Il primo Novecento I generi e i luoghi La mappa dei generi La stagione delle avanguardie Se si considera che l inizio del Novecento coincide con la nascita delle avanguardie storiche, la mappatura dei generi frequentati nella prima metà del secolo in Italia rischia di apparire una forzatura, o peggio una distorsione della realtà. Al di là del loro atteggiamento polemico nei confronti della società, della massa e del pubblico, le avanguardie tendono infatti a ridefinire gli statuti formali dell arte per aprire nuove strade di ricerca e di sperimentazione, con cui confondere i territori, vanificando classificazioni e canoni tradizionali. Futuristi e vociani (come vengono indicati gli scrittori raccolti attorno alla rivista La Voce ), in particolare, oscillano tra poesia e prosa, sovvertendo gli schemi abituali della metrica, del linguaggio e perfino della forma tipografica: al sistema dei generi letterari, rifiutato radicalmente, oppongono, sia pure in modi diversi, il frammento, l illuminazione condensata in poche parole, il verso libero, la rinuncia alla punteggiatura, le parole in libertà, le tavole parolibere, il rifiuto del romanzo tradizionale con il suo intreccio complesso, l autobiografia lirica. La poesia Il Crepuscolarismo Anche i poeti indicati con l etichetta di crepuscolari tra i più importanti, Guido Gozzano (1883-1916), Sergio Corazzini (1887-1907) e Marino Moretti (1885-1979) costituiscono un esperienza di rottura rispetto al dannunzianesimo imperante all inizio del Novecento, al quale contrappongono una poesia prosastica che, in toni dimessi, fra malinconia e ironia, canta l affetto per le piccole cose (ma senza alcuna concessione alle suggestioni simbolistiche pascoliane) e per gli ambienti provinciali. Dal Simbolismo all Ermetismo In altra direzione si muovono i poeti che fanno riferimento alla grande lezione del Simbolismo francese, primo tra tutti Dino Campana (1885-1932), la cui lirica visionaria ricorda le illuminazioni di Rimbaud: il suo impressionismo paesistico, maturato a contatto con i letterati vociani (tra i quali va ricordato almeno Clemente Rebora, 18851957), influirà, anche grazie all intensità delle sue immagini e alla forza del suo linguaggio analogico, sulla poesia ermetica. L Ermetismo rappresenta l esperienza collettiva più significativa della poesia italiana della prima metà del Novecento. Sorta al principio degli anni Trenta, questa corrente individua come tratto comune una programmatica inclinazione all oscurità, che fa della poe- Manichini metafisici Giorgio de Chirico (1888-1978) colloca nella cornice di una Ferrara deserta ma geometricamente ordinata i due protagonisti della sua storia, due manichini: quello di sinistra ha il corpo di un antica statua greca, mentre quello di destra siede con la testa smontata e appoggiata a terra. Lo spazio urbano è completamente vuoto, i manichini hanno sostituito le persone, in un mondo perfettamente riconoscibile eppure senza vita, eterno, immobile. Secondo il titolo che il pittore ha dato al suo dipinto i manichini sono muse, mitologiche protettrici delle arti, inquietanti e misteriose nel loro essere senza vita. La composizione ben esemplifica le caratteristiche della cosiddetta pittura metafisica , una corrente artistica che si sviluppa in Italia agli inizi del Novecento e intende raffigurare non solo la realtà, ma ciò che va oltre l esperienza dei sensi ( p. 440). Giorgio de Chirico, Le muse inquietanti, 1918. Collezione privata. 50