TEMI nel TEMPO La voce degli uccelli 414 a.C.: di Aristofane Gli uccelli La sonorità dei versi degli uccelli ha affascinato e suggestionato molti autori già nell’antichità. Il commediografo greco (vissuto tra il V e il IV secolo a.C.) mette in scena nel una commedia, intitolata , che racconta la fantasiosa fondazione di una città sospesa tra il cielo e la terra, amministrata congiuntamente da uomini e volatili, di cui vengono riprodotti i versi attraverso originalissime onomatopee. Aristofane 414 a.C. Gli uccelli 414 a.C. Il virtuosismo dell’usignolo di Marino Far parlare gli uccelli è una stravaganza che non poteva non piacere anche agli scrittori del Barocco, abituati a dare prova della propria perizia e della propria eccentricità. Non si sottrae all’impresa il più importante dei poeti italiani del Seicento, Giambattista Marino (1569-1625), il quale nelle ottave del poema (canto VII, ott. 32-56) mette in scena la gara canora tra un musico e un usignolo, capace di variare il proprio verso alla stregua di un abile cantante lirico. L’uccello morirà nel vano tentativo di imitare gli effetti musicali del liuto del suo rivale. Adone Edgar Allan Poe e la lugubre risposta di un corvo parlante Assume invece una valenza inquietante l’unica parola pronunciata dal corvo di (1809-1849), nel poema ( ). Di notte, alla casa del protagonista, inconsolabile per la perdita della sua donna, Lenore, si presenta un nero uccello parlante, il quale alle angosciate domande dell’uomo, che gli chiede se rivedrà la sua amata e se troverà conforto nella vita, non fa che ripetere la stessa risposta: (Mai più). La parola del corvo, fatale e ossessiva, è sempre la stessa: sigillo della disperazione e della morte, simbolo terribile e definitivo della negazione di ogni possibile speranza. Edgar Allan Poe Il corvo 1845 Nevermore 1845 Gli uccelli nel cinema Nel 1966 Pier Paolo Pasolini gira un film che potrebbe essere definito una "favola filosofica”: , interpretato da Totò e Ninetto Davoli e da un corvo parlante. Agli attori il regista affida la parte di un padre e un figlio vaganti per le periferie di Roma, accompagnati dal corvo parlante che incarna un petulante ideologo marxista («un intellettuale di sinistra», precisa Pasolini, «di prima della morte di Palmiro Togliatti»). Il corvo incalza Totò e Ninetto con mille domande ed esasperanti, noiosissimi discorsi, tanto che alla fine i due, stanchi delle sue chiacchiere saccenti, lo uccidono e se lo mangiano. Uccellacci e uccellini Volatili decisamente terrificanti sono quelli del film (1963) di (1899- 1980), uno dei capolavori del regista inglese, tratto da un racconto della scrittrice, anch’essa inglese, Daphne du Maurier (1907-1989): torme di corvi e gabbiani assediano una cittadina della California, provocando un improvviso ribaltamento del tradizionale rapporto uomo-natura e costringendo gli abitanti a lasciare le proprie case e a fuggire per non essere uccisi. Gli uccelli Alfred Hitchcock oggi