Il primo Novecento Alberto Moravia Un autentico caso letterario, come vedremo, è quello di Alberto Moravia (1907-1990), che comincia a far parlare di sé molto giovane, con l esordio folgorante del romanzo Gli indifferenti, uscito nel 1929, quando l autore ha solo ventidue anni. In pieno ventennio fascista il giovane scrittore offre un quadro amaro della borghesia che del regime mussoliniano rappresenta la spina dorsale mostrandone l opportunismo, il cinismo e lo squallore morale. Oltre al valore storico, il romanzo di Moravia veicola però anche un messaggio di tipo esistenziale, giacché nei protagonisti delle vicende narrate si leggono i sintomi di quel disagio interiore e di quella malattia della volontà che, ancora una volta, possono essere riassunti con la parola inettitudine . L evasione fantastica Lettura critica p. 347 Accanto alla linea del realismo psicologico, si sviluppa, soprattutto a partire dagli anni Trenta, una tendenza narrativa che potremmo rubricare sotto l etichetta del genere fantastico. Si tratta di una produzione esigua per quantità, ma dagli esiti sorprendenti. L ispirazione proviene, in particolare, dal più grande interprete del fantastico novecentesco, Franz Kafka, al quale diversi scrittori italiani guardano come a un modello. Nella categoria della letteratura fantastica vanno annesse, fra Ottocento e Novecento, quelle opere in cui la razionalità lascia spazio all immaginazione, la realtà a una surrealtà onirica e inafferrabile: il risultato è la creazione di mondi alternativi in cui si proiettano angosce e paure visionarie, non più sorvegliate dalla coscienza e proiettate al di fuori delle coordinate spaziali e temporali. Massimo Bontempelli e il realismo magico Tra i principali rappresentanti di questa tendenza vi è Massimo Bontempelli (18781960), animatore della rivista 900 (1926-1929) dalle cui pagine si irradia il movimento di Stracittà ( p. 315) e sostenitore di una narrativa nella quale i dati della realtà si trasfigurano in mito, favola, magia. Per questo motivo la sua poetica viene definita realismo magico : un realismo, cioè, che tende a evadere in un mondo irrazionale e surreale, che vive come si esprime lo scrittore «del senso magico scoperto nella vita quotidiana degli uomini e delle cose . La narrativa del realismo magico dovrà avere «precisione realistica di contorni, solidità di materia ben poggiata sul suolo; e intorno come un atmosfera di magia che faccia sentire, traverso un inquietudine intensa, quasi un altra dimensione in cui la nostra vita si proietta . All interno della sua produzione narrativa possiamo ricordare le raccolte di racconti La scacchiera davanti allo specchio (1922) ed Eva ultima (1923) e i romanzi Il figlio di due madri (1929), Vita e morte di Adria e dei suoi figli (1930) e Gente nel tempo (1937). Dino Buzzati Più prettamente fantastica è la strada intrapresa da Dino Buzzati (1906-1972), originario di Belluno ma presto naturalizzato milanese, autore di alcuni romanzi e di moltissimi racconti in cui i motivi dell ansia e dell angoscia esistenziale assumono figurazioni fantastiche e inquietanti. Nel romanzo Il deserto dei Tartari (1940) Buzzati mette in scena una logorante attesa destinata a restare insoddisfatta, quella del giovane ufficiale Giovanni Drogo, inviato alla Fortezza Bastiani, un avamposto al limite di un deserto, presunto punto strategico per l attacco del nemico. Nella roccaforte, immersa nel silenzio e nella solitudine, il tempo trascorre sempre uguale a sé stesso e la vita passa monotona nell attesa snervante e mai 314