La narrativa italiana del secondo Novecento Una letteratura per pochi La Neoavanguardia punta piuttosto all abbandono dei moduli narrativi tradizionali a vantaggio di un accentuato sperimentalismo, che spesso determina oscurità di significati e difficoltà di lettura. A dispetto dell avvento di una letteratura di massa e dell ampliamento del mercato editoriale (favoriti dall innalzamento dell obbligo scolastico e dalla comparsa delle prime collane economiche), gli autori della Neovanguardia si rivolgono a un pubblico ristretto ed elitario, cioè a lettori colti, in grado di comprendere e apprezzare i raffinati giochi linguistici su cui si basano i loro testi. I risultati più interessanti della Neoavanguardia sono probabilmente rintracciabili nel campo della poesia ( p. 1184). Nell ambito della narrativa, comunque, vanno ricordati almeno i nomi di Alberto Arbasino (n. 1930) e di Giorgio Manganelli (1922-1990). Il caso Eco Prende le mosse dalla temperie neoavanguardistica anche l attività intellettuale di Umberto Eco (1932-2016), semiologo di fama mondiale e autore di importanti studi teorici, ma in seguito soprattutto narratore di grande successo, a partire dal romanzo Il nome della rosa (1980), opera marcatamente postmoderna nella sua capacità di spaziare tra i generi (romanzo storico, filosofico, giallo) e destinata a diventare un best seller internazionale. Gli autori e i testi Silvio D Arzo La vita Silvio D'Arzo, pseudonimo letterario di Ezio Comparoni, nasce a Reggio Emilia nel 1920. La condizione di figlio senza padre (quest ultimo infatti era ignoto) pesa molto sulla psicologia del ragazzo, che percepisce l assenza della figura paterna come una sorta di peccato d origine di cui vergognarsi. La situazione economica di casa è piuttosto disagiata, ma Ezio comunque frequenta regolarmente la scuola. Dopo la maturità classica, si iscrive alla facoltà di Lettere dell Università di Bologna. Intanto legge i narratori inglesi e americani, all interpretazione dei quali dedicherà negli anni successivi un importante produzione saggistica. Dopo la laurea, inizia la carriera di insegnante ricoprendo varie supplenze nelle scuole di Reggio Emilia. L 8 settembre del 1943, giorno in cui viene reso pubblico l armistizio dell Italia con gli anglo-americani, si trova a Barletta, dove viene catturato con altri ufficiali per essere avviato a un campo di prigionia, ma riesce fortunosamente a fuggire dalla tradotta, per poi fare ritorno nel novembre nella sua città: qui riprende a insegnare e a scrivere, cosa che farà anche negli anni seguenti. Nel 1951 si manifestano i primi segni di una malattia (un linfogranuloma) che condurrà prematuramente a termine la sua vita. Lo scrittore muore a Reggio Emilia nel 1952. Le opere Già prima della guerra D Arzo comincia a pubblicare alcuni racconti in diversi periodici e ad abbozzare canovacci e parti di romanzi. Nel 1942 esce l unico volume destinato a essere stampato vivente l autore, il romanzo All insegna del Buon Corsiero. Ma è solo dopo l esperienza bellica che la vocazione letteraria si chiarisce meglio e si sostanzia di più mature motivazioni alla scrittura. L attività narrativa continua ora sulla base di una 873