Sguardi sul NOVECENTO Il giornalismo-narrazione Tra notizia e racconto Sotto la categoria di giornalismo-narrazione va compresa quella produzione giornalistica in cui il gusto del racconto appare centrale, se non prevalente, rispetto al desiderio di informare. Il messaggio degli articoli può andare allora al di là dei fatti considerati nella loro oggettività, per esempio notando ed evidenziando certi particolari apparentemente secondari e magari partendo proprio da essi per sviluppare il contenuto della notizia. In questi casi il lavoro di cronista risponde a un bisogno di narrare, ricavando da un evento o da una situazione un racconto efficace, cercando di conciliare le esigenze creative di un approccio personale e quelle informative che impongono di non travisare la realtà indulgendo troppo alla fantasia, all immaginazione, all emozione. La non fiction: il labile confine tra letteratura e giornalismo Quando il confine tra letteratura e giornalismo si assottiglia, ci possiamo trovare di fronte ad articoli che assomigliano per certi versi a racconti, ma anche al contrario, cioè a una narrativa che rimanda al testo di genere giornalistico nella struttura, nei contenuti, nei toni, negli strumenti stilistici. Quest ultimo è il caso della cosiddetta non fiction novel (letteralmente romanzo non di invenzione , ovvero romanzo documento ), esemplarmente codificato dallo scrittore statunitense Truman Capote (1924-1984) in un libro del 1966, A sangue freddo. L opera prende le mosse dall efferato sterminio di una famiglia americana da parte di due giovani balordi. L autore, con un lavoro di ricerca sul campo molto simile a quello del giornalismo d inchiesta, ricostruisce minuziosamente le personalità di vittime e carnefici, i contesti, le situazioni e i dettagli dell accaduto, riuscendo a rendere il racconto di quel tragico evento lo specchio delle tensioni sotterranee e delle pulsioni nascoste della società statunitense del tempo. Tra letteratura e giornalismo: Dino Buzzati Straordinario esempio italiano di scrittore-narratore è Dino Buzzati (1906-1972), per lunghi anni redattore e inviato del quotidiano milanese Corriere della Sera , prima di diventare uno scrittore affermato. In Buzzati l intreccio fra letteratura e giornalismo è molto stretto. Innanzitutto, l esperienza accumulata come cronista esercita notevoli influssi sulla sua pratica della narrazione, offrendogli un repertorio di temi che, opportunamente trasfigurati, torneranno in molti racconti; in secondo luogo, l obiettivo di una chiarezza stilistica che renda le sue opere fruibili da un ampia fascia di pubblico determina la scelta di una scrittura di tipo giornalistico, capace di fondere cronaca e creatività: «Il giornalismo per me non è stato un secondo mestiere, ma un aspetto del mio mestiere. L optimum del giornalismo coincide con l optimum della letteratura . Così, letteratura e giornalismo diventano in Buzzati facce di una stessa medaglia, influenzandosi a vicenda. Insistendo sull obiettivo del coinvolgimento emotivo, i suoi scritti pubblicati dai quotidiani mantengono costante una spiccata vocazione letteraria: egli è convinto che con il lettore vada stabilito un contatto emotivo e che ogni testo (articolo, racconto o romanzo) debba essere costruito sugli elementi capaci di tenere avvinto il pubblico. Tale ricerca è visibile soprattutto nei suoi celebri articoli di cronaca nera o nei resoconti riguardanti processi o avvenimenti luttuosi, nei quali l autore riesce a tradurre una particolare inclinazione nell afferrare gli aspetti più toccanti della realtà e a penetrare tra le pieghe delle disgrazie «cogliendone il (non) senso, l inevitabilità, la nostra impotenza di fronte a esse (Viganò). La strategia narrativa di Buzzati è riconoscibile per esempio nel pezzo relativo a una tragedia che commuove l Italia. il 16 luglio 1947, quando il naufragio di un barcone ad appena un centinaio di metri dalla riva di Albenga (Savona) provoca la morte di decine di bambini ospitati in una colonia estiva. La vicenda si presta a una lettura emotiva: l autore mette in primo piano i risvolti psicologici e i sentimenti dei protagonisti, allo scopo di suscitare commozione. A tale fine egli fa riferimento anche agli stati d animo provati in prima persona e accresce il pathos della rappresentazione con arditi parallelismi (l evento è paragonato ai recenti lutti della guerra), apostrofi accorate e un lessico struggente, nel quale abbondano diminutivi, vezzeggiativi e superlativi in riferimento alle vittime della sciagura. 1167