Alla scoperta dei testi T1 Wystan Hugh Auden Musée des Beaux Arts , 1940 Tratto da Un altro tempo inglese Lingua originale versi liberi, divisi in due strofe di diversa lunghezza Metro ecfrasis L’autore Wystan Hugh Auden nasce a York, in Inghilterra, nel 1907. Studia a Oxford, dove entra in contatto con le più vivaci correnti intellettuali del tempo. La sua prima raccolta, , è del 1930. Negli anni successivi partecipa alla guerra di Spagna, dove è testimone di orrori che lo segnano profondamente. Turbato dall’affermazione delle dittature in Europa, nel 1939 si trasferisce negli Stati Uniti; vive fino al 1957 a New York, diventando cittadino americano, ma trascorre anche lunghi periodi nel vecchio continente, prima a Ischia, in Italia, poi dal 1958 in un villaggio austriaco. La sua fama come poeta si accresce grazie a una serie di opere molto apprezzate, per esempio (1947) e (1960), nelle quali rifulge la sua abilità di sperimentatore di forme, insieme all’ironia amara e ai tormenti interiori che ne accompagnano l’intero percorso esistenziale. Muore improvvisamente a Vienna nel 1973. Poemi L’età dell’ansia Omaggio a Clio Nel visitare il Musée des Beaux Arts, cioè il Museo delle Belle Arti di Bruxelles, l’attenzione del poeta è catturata dai dipinti dei pittori fiamminghi rinascimentali, e in particolare da una tela di Bruegel il Vecchio, che rappresenta la caduta di Icaro.  Asset ID: 50 ( )  let-audlet-muse-des-beaux-arts-wh470.mp3 Audiolettura Non sbagliavano mai i vecchi Maestri quando si trattava di sofferenza. Come capivano bene la sua condizione umana: come essa càpiti mentre qualcun altro sta mangiando o aprendo una finestra       o anche solo passeggiando indifferente. 5 Come, mentre i vecchi inginocchiati con fervore aspettano la nascita miracolosa, ci siano sempre dei bambini che non vi badano, e continuano a pattinare sullo stagno all’angolo del bosco.     No, non se lo scordavano mai 10 che persino il martirio più tremendo doveva avvenire in qualche modo in un angolo, in un brutto posto dove i cani continuano la loro vita da cani e il cavallo del torturatore si gratta il culo contro un albero.     Nell’ di Bruegel, per esempio: come tutto pigramente tende 15 Icaro a ignorare il disastro. L’aratore può anche aver sentito il tonfo, il grido disperato, ma per lui quella sconfitta non contava: il sole splendeva proprio come doveva su quelle gambe bianche che sparivano     nell’acqua verde. E la bella e ricca nave 20 che qualcosa doveva pure avere visto – un ragazzo cadere giù dal cielo – aveva qualche parte dove andare e fece vela, quietamente, lì. Wystan Hugh Auden, , in F. Buffoni, , Marcos y Marcos, Milano 2012 Musée des Beaux Arts Una piccola tabaccheria. Quaderno di traduzioni i pittori fiamminghi del XV e XVI secolo, presenti nel museo di Bruxelles con molti capolavori. 1. i vecchi Maestri: il posto che la sofferenza occupa nella vita dell’uomo. 3. la sua condizione umana: di Cristo. Si tratta di una scena ricorrente in tante Natività dipinte in Europa. 6-7. vecchi… miracolosa: di un santo, o di Cristo. Altro tema frequente nella pittura medievale e moderna. 11. il martirio più tremendo: l’uomo che nel dipinto spinge un aratro trainato da un cavallo. 16. L’aratore: la caduta di Icaro. 18. quella sconfitta: Pieter Bruegel il Vecchio,  , 1558 ca. La caduta di Icaro  >> pagina 258  con il testo a TU per TU Quanti Icaro precipitano ogni giorno? Centinaia, migliaia, ma la loro sorte ci lascia indifferenti. In una certa misura è inevitabile: radio, telegiornali, siti web ci riversano addosso quotidianamente notizie terribili. La loro frequenza smorza e infine addormenta la nostra capacità di commuoverci. Auden però pensa agli Icaro che incontriamo nella realtà, senza riconoscerli, senza far caso alla loro sofferenza. Il suo non è un discorso moralistico. Piuttosto, il poeta ragiona su come le vite degli uomini osservate da lontano disegnino traiettorie che si incrociano per un attimo, per poi proseguire nelle direzioni più svariate. Pensiamo al vagone di una metropolitana che riunisce una cinquantina di persone l’una accanto all’altra, destinate a sparpagliarsi chissà dove, ciascuna a seguire le proprie occupazioni. L’appuntamento è alle quattro, poi hai il dentista, poi il tennis, devi richiamare l’amica o l’amico… Una lacrima intanto riga la guancia della donna seduta di fronte. Icaro è precipitato, e non ce ne siamo accorti. Analisi Auden visita il Museo di Belle Arti di Bruxelles alla fine del 1938, mentre sull’Europa soffiano venti di guerra sempre più forti. Non è un esperto di pittura, ma resta profondamente colpito dal modo in cui – dei quali il museo possiede una notevole collezione – affrontano i soggetti prescelti. Infatti, : ai margini, sullo sfondo e alle volte persino in primo piano si svolgono spesso tranquille scene di vita quotidiana. Auden ne ricava l’impressione che questi pittori capiscano perfettamente una peculiarità della vita: mentre qualcuno soffre, / (vv. 4-5). i grandi maestri fiamminghi il tema principale nei loro quadri non esaurisce la rappresentazione qualcun altro sta mangiando o aprendo una finestra o anche solo passeggiando indifferente La tragedia di un singolo individuo non appartiene a tutti, per quanto grande sia il suo dolore; allo stesso modo, l’impresa di un singolo individuo non coinvolge tutti, per quanto straor­dinaria essa sia. Lo provano, agli occhi del poeta, alcune scene ritratte sulle tele appese nelle sale del museo. La prima verte sulla Natività: mentre i vecchi stanno (v. 6) in attesa della nascita del Salvatore, i bambini non ci fanno caso, (vv. 8-9). La seconda rappresenta un tremendo (v. 11), forse la flagellazione di Gesù, o qualche supplizio patito da un santo: anche in questo caso la vita continua, a prescindere dal dramma, che cani e cavalli neppure capiscono. inginocchiati con fervore e continuano a pattinare / sullo stagno all’angolo del bosco martirio Una tragedia invisibile Nella seconda strofa Auden si concentra su un esempio specifico, ricavato dalla , straordinario dipinto attribuito a Pieter Bruegel il Vecchio (1525/1530-1569), al quale dedica una vera e propria . Secondo il mito Icaro, rinchiuso con il padre Dedalo nel labirinto di Creta, riesce a fuggire grazie alle ali costruite dal genitore con penne di uccello e incollate al corpo con la cera. Il ragazzo però si avvicina troppo al sole, che scioglie la cera, e precipita a capofitto in mare, morendo. Ma dov’è Icaro nel quadro di Bruegel? Solo un attento esame permette di riconoscerlo in basso a destra, dove in piccolo si intravedono . Le altre figure ritratte non si rendono conto dell’accaduto, e proseguono le loro attività, in un paesaggio sereno e suggestivo: / (vv. 15-16). Caduta di Icaro ecfrasis le gambe di un uomo che annega tutto pigramente tende a ignorare il disastro Bruegel, per esempio  >> pagina 259  L’antico mito è ridotto a un : tra un momento le acque torneranno placide. Un pastore dà le spalle alla scena, tranquillo come il cane accucciato ai suoi piedi e il pescatore che getta la lenza. Auden neppure lo nomina, mentre osserva che il contadino in primo piano, dietro l’aratro, potrebbe (v. 17), ma per lui quel fatto non conta né minaccia la sua indifferenza. Anche i marinai sulla (v. 20) si saranno forse accorti di un essere umano che cade giù dal cielo – un evento soprannaturale, che lascia di stucco – ma nulla lo fa sospettare. episodio di nessuna importanza, che passa inavvertito anche aver sentito il tonfo, il grido disperato bella e ricca nave La nave, spinta dal vento, prosegue (v. 23) a gonfie vele verso la sua meta. Il lavoro umano non conosce insomma interruzioni: l’agricoltura, la pastorizia, la pesca e i commerci seguono il loro corso. Forse Auden vuole suggerire che chi bada solo al proprio interesse non è in grado di capire imprese eccezionali, che neppure vede? Oppure intende sottolineare l’assurdità dell’eroismo, a fronte dei sacrifici imposti da una vita laboriosa? Il testo in realtà non prende apertamente posizione, e si limita a rilevare una situazione di fatto. , illuminando le (v. 19) di un ragazzo che spariscono (v. 20). Si è consumato un fallimento: un uomo ha tentato l’impossibile, è stato punito ma il mondo continua a girare, bellissimo e cieco come il paesaggio di golfi, scogli e città marine dipinto da Bruegel. quietamente Il sole continua a splendere imperterrito sulle sciagure umane gambe bianche nell’acqua verde La vita continua Laboratorio sul testo COMPRENDERE Il pronome al v. 3 è riferito 1. essa  alla sofferenza.  A  alla condizione umana.  B  alla finestra aperta.  C  alla nascita miracolosa.  D Quale tra le seguenti è la corretta definizione del termine (v. 6)? 2. fervore  Estrema deferenza, sottomissione.  A  Sentimento di aspettazione fiduciosa nella realizzazione di quanto si desidera.  B  Intensa partecipazione affettiva, ardore di un sentimento.  C  Desiderio di sapere, indagare, conoscere.  D Un (v. 11) – subìto da un santo o comunque da una figura religiosa – presuppone una “vittima” e un “carnefice”: con quale sinonimo è indicato quest’ultimo nella parte conclusiva della prima strofa? 3. martirio Qual è il menzionato al v. 16? 4. disastro A chi appartengono le / (vv. 19-20)? In quale parte del quadro sono ritratte? 5. gambe bianche che sparivano nell’acqua verde Osserva attentamente l’immagine del quadro di Bruegel a cui si riferisce Auden nella seconda strofa: ci sono due figure umane che non vengono citate nel testo. Quali sono e che cosa stanno facendo? 6. ANALIZZARE E INTERPRETARE Il poeta è spinto dall’osservazione di alcuni dipinti a considerazioni generali sulla vita: che tipo di funzione è dunque attribuita all’arte? 7. In apertura del testo, Auden loda la capacità dei grandi pittori fiamminghi di aver compreso che la sofferenza è parte integrante della condizione umana; tuttavia, tra le scene evocate nei versi successivi ce n’è una che fa pensare a un momento di gioia e non di dolore. Qual è questa scena? 8. Quale delle seguenti affermazioni è lecito desumere dai versi di Auden? 9.  Solo i grandi pittori fiamminghi sono stati in grado di comprendere la tragicità dell’esistenza umana.  A  Bruegel in un suo quadro ha ritratto con ricchezza di particolari il mito di Icaro.  B  Spesso gli uomini sono essi stessi la causa delle loro sventure e non se ne rendono conto.  C  Spesso gli uomini, assorbiti dalle loro attività quotidiane e ordinarie, rimangono indifferenti di fronte a eventi tragici o solenni. D  >> pagina 260  COMPETENZE LINGUISTICHE / (vv. 15-16). Nella nostra lingua gli avverbi composti con il suffisso si creano a partire dal femminile dell’aggettivo corrispondente ( + ; + ecc.). Forma altrettanti avverbi con gli aggettivi dell’elenco che segue e scrivi una frase con ognuno di essi. 10. Lessico. Gli avverbi. Come tutto pigramente tende a ignorare il disastro -mente pigra mente chiara mente • fermo • attento • certo • sicuro PRODURRE Quale interpretazione complessiva, tra quelle proposte nell’analisi, ti sembra la più efficace? Sostieni le tue considerazioni con argomenti adeguati ed esempi tratti dal testo in massimo 15 righe. 11. Scrivere per argomentare.  Molto probabilmente, coloro che hanno vissuto la Seconda guerra mondiale ricordano bene dove si trovavano il 25 aprile 1945, il giorno della Liberazione dell’Italia dal nazismo; chi era giovane negli anni Sessanta rammenterà che cosa stesse facendo il 20 luglio 1969, quando la navetta toccò la superficie lunare; i tuoi genitori ricorderanno senz’altro dove fossero il giorno della caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre 1989, o l’11 settembre 2001, la data dell’attentato alle Torri Gemelle di New York. Tu ricordi dov’eri o che cosa stavi facendo il giorno in cui si è verificato un avvenimento di grande importanza nazionale o mondiale? Racconta in massimo 20 righe. 12. Scrivere per raccontare.  Apollo 11 LETTERATURA E NON SOLO: SPUNTI DI RICERCA INTERDISCIPLINARE STORIA DELL’ARTE Fai una ricerca su Pieter Bruegel il Vecchio, grande maestro della pittura fiamminga, abilissimo nel rappresentare scene di vita quotidiana e popolare. SPUNTI PER DISCUTERE IN CLASSE Siamo abituati a pensare che oggi, distratti da mille impegni e oggetti, siamo meno toccati dalla sofferenza altrui rispetto a quanto accadesse in passato. Auden, però, ritrova la stessa indifferenza in un dipinto del 1558: allora l’uomo è diventato disinteressato al dolore del prossimo o lo è sempre stato, per natura?