I testi Temi e motivi dei brani antologizzati T4 L’omologazione televisiva  il consumismo come dittatura •  il potere della televisione come causa di una «morte dell’anima» • T5 Sviluppo e progresso  crescita economica e perdita di identità culturale • T6 Il romanzo delle stragi  l’atto d’accusa contro la classe politica al potere responsabile della “strategia della tensione” •  la funzione degli intellettuali • T4 L’omologazione televisiva Riportiamo integralmente il capitolo 9 dicembre 1973. Acculturazione e acculturazione, in cui Pasolini sviluppa uno dei temi più dibattuti negli Scritti corsari: il potere occulto ma fortemente “seduttivo” della nuova ideologia edonistica che ha cambiato il carattere degli italiani spingendoli alla sola ricerca del benessere materiale.  e  Edonismo repressione Molti lamentano (in questo frangente dell’ ) i disagi dovuti alla mancanza austerity 1 di una vita sociale e culturale organizzata fuori dal Centro «cattivo» nelle periferie «buone» (viste come dormitori senza verde, senza servizi, senza autonomia, senza più reali rapporti umani). Lamento retorico. Se infatti ciò di cui nelle periferie si lamenta la mancanza, ci fosse, esso sarebbe comunque organizzato dal Centro. 5       Quello stesso Centro che, in pochi anni, ha distrutto tutte le culture periferiche 2 dalle quali – appunto fino a pochi anni fa – era assicurata una vita propria, sostanzialmente libera, anche alle periferie più povere e addirittura miserabili. Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, 10     che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, 3 operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è totale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati. L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la «tolleranza»  15     4 5 della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana. Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazioni. Le strade, la motorizzazione ecc. hanno ormai strettamente unito la periferia al Centro, abolendo ogni distanza materiale. Ma 20     la rivoluzione del sistema d’informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della televisione, il Centro ha assimilato a sé l’intero paese, che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè – come dicevo – i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale 25     non si accontenta più di un «uomo che consuma», ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un edonismo neolaico, ciecamente 6 dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane. nel 1973, durante una grave crisi petrolifera internazionale, il governo italiano varò alcuni provvedimenti volti a limitare l’utilizzo delle automobili private, soprattutto nei giorni festivi, per determinare un risparmio di carburante. Il termine inglese (“austerità”) fu utilizzato dai giornalisti per indicare questo periodo di disagio che sembrava produrre quasi un ritorno al passato nelle abitudini degli italiani. : 1 austerity austerity con questa parola Pasolini intende il potere centrale (politico ma soprattutto economico) che determina le caratteristiche della vita collettiva di una nazione. Centro: 2 non veniva intimamente seguito dalla gente, rimaneva un ordine puramente formale. restava lettera morta: 3 come quelli della civiltà contadina o dei diversi ambiti locali. Per Pasolini l’industrialismo avanzato equivale a una sorta di “irrealtà”, in quanto si tratta di un sistema artefatto e imposto dai pochi (coloro che ne traggono grandi profitti) ai molti. modelli culturali reali: 4 rinuncia all’autenticità e alla libertà interiore. abiura: 5 l’esclusiva ricerca di soddisfazioni materiali, a prescindere da qualsiasi etica religiosa. edonismo neolaico: 6 L’antecedente ideologia voluta e imposta dal potere era, come si sa, la religione: e il cattolicesimo, infatti, era formalmente l’unico fenomeno culturale che 30     «omologava» gli italiani. Ora esso è diventato concorrente di quel nuovo fenomeno culturale «omologatore» che è l’edonismo di massa: e, come concorrente, il nuovo potere già da qualche anno ha cominciato a liquidarlo. Non c’è infatti niente di religioso nel modello del Giovane Uomo e della Giovane Donna proposti e imposti dalla televisione. Essi sono due Persone che avvalorano 35     la vita solo attraverso i suoi Beni di consumo (e, s’intende, vanno ancora a messa la domenica: in macchina). Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado di realizzarlo? 40     No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura, o non riescono a realizzarlo che in misura così minima da diventarne vittime. Frustrazione o addirittura ansia nevrotica sono ormai stati d’animo collettivi. Per esempio, i sottoproletari, fino a pochi anni fa, rispettavano la cultura e non si vergognavano della propria ignoranza. Anzi, erano fieri del proprio modello popolare 45     di analfabeti in possesso però del mistero della realtà. Guardavano con un certo disprezzo spavaldo i «figli di papà», i piccoli borghesi, da cui si dissociavano, anche quando erano costretti a servirli. Adesso, al contrario, essi cominciano a vergognarsi della propria ignoranza: hanno abiurato dal proprio modello culturale (i giovanissimi non lo ricordano neanche più, l’hanno completamente perduto), e il 50     nuovo modello che cercano di imitare non prevede l’analfabetismo e la rozzezza. I ragazzi sottoproletari – umiliati – cancellano nella loro carta d’identità il termine del loro mestiere, per sostituirlo con la qualifica di «studente». Naturalmente, da quando hanno cominciato a vergognarsi della loro ignoranza, hanno cominciato anche a disprezzare la cultura (caratteristica piccolo borghese, che essi hanno subito 55     acquisito per mimesi). Nel tempo stesso, il ragazzo piccolo borghese, nell’adeguarsi 7 al modello «televisivo» – che, essendo la sua stessa classe a creare e a volere, gli è sostanzialmente naturale – diviene stranamente rozzo e infelice. Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati. La cultura che essi producono, essendo di carattere tecnologico e strettamente pragmatico, impedisce 60     al vecchio «uomo» che è ancora in loro di svilupparsi. Da ciò deriva in essi una 8 specie di rattrappimento delle facoltà intellettuali e morali. La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non certo in quanto «mezzo tecnico», ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro 65     elaboratore di messaggi. È il luogo dove si fa concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e 70     le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l’aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, 9 attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre… 75     1 0 imitazione. Tra gli atteggiamenti piccolo-borghesi che ora i sottoproletari tendono a imitare c’è, per Pasolini, anche il disprezzo della cultura. mimesi: 7 i borghesi si “sottoproletarizzano”, quindi regrediscono nella scala sociale, perché la loro nuova cultura, tutta di tipo tecnologico e pratico, impedisce loro di sviluppare le qualità prettamente umane e spirituali. La cultura che essi producono… di svilupparsi: 8 il totalitarismo della società dei consumi. il nuovo fascismo: 9 sporcata. bruttata: 10  >> pagina 1082  Dentro il TESTO I contenuti tematici L’ideologia dei consumi esercita sulle coscienze un potere coercitivo e omologante pressoché assoluto, e per questo ben superiore a quello della dittatura fascista: Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi (rr. 9-10). Infatti la dittatura mussoliniana per Pasolini aveva ottenuto dal popolo italiano un’obbedienza soltanto di facciata, mentre oggi, al contrario, l’adesione ai modelli imposti dal Centro, è totale e incondizionata (rr. 13-14). Perciò – conclude lo scrittore – la «tolleranza» della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana (rr. 15-17): sotto un’apparenza di libertà, infatti, la logica economica che impone beni standardizzati per la massa determina inevitabilmente il rifiuto di ogni diversità. Affinché il sistema funzioni e si regga, gli individui devono assomigliare il più possibile l’uno all’altro, essere – insomma – «a una dimensione», come scriveva il filosofo tedesco Herbert Marcuse (1898-1979), tra i principali esponenti della Scuola di Francoforte. La vera dittatura I mezzi con cui si è arrivati a questo risultato sono per lo scrittore principalmente due: lo sviluppo delle infrastrutture (ampliamento della rete stradale e autostradale, motorizzazione ecc.), che ha avvicinato tutti al Centro , e quello delle comunicazioni di massa, con il ruolo decisivo della televisione e della pubblicità nell’imporre precisi modelli di comportamento. A proposito di questo strumento di comunicazione, che negli anni Sessanta si era diffuso rapidamente e capillarmente anche in Italia, Pasolini interviene con parole di condanna in varie occasioni. Già in un documentario del 1962, La rabbia , egli aveva pronunciato un terribile atto d’accusa: «Una nuova arma è stata inventata per la diffusione dell’insincerità, della menzogna, del cattivo latino! […] Sperimentano modi per dividere la verità e per porgere la mezza verità che rimane attraverso l’unica voce che ha la borghesia per parlare: la voce che contrappone un’ironia umiliante a ogni ideale, la voce che contrappone gli scherzi alla Tragedia, la voce che contrappone il buon senso degli assassini agli eccessi degli uomini miti». E aveva definito i futuri spettatori come «milioni di candidati alla morte dell’anima». Il potere negativo della tv I modelli di consumo imposti dalla tv e dalla pubblicità sono tuttavia irraggiungibili per la maggior parte degli italiani, che non hanno le possibilità economiche necessarie ad acquistare i beni propagandati e a ottenere un livello di vita adeguato a quegli stessi modelli. L’impossibilità di soddisfare tali bisogni indotti (inautentici, ma comunque presenti nelle persone una volta che essi siano stati instillati) determina frustrazione o addirittura ansia nevrotica (r. 43) che Pasolini riscontra nei suoi connazionali. La frustrazione delle masse  >> pagina 1083  Le scelte stilistiche Lo sguardo di Pasolini sulla realtà è certamente molto personale, come lo è il suo modo di procedere nell’argomentazione, che intreccia spesso il rigore dell’analisi sociale a un’originale sensibilità, facendo presa sul lettore sia sul piano razionale sia su quello emotivo, con un taglio saggistico in cui si mescolano toni militanti e accensioni dai toni profetici. […] La sua tendenza, qui e in diversi altri capitoli degli Scritti corsari , è quella di partire da una premessa di ordine generale, estrema e perentoria, assai chiara dal punto di vista ideologico (il centralismo della società dei consumi è più repressivo di quello della dittatura fascista), per poi svolgere un’analisi serrata attraverso la quale vengono enucleati alcuni concetti: la falsa tolleranza dell’edonismo di massa; l’omologazione da esso determinata; il ruolo coercitivo esercitato dalla televisione; l’appiattimento delle differenze di classe. Nelle righe finali l’autore torna, così chiudendo “ad anello” il suo ragionamento, all’assunto dal quale era partito, circoscrivendolo però, dal piano più ampio di prima, a quello più specifico riferito al mezzo televisivo: Non c’è dubbio che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo (rr. 69-70). La struttura argomentativa Verso le COMPETENZE Comprendere Quali due totalitarismi confronta Pasolini fra loro? Come argomenta tale paragone? 1 Quale perdita ha determinato l’avvento del mezzo televisivo? 2 Perché (r. 32) di cui parla l’autore è giudicato profondamente irreligioso? 3 l’edonismo di massa Perché la televisione viene definita (r. 64)? 4 strumento del potere e potere essa stessa Analizzare Individua le anafore e le ripetizioni di termini. Qual è il loro scopo? 5 Rintraccia i vocaboli che evidenziano, sul piano ideologico, i presupposti marxisti dell’autore. 6 (rr. 15-17): di quale figura retorica si tratta? 7 La «tolleranza» della ideologia edonistica […] è la peggiore delle repressioni della storia umana Quale figura retorica possiamo ravvisare nell’inciso (rr. 36-37)? 8 e, s’intende, vanno ancora a messa la domenica: in macchina Interpretare Quali potrebbero essere il di cui lo scrittore parla alla r. 28? 9 valore umanistico e le scienze umane Che cosa significa che in passato i sottoproletari erano (r. 46)? 10 analfabeti in possesso però del mistero della realtà Perché il ragazzo piccolo-borghese nell’adeguarsi ai modelli imposti dalla televisione (r. 58)? 11 diviene stranamente rozzo e infelice Produrre  Le riflessioni di Pasolini contenute in questo brano (sul consumismo, sul ruolo della televisione e sulla crisi della religione tradizionale ecc.) ti sembrano ancora attuali oppure no? Argomenta la tua risposta in un testo di circa 40 righe. 12 Scrivere per argomentare.  Trasforma questo articolo in un’intervista in cui immagini di essere un cronista a colloquio con Pasolini. 13 Scrivere per rielaborare. Dibattito in classe  Pasolini addebita alla televisione una responsabilità decisiva nel processo di omologazione culturale. Ti sembra che anche oggi essa abbia questo potere, o è stata superata dai nuovi media e dai social network? Discutine con i tuoi compagni. 14