uguaglianza nel regno dei cieli. Nella terza e ultima parte (vv. 81-144) il poeta si rivolge direttamente allo Spirito Santo, perché discenda ancora e sempre, per la salvezza del genere umano. Prende così slancio una preghiera condotta alla prima persona non singolare ma plurale ( , vv. 89 e 113), sull’esempio del tono liturgico dei canti corali. La Pentecoste noi T’imploriam La struttura dell’inno Questo testo è il più tardo degli : il più vicino, tanto sul piano ideologico quanto sul piano tematico, ai . Non a caso nelle ultime strofe appaiono evidenti prefigurazioni dei personaggi del romanzo: dalla fanciulla pudica al malvagio da redimere, sino ai (v. 137) da temprare. Dio è visto come una forza operante nell’uomo: in virtù dell’azione dello Spirito Santo, il cristiano supera la propria debolezza e agisce per un rinnovamento morale collettivo. Inni sacri Promessi sposi baldi giovani Il messaggio Per rendere viva e concreta nel mondo la parola dei Vangeli, la Pentecoste deve ripetersi in ogni istante nella vita degli uomini. Per questo Manzoni fa solo un accenno al momento del miracolo e si concentra piuttosto sulla rinascita dei valori dovuta al cristianesimo. Imposta dunque una preghiera corale, che occupa quasi metà del componimento e in cui lo Spirito Santo è invocato per tutti: la redenzione riguarda l’intera umanità e Cristo è portatore di un messaggio universale di uguaglianza e fratellanza tra popoli e ceti differenti. In questo modo, come scrisse Francesco De Sanctis, lo scrittore milanese traspone in termini cattolici i concetti cardine dell’Illuminismo e in definitiva «concilia gli ideali del Settecento con il Vangelo». Occorre tuttavia precisare che l’attenzione verso gli oppressi, che connota tutta l’opera manzoniana, va intesa in termini spirituali, prima che sociali o politici. prelude a una liberazione spirituale, al trionfo dell’uomo sul peccato, in vista della salvezza dell’anima. Nel frattempo è però necessario contrastare il male nel mondo terreno, evitando la rassegnazione passiva ed esercitando la carità. La Pentecoste Un egualitarismo evangelico >> pagina 282 Le scelte stilistiche Esiste una contraddizione di fondo tra gli intenti democratici sottesi agli e lo stile sublime profuso in essi dall’autore, in omaggio alle regole del genere degli inni e con l’adozione di un linguaggio comprensibile solo a una ristretta classe di persone colte: non fa eccezione. Allo stesso tempo Manzoni rinuncia ad attingere dal patrimonio della mitologia classica, che egli ritiene, dopo la conversione, superato: recuperarlo equivarrebbe a una blasfema superstizione (Giunone è definita , v. 61); perciò il poeta si rivolge alle fonti bibliche, moltiplicando i rimandi alle Sacre Scritture. Inni sacri La Pentecoste bugiarda pronuba Nell’ambito lessicale spicca il ricorso ad aulicismi e latinismi ( , , , ecc.); per il lettore odierno questi ultimi si configurano a volte come “falsi amici” di parole ancora in uso, in quanto assumono un significato diverso da quello corrente per presentare una somiglianza morfologica o fonetica: il fiore per esempio è un fiore reclinato; i pensieri sono pensieri deboli, di una mente prostrata. pondo polve pronuba altor lento languidi Una lingua non per tutti Molto fitta è la trama di espedienti retorici, tra i quali spiccano le figure della ripetizione: anafore e iterazioni giovano alla memorizzazione del testo e riproducono un andamento stilistico di stampo biblico. Il ricorso ai settenari conferisce all’inno un ritmo incalzante, grazie al sostegno di una sintassi complessa (non mancano periodi che si estendono per più di dieci versi), ricca di parallelismi e movimentata dalla presenza di interrogative, invocazioni, esortazioni. Per dare terrena concretezza alle questioni teologiche Manzoni ricorre inoltre a due articolate similitudini, che coinvolgono i sensi e la natura, paragonando l’azione dello Spirito Santo al “piovere” della luce sulle cose (vv. 41-42) e al raggio di sole che induce i fiori a germogliare (vv. 103-112). La tessitura retorica Verso le COMPETENZE Comprendere Riassumi in 10 righe l’argomento della . 1 Pentecoste Quali momenti della storia sacra sono menzionati nel testo? 2 Le tre parti dell’inno si rivolgono ciascuna a un diverso interlocutore. Quale? 3 Analizzare Come cambia l’atteggiamento della Chiesa prima e dopo la discesa dello Spirito Santo? 4 Perché Manzoni si rivolge non solo al cristiano ma anche all’ (v. 49)? 5 adorator degl’idoli Individua le diverse figure su cui si esercita l’azione dello Spirito Santo. 6 Analizza il ruolo della luce nelle due similitudini ai vv. 41-48 e 103-112. 7 Interpretare Quale immagine e funzione della Chiesa emerge dal testo? 8 Come agisce lo Spirito Santo sulla società umana? 9