LA VITA E LE OPERE
Le opere
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Il giovanile neoclassicismo giacobino
Manzoni esordisce nel primo decennio dell’Ottocento come poeta, abbracciando un Neoclassicismo dalle forti venature giacobine. Appena sedicenne compone le terzine Del Trionfo della Libertà (1801-1802), in cui si scaglia
contro il papato e inneggia alla Rivoluzione francese. Scrive anche odi,
idilli, quattro Sermoni satirici (1803-1804) e il carme In morte di Carlo Imbonati (1805-1806). A lungo compagno della madre, Imbonati incarna il
modello di uomo probo, maestro per il giovane poeta deciso a imboccare
la via di una letteratura impegnata, mai asservita al potere. Ultimo frutto
significativo della stagione neoclassica è il poemetto Urania (1809). Scrive
all’amico Fauriel di essere «scontentissimo» dei suoi versi: «ne farò forse
dei peggiori, ma simili a questi mai più».
Un manifesto di propaganda
giacobina.
Pierre Antoine de Machy, Esecuzione capitale sulla Place de la Révolution, 1793.
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Gli Inni sacri
Dopo la conversione Manzoni si dedica a una poesia di matrice cattolica.
Abbandonati i riferimenti a dèi e miti classici, evita di insistere sui propri sentimenti, come prescrivevano i lirici romantici, per concentrarsi su verità di fede
di portata universale. Nei quattro inni terminati fra il 1812 e il 1815 (La Resurrezione, Il nome di Maria, Il Natale, La Passione) prende forma una poesia
supportata da metri agili, che veicolano una materia attinta a fonti bibliche.
L’intenzione di scrivere dodici inni, ciascuno dedicato a una festa liturgica, resta incompiuta. Ai primi quattro Manzoni riesce ad aggiungere soltanto La
Pentecoste (1817-1822), dove la rievocazione della discesa dello Spirito Santo fra gli uomini si scioglie in una commossa preghiera corale, accesa dalla
speranza di redenzione e giustizia per l’umanità. Più tardi, dopo la morte di
Enrichetta, Manzoni abbozza un nuovo inno sacro, Il Natale del 1833, che resta
incompiuto. Il dolore per la perdita della moglie è troppo grande: cecidere manus («caddero le mani»), scrive in calce al foglio.
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