I SAPERI fondamentali Asset ID: 257 ( ) let-audlet-carlo-emilio-gadda210.mp3 Audiolettura LA VITA, Le opere nasce a Milano nel , trascorre un’infanzia tormentata a causa delle precarie condizioni economiche della famiglia. Nonostante le sue inclinazioni letterarie, la madre gli impone di iscriversi alla facoltà di Ingegneria. Partecipa alla arruolandosi come volontario; in seguito alla morte del fratello cade in uno stato di depressione profonda, da cui non si riprenderà mai del tutto. Si laurea in Ingegneria elettrotecnica nel 1920 e nel frattempo studia filosofia. Dopo aver vissuto , Gadda rientra in Italia deciso a dedicarsi alla letteratura. Carlo Emilio Gadda 1893 Prima guerra mondiale in Argentina dal 1922 al 1924 Nel 1925 si trasferisce a : a questo periodo risale la stesura della (1970). Nell’aprile del e in Gadda si fondono dolore e rimorso. Tale stato di senso di colpa ossessivo sarà il tema portante della (in volume nel 1963 e nel 1970), un percorso di conoscenza interiore, attraverso gli eventi drammatici della vita del protagonista. Il romanzo è diviso in due parti: la prima è uno studio antropologico della società del paese in cui è ambientato, che rispecchia la Brianza del tempo; la seconda è incentrata sulla figura della madre del protagonista, che ha molti tratti in comune con quella dell’autore. Abbandonata la professione di ingegnere per dedicarsi totalmente alla letteratura, Gadda si trasferisce nel 1940 a , dove pubblica la prima versione di . Nel 1950 torna a Roma e lavora alla Rai come giornalista fino al 1955, quando si licenzia per potersi dedicare alla stesura definitiva del . Il romanzo vede la luce nel 1957 e riscuote grande successo presso la critica e il pubblico. Ormai famoso, lo scrittore si chiude in un angosciato isolamento, occupandosi della riedizione delle sue opere. Muore a Roma nel 1973. Roma Meccanica 1936 muore la madre Cognizione del dolore Firenze Quer pasticciaccio brutto de via Merulana Pasticciaccio Oltre ai due romanzi, Gadda scrive una serie di racconti poi riuniti in raccolte dalla vicenda editoriale intricata: (1931); (1934); (1944); (1963). Vanno ricordati inoltre il (1955 e 1965, diario della partecipazione alla Prima guerra mondiale e della prigionia) e (Da furore a cenere) (1967, in cui l’autore si confronta con l’ideologia e la propaganda del fascismo, da lui avversate). La Madonna dei filosofi Il castello di Udine L’Adalgisa Accoppiamenti giudiziosi Giornale di guerra e di prigionia Eros e Priapo I GRANDI TEMI L’espressionismo di Gadda si esprime in un , che nasce dalla mescolanza di una varietà di elementi: tecnicismi, arcaismi, neologismi, inserti in lingua straniera e diversi dialetti. La costruzione della frase è spesso stravolta ed è frequente la presenza di digressioni. La lingua di Gadda fonde aulico e comico caratteristico pastiche linguistico e si inserisce nella tradizione maccheronica che si fa risalire fino a Dante. L’autore stesso definisce “barocca” la propria scrittura, che . mira ad esprime il caos e la molteplicità del reale Fin dalle prime prove, Gadda si affida allo strumento della scrittura come specchio del groviglio della realtà che appare ai suoi occhi caotica e indecifrabile. In particolare, nelle sue opere affiora il ritratto impietoso di una , sulla quale si imprime lo sguardo dell’autore. Nessuna speranza di riscatto e di umanità può riabilitare un mondo di cui Gadda svela le e i . borghesia squallida e perbenista ipocrisie falsi moralismi IL PASTICCIACCIO Pubblicato nel , 1957 Quer pasticciaccio brutto de via Merulana rappresenta il capolavoro di Gadda. Il romanzo esprime le posizioni filosofiche ed esistenziali dell’autore: il suo rapporto contrastato con la complessità del reale, l’osservazione del groviglio di fatti e fenomeni che riflettono il caos dell’esistenza umana. Ambientato a Roma nel 1927, in pieno regime fascista, il Pasticciaccio nasce come un racconto giallo che però non ha , volutamente, il classico finale risolutivo . Protagonista è il , detto don Ciccio, che segue un omicidio avvenuto in un palazzo signorile di via Merulana. Dopo l’inizio tipico del giallo, che si discostano dallo svolgimento dell’inchiesta e che vengono seguite con digressioni in stile espressionistico. Alla fine emerge che la vicenda non può essere risolta perché la realtà è troppo complessa per essere decifrata. Il finale del romanzo contiene le conclusioni filosofiche ed esistenziali a cui l’autore è giunto: la realtà non può essere conosciuta perché, mentre viene esaminata, viene al contempo deformata e compromessa. commissario Ingravallo l’intreccio si frantuma in una miriade di narrazioni La complessità del reale viene rappresentata dall’autore grazie a uno stile poliedrico; la costituisce la principale tecnica narrativa del romanzo: essa si presenta sia a livello micronarrativo (nel racconto delle storie secondarie) che a livello macronarrativo (la narrazione della storia principale). Il carattere frammentario della realtà è reso anche dalle infinite sfaccettature linguistiche: oltre il , sono presenti nel romanzo. Tutto ciò contribuisce a consegnare al lettore un effetto polifonico. digressione romanesco altri dialetti >> pagina 970