L epoca e le idee INTELLETTUALE e SOCIET Nobili, giornalisti e professori Letteratura e nobiltà I due più importanti letterati italiani dell Ottocento, Manzoni e Leopardi, erano nobili e potevano permettersi pur con qualche personale difficoltà, come nel caso del secondo di vivere di rendita. A questi, nel secondo Ottocento, possiamo aggiungere i nomi di Giovanni Verga e Luigi Capuana, entrambi provenienti dai facoltosi ambienti dell aristocrazia terriera e dunque in grado di sostentarsi (Verga talvolta con qualche fatica) senza esercitare una vera professione. Le nuove opportunità nel giornalismo e nell editoria Diversa è la situazione per gli intellettuali di altra estrazione sociale. Con lo sviluppo dell industria culturale, le possibilità che si offrono allo scrittore sono più ampie: la tiratura dei libri si accresce (e alcuni, come Cuore di Edmondo De Amicis o Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi, possono a buon diritto definirsi best seller); i diritti d autore diven- tano più consistenti; aumenta il numero delle case editrici, dei quotidiani e dei periodici che impiegano un numero crescente di letterati in qualità di redattori o semplici collaboratori. Sviluppatasi su quasi tutto il territorio nazionale, l industria editoriale permette di divulgare l attività letteraria: la pubblicità accompagna l uscita dei volumi degli scrittori più seguiti; le riviste e i quotidiani rappresentano il laboratorio dove proliferano polemiche e dibattiti e si formano gruppi e movimenti. Per la prima volta, la letteratura in particolare il romanzo entra in contatto con un pubblico nuovo: i cataloghi editoriali ampliano infatti il proprio orizzonte e offrono, accanto ai libri di qualità, romanzi popolari, editi in collane più economiche. Letterati in cattedra L aumento del numero dei lettori garantisce agli scrittori una maggiore fonte di reddito, impensabile appena qualche decennio prima. Tuttavia, difficilmente i letterati possono fare affidamento esclusivo sui proventi che derivano dalla propria specifica attività: il caso di Gabriele d Annunzio, autentico impresario di sé stesso oltre che ammirato personaggio mondano, rappresenta un eccezione, sebbene di rilievo. L analfabetismo che le prime riforme della scuola tentano, con lento successo, di ridimensionare tocca infatti ancora la maggioranza della popolazione e solo una piccola minoranza degli scrittori riesce a vivere della propria attività letteraria. La maggior parte di essi deve invece ancora affiancare alla scrittura un impiego, di frequente nelle strutture pubbliche e in particolare nelle scuole, fino all università. Carducci e Pascoli, per esempio, sono entrambi docenti, che nell insegnamento trovano riconosciuto a livello istituzionale il proprio lavoro letterario (Carducci, non a caso, è divenuto noto anche con il soprannome di poeta-professore ). La lingua Verso l unificazione linguistica In Italia, il conseguimento dell unità politica e la proclamazione di Roma capitale imprimono un moto di accelerazione al processo di unificazione linguistica. La parte più progressista del paese si adopera per la fondazione di una nazione unita non solo istituzionalmente, ma anche nel sentimento dei cittadini, nell attenuazione delle spinte localistiche, nella diffusione di un unica lingua scritta. Alla realizzazione di tali obiettivi si frappongono però non pochi ostacoli. Una difficile situazione di partenza L Italia postunitaria rivela una complessiva arretratezza e profondi dislivelli tra regioni e classi sociali: dal censimento del 1861 emerge una percentuale media di analfabeti del 75 per cento, con picchi del 90 per cento al Sud e nelle isole. Solo l insieme di varie dinamiche demografiche, sociali e culturali l amministrazione centralizzata, l esercito nazionale e il servizio di leva, l emigrazione e la mobilità interna, lo sviluppo della stampa periodica, la nascita e il progressivo consolidamento della scuola statale favorisce una graduale evoluzione rispetto al desolante punto di partenza. 31