Il secondo Ottocento Incandescenza della materia e compostezza della forma La forza di Baudelaire non è infatti nel suo dramma esistenziale esasperato, bensì nel modo in cui egli ne fa poesia, nel rapporto sofferto con la poesia stessa, nelle nuove forme (immagini, simboli, visioni, allegorie) in cui plasma i contenuti. La sua sfida è «estrarre la bellezza dal male . All interno del verso grave e solenne (per lo più il cosiddetto alessandrino, composto da due emistichi di sette sillabe), egli si impone un estrema cura tecnica e retorica, che fa grande uso di analogie, sinestesie e della figura chiave con cui esprime la disarmonia e la dissonanza: l ossimoro. Allo stesso tempo, Baudelaire predilige le forme brevi e il metro classico (in particolare il sonetto) per contenere e fissare una materia incandescente, anche se non disdegna andamenti narrativi più distesi, che trasformano talvolta i componimenti poetici quasi in racconti in versi. La poetica delle «corrispondenze La sua originalità sta dunque nel fatto che egli ha saputo unire modernità e classicità, aprendo contemporaneamente la strada alla poetica simbolista: l arte non può essere sfogo momentaneo, ma deve essere artificio, laboriosa composizione e operazione magica, evocativa della natura, nei suoi rapporti misteriosi e nella fitta rete di simboli legati da occulte «corrispondenze , mediante le quali tutti gli elementi della realtà, i suoni, i colori, i profumi, si rispondono reciprocamente, creando una suggestiva e mistica unità. T9 audiolettura L albatro I fiori del male, 2 Il poeta nella società La lirica contrappone il poeta moderno portatore di un ispirazione capace di spaziare oltre i meschini dati di realtà al pubblico borghese e alla società capitalista, materialista, tesa al guadagno e preoccupata soltanto degli aspetti economici dell esistenza, dunque sorda all arte e alle sue esigenze. Questo conflitto è reso attraverso un immagine di grande efficacia: quella di un albatro, l uccello marino in cui il poeta si immedesima. Souvent, pour s amuser, les hommes d équipage Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers, Qui suivent, indolents compagnons de voyage, Le navire glissant sur les gouffres amers. 4 peine les ont-ils déposés sur les planches, Que ces rois de l azur, maladroits et honteux, Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches Comme des avirons tra ner à c té d eux. 8 L hanno appena posato sulla tolda e già il re dell azzurro, maldestro e vergognoso, pietosamente accanto a sé strascina come fossero remi le grandi ali bianche. Com è fiacco e sinistro il viaggiatore alato! E comico e brutto, lui prima così bello! Chi gli mette una pipa sotto il becco, chi imita, zoppicando, lo storpio che volava! Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule! Lui, naguère si beau, qu il est comique et laid! L un agace son bec avec un br le-gueule, L autre mime, en boitant, l infirme qui volait! 12 5 tolda: il ponte di coperta delle navi a vela. 408 TESTO ORIGINALE L albatros Spesso, per divertirsi, i marinai prendono degli albatri, grandi uccelli dei mari, indolenti compagni di viaggio delle navi in lieve corsa sugli abissi amari.