Il primo Novecento Le idee e i miti Lo splendore della civiltà delle macchine Alla base della poetica futurista vi sono dunque il culto del futuro e la volontà di immergersi nel flusso vorticoso del mondo moderno, rivoluzionato dalle conquiste recenti della tecnica. Il simbolo di queste trasformazioni non può che essere la macchina: metafora di una visione dell esistenza come energico e inesauribile cambiamento, essa conferisce all umanità una sorta di potenza divina, grazie alla quale superare ogni limite e dominare la natura. L individuo potrà non solo riconoscere una vitalità perenne nel motore delle macchine, ma anche identificarsi con esso, rinnovando sé stesso e modificando la percezione della realtà che lo circonda: l automobile lanciata a folle corsa sarà l emblema di una nuova bellezza, la «bellezza della velocità , che sostituirà quella classica, simboleggiata dalla celebre scultura greca della Vittoria di Samotracia. Molteplicità e simultaneità L abitante della grande città moderna agisce infatti, nella sua quotidianità, con un intensità diversa che nel passato, e può tenersi costantemente aggiornato su ciò che avviene nel mondo. La sua sensibilità è moltiplicata dall acquisizione di un senso globale che abbatte ogni frontiera: l individuo diventa insomma un essere a più dimensioni, che vive simultaneamente una pluralità di sensazioni ed emozioni, al di là dello spazio e del tempo. Contro la tradizione L adorazione della modernità i Futuristi parlano di modernolatria si accompagna di conseguenza, come si è accennato, a una costante polemica contro tutto ciò che viene reputato vecchio e sorpassato. Nel Manifesto di fondazione, Marinetti propone di distruggere musei, biblioteche e accademie; in altre occasioni, raccomanderà di vendere i capolavori d arte conservati in Italia e di comprare cannoni; definirà Venezia «cloaca massima del passatismo , invitando i veneziani a dar fuoco alle gondole. Con argomentazioni analoghe, la dissacrazione futurista aggredisce Roma, con le sue rovine, e Firenze, popolata da «ciceroni e «periti di vecchi quadri , e si scaglia contro ogni inclinazione romantica e sentimentale, contro gli stereotipi letterari della luna, della donna, dell amore. Un estetica nuova Si tratta di provocazioni funzionali a un progetto di totale rottura con la cultura tradizionale e la mentalità conservatrice. Uccidiamo il chiaro di luna! è per esempio il titolo di un proclama (1909) con cui si irride una certa sensibilità romantica, intrisa di passioni e lacrime facili; si lanciano invettive contro professori, accademici di chiara fama, intellettuali la parola La bellezza della velocità Modernolatria Il vocabolo un neologismo inventato dal pittore Umberto Boccioni indica il culto e l adorazione della modernità. Il termine si basa sulla parola di origine greca idolatria ( culto degli idoli ), e sostituisce la radice ido- con il prefisso moderno-, mantenendo inalterato il suffisso -latria (che deriva da latr uein, rendere omaggio , essere ministro di un culto ). Jacob Epstein, La perforatrice, 1913. Londra, Tate Britain. 386