Il Decadentismo Franco Fortini e Carlo Salinari esso arriva fino alla Seconda guerra mondiale, comprendendo autori come Italo Svevo e Luigi Pirandello, sui quali agisce la consapevolezza della malattia e delle ambiguità dell uomo moderno. Altri studiosi quali Elio Gioanola e Giuliano Ladolfi hanno sostenuto un uso ancora più esteso del termine, a indicare nel suo complesso la letteratura novecentesca (compresi autori della seconda metà del secolo come Cesare Pavese o Pier Paolo Pasolini), che si fonderebbe, nelle sue espressioni più compiute, sul rifiuto del razionalismo e del realismo tipici della letteratura ottocentesca. Due filoni complementari: Simbolismo ed Estetismo Nell ambito del Decadentismo è possibile cogliere esperienze diverse tra loro, spesso intrecciate nella produzione letteraria di uno stesso autore: sono filoni e movimenti che convivono come linee di sviluppo dai tratti specifici, caratterizzate dall elaborazione di una poetica organica o dalla promozione di particolari atteggiamenti del gusto e del pensiero. Si possono in particolare distinguere due tendenze dominanti che compongono il quadro letterario decadente europeo, il Simbolismo (che riguarda soprattutto la poesia) e l Estetismo (che riguarda specialmente la narrativa), precisando che spesso, diversamente che in Italia, nei paesi in cui tali correnti si manifestano l uso di questi termini sostituisce di fatto quello di Decadentismo. Il Simbolismo Un esperienza soprattutto francese Ufficialmente il Simbolismo nasce prima come fenomeno letterario, poi come movimento artistico, anche se le opere di taluni artisti figurativi, come quelle del pittore Gustave Moreau, avevano già anticipato tratti che sarebbero stati propri del movimento. La data di nascita ufficiale è il 1886, quando il poeta Jean Moréas (1856-1910) pubblica sul giornale parigino Le Figaro un Manifesto del Simbolismo, con il quale annuncia l esaurimento della letteratura d ispirazione romantica, naturalista e, in particolare, parnassiana , vista da molti come espressione di un arte troppo fredda e accademica, cioè lontana dalla vita reale. Il valore del simbolo Per simbolo si intende un immagine, una parola, una figura o un oggetto che evoca o rappresenta qualcos altro: un concetto, una virtù, una qualità morale, uno stato d animo, una condizione psicologica o emotiva, un valore religioso o politico, un idea filosofica. Ciò a cui il simbolo allude può essere definito o indefinito, e quindi di non immediata identificazione. In effetti, gli artisti e i poeti di questa corrente letteraria non si servono quasi mai di simboli immediatamente comprensibili: anche quando nominano un oggetto concreto (per esempio un albero o un uccello), richiamano sempre l esistenza di qualcosa che sta al di là di esso e che il lettore è chiamato a riconoscere. Spesso, del resto, il rapporto tra l oggetto (cioè il simbolo) e la realtà ulteriore che esso evoca non è univoco, e l autore stesso mette in conto che diversi lettori daranno diverse interpretazioni di un medesimo testo. 355