T2 Il lavoro e il denaro , atto I, scene I-II La bottega del caffè L’inizio della commedia presenta subito l’ambiente in cui si svolge la vicenda, delineando i confini della scena e portando in primo piano i fattori essenziali dell’azione: da una parte la bottega del caffè, che attira i clienti con la sua attività onesta, dall’altra la bisca, che li ha riprovevolmente trattenuti per tutta la notte. Azzardo e onestà ATTO I, scena prima Ridolfo, Trappola e altri garzoni. Animo, figliuoli, portatevi bCene; siate lesti, e pronti a servir gli avventori,  RIDOLFO 1 2 con civiltà, con proprietà: perché tante volte dipende il credito d’una bottega  3 4 dalla buona maniera di quei che servono.        Caro signor padrone, per dirvi la verità, questo levarsi di buon’ora non è  5 TRAPPOLA 5 niente fatto per la mia complessione. 6 7 Eppure bisogna levarsi presto. Bisogna servir tutti. A buon’ora vengono  RIDOLFO quelli che hanno da far viaggio, i lavoranti, i barcaruoli, i marinai, tutta gente  8 che si alza di buon mattino.      È veramente una cosa che fa crepar di ridere, vedere anche i facchini venir  10 TRAPPOLA a bevere il loro    . 9 ▶ caffè Tutti cercan di fare quello che fanno gli altri. Una volta correva l’acquavite,  RIDOLFO 10 adesso è in voga il caffè. E quella signora, dove porto il caffè tutte le mattine, quasi sempre mi  TRAPPOLA     prega che io le compri quattro soldi di legna, e pur vuol bevere il suo caffè. 15 11 12 La gola è un vizio che non finisce mai, ed è quel vizio che cresce sempre  RIDOLFO quanto più l’uomo invecchia. Non si vede venir nessuno a bottega; si poteva dormire un’altra oretta. TRAPPOLA Or ora verrà della gente; non è poi tanto di buon’ora. Non vedete? Il  RIDOLFO 13     barbiere è aperto, è in bottega lavorando parrucche. Guarda, anche il botteghino  20 14 del giuoco è aperto. 15 Oh! in quanto poi a questa biscazza, è aperta che è un pezzo. Hanno fatto  TRAPPOLA nottata. Buono! A messer Pandolfo averà fruttato bene. RIDOLFO 16 TRECCANI ▶ Le parole valgono Tutti conoscono il significato della parola , ma forse non la sua origine: dal turco , che deriva dall’arabo , “vino”, “bevanda eccitante”. è il nome di alcune specie di piante dai cui semi, torrefatti e macinati, si ricava per infuso la nota bevanda, nota, appunto, per le proprietà stimolanti del suo principio attivo: la caffeina. Il vocabolo è poi passato a indicare dalla bevanda il locale pubblico (detto in origine, nel Settecento, «bottega del », e più tardi semplicemente , per influsso francese), dove si servono agli avventori, che di solito vi sostano, oltre al , altre bevande, pasticceria e simili. caffè caffè kahve qahwa Caffè caffè caffè caffè ▶ Il termine può essere curvato verso un’accezione spregiativa. Che cosa si intende, per esempio, con un’espressione come «discussioni da caffè »? E con «politicanti da caffè »? Ridolfo si rivolge ai suoi garzoni. 1 figliuoli: comportatevi. 2 portatevi: decoro. La morigerata convenzionalità di Ridolfo si nota già in questa prima battuta. 3 proprietà: buon nome. 4 credito: alzarsi (dal letto). 5 levarsi: per niente. 6 niente: costituzione fisica. 7 complessione: forma regionale per “barcaioli” (coloro che per mestiere conducono barche per il trasporto di persone o merci). 8 barcaruoli: bere. 9 bevere: andava di moda. 10 correva: che le faccia la carità di un po’ di legna per scaldarsi (segno che si tratta di una donna povera). 11 che io… legna: e tuttavia. 12 e pur: tra poco. 13 Or ora: lavora alle parrucche, di moda nel Settecento nel ceto nobiliare. 14 lavorando parrucche: bisca ( viene definita nella battuta successiva), cioè locale in cui si pratica il gioco d’azzardo. 15 botteghino del giuoco: biscazza avrà. 16 averà:      A quel cane frutta sempre bene; guadagna nelle carte, guadagna negli  25 TRAPPOLA scrocchi, guadagna a far di balla coi baratori. I denari di chi va là dentro, sono  17 tutti suoi. Non v’innamoraste mai di questo guadagno, perché la farina del diavolo  RIDOLFO 18 va tutta in crusca. 19      Quel povero signor Eugenio! Lo ha precipitato. 30 TRAPPOLA 20 Guardate anche quello, che poco giudizio! Ha moglie, una giovane di  RIDOLFO 21 garbo, e di proposito, e corre dietro a tutte le donne, e poi di più giuoca da  22 23 disperato. Piccole galanterie della gioventù moderna. TRAPPOLA      Giuoca con quel conte Leandro, e gli ha persi sicuri. 35 RIDOLFO 24 25 Oh, quel signor conte, è un bel fior di virtù. TRAPPOLA Oh via, andate a tostare il caffè, per farne una caffettiera di fresco. RIDOLFO Vi metto gli avanzi di ieri sera? TRAPPOLA No, fatelo buono. RIDOLFO      Signor padrone, ho poca memoria. Quant’è che avete aperto bottega? 40 TRAPPOLA Lo sapete pure. Saranno incirca otto mesi. RIDOLFO È tempo di mutar costume. TRAPPOLA Come sarebbe a dire? RIDOLFO Quando si apre una bottega nuova, si fa il caffè perfetto. Dopo sei mesi al  TRAPPOLA     più, acqua calda e brodo lungo. 45 ( parte ) È grazioso costui; spero che farà bene per la mia bottega, perché in quelle  RIDOLFO 26 botteghe dove vi è qualcheduno che sappia fare il buffone, tutti corrono. ATTO I, scena seconda Ridolfo e messer Pandolfo dalla bottega del giuoco, strofinandosi gli occhi come assonnato. Messer Pandolfo, volete il caffè? RIDOLFO      Sì, mi farete piacere. 50 PANDOLFO Giovani, date il caffè a messer Pandolfo. Sedete, accomodatevi. RIDOLFO No, no, bisogna che io lo beva presto, e che ritorni al travaglio. PANDOLFO 27 ( un  giovane porta il caffè a Pandolfo ) Giocano ancora in bottega? RIDOLFO      Si lavora a due telai. 55 PANDOLFO 28 Così presto? RIDOLFO Giocano da ieri in qua. PANDOLFO A che giuoco? RIDOLFO A un giuoco innocente: prima e seconda. PANDOLFO 29      E come va? 60 RIDOLFO Per me va bene. PANDOLFO guadagna spillando somme di denaro a chi vince ( ) e intendendosela con i bari ( ). è un’espressione lombarda. 17 guadagna… baratori: negli scrocchi baratori Far di balla possiate non innamorarvi mai. 18 Non v’innamoraste mai: il significato del proverbio è che i guadagni disonesti si trasformano in un danno per chi li ha ottenuti. 19 la farina… crusca: rovinato. Indotto da Pandolfo a sperperare il denaro del padre al gioco, Eugenio tradisce il valore borghese della parsimonia. 20 precipitato: anche lui. 21 anche quello: giudiziosa. 22 di proposito: per di più. 23 poi di più: l’espressione ha un valore dispregiativo (quel bellimbusto). 24 quel: li. 25 gli: spiritoso. 26 grazioso: lavoro (francesismo). 27 travaglio: si gioca a due tavoli. 28 Si lavora a due telai: cioè al faraone, gioco molto popolare nella Venezia del Settecento. 29 prima e seconda: Vi siete divertito anche voi a giuocare? RIDOLFO Sì, anch’io ho tagliato un poco. PANDOLFO 30 Compatite, amico, io non ho da entrare ne’ vostri interessi; ma non istà  RIDOLFO 31     bene che il padrone della bottega giuochi anche lui; perché se perde, si fa burlare,  65 e se guadagna, fa sospettare. A me basta che non mi burlino; del resto poi, che sospettino quanto  PANDOLFO vogliono, non ci penso. Caro amico, siamo vicini, e non vorrei che vi accadessero delle disgrazie.  RIDOLFO     Sapete che per il vostro giuoco siete stato dell’altre volte in cattura. 70 32 Mi contento di poco. Ho buscati due zecchini, e non ho voluto altro. PANDOLFO Bravo, pelar la quaglia senza farla gridare. A chi gli avete vinti? RIDOLFO 33 Ad un garzone d’un orefice. PANDOLFO Male, malissimo; così si dà mano ai giovani, perché rubino ai loro  RIDOLFO 34     padroni. 75 Eh! non mi venite a moralizzare. Chi è gonzo stia a casa sua. Io tengo  PANDOLFO 35 36 giuoco per chi vuol giuocare. Tener giuoco stimo il meno; ma voi siete preso di mira per giuocator di  RIDOLFO 37 vantaggio e in questa sorta di cose si fa presto a precipitare. 38      Io bricconate non ne fo. So giuocare; son fortunato, e per questo vinco. 80 PANDOLFO Bravo, tirate innanzi così. Il signor Eugenio ha giuocato questa notte? RIDOLFO Giuoca anche adesso. Non ha cenato, non ha dormito, e ha perso tutti  PANDOLFO i denari. (Povero giovine!). Quanto avrà perduto? RIDOLFO ( da sé )      Cento zecchini in contanti; e ora perde sulla parola. 85 PANDOLFO Con chi giuoca? RIDOLFO Col signor conte. PANDOLFO 39 Con quello sì fatto? RIDOLFO 40 Appunto con quello. PANDOLFO      E con chi altri? 90 RIDOLFO Loro due soli; a testa a testa. PANDOLFO Poveraccio! Sta fresco davvero. RIDOLFO Che m’importa? A me basta che scozzino delle carte assai. PANDOLFO 41 Non terrei giuoco, se credessi di farmi ricco. RIDOLFO 42      No? Per qual ragione? 95 PANDOLFO Mi pare che un galantuomo non debba soffrire di vedere assassinar la  RIDOLFO 43 44 gente. Eh, amico, se sarete così delicato di pelle, farete pochi quattrini. PANDOLFO Non me ne importa niente. Finora sono stato a servire, e ho fatto il mio  RIDOLFO  debito onoratamente. Mi sono avanzato quattro soldi, e coll’aiuto del mio  100 45 46 padrone d’allora, ch’era il padre, come sapete, del signor Eugenio, ho aperta  questa bottega, e con questa voglio vivere onestamente, e non voglio far torto  alla mia professione. “alzato”, cioè diviso in due il mazzo di carte prima della loro distribuzione; in questo caso, significa che ha tenuto il banco. 30 tagliato: scusate, cercate di capire. 31 Compatite: in prigione. 32 in cattura: derubare una vittima senza che si lamenti. 33 pelar… gridare: si incitano i giovani a rubare. 34 si dà mano… rubino: far la morale. 35 moralizzare: sciocco, stupido. 36 gonzo: lo considero il male minore. 37 stimo il meno: come baro. 38 per giuocator di vantaggio: il conte Leandro (cioè Flaminio). 39 conte: con un tale di quella specie? 40 Con quello sì fatto?: che mescolino le carte molte volte. 41 che scozzino… assai: non giocherei neppure se. 42 Non terrei giuoco, se: sopportare. 43 soffrire: andare in rovina. 44 assassinar: il mio dovere. 45 il mio debito: ho messo da parte. 46 Mi sono avanzato: Oh, anche nella vostra professione vi sono de’ bei capi d’opera! PANDOLFO 47   Ve ne sono in tutte le professioni. Ma da quelli non vanno le persone  105 RIDOLFO riguardevoli, che vengono alla mia bottega. 48 Avete anche voi gli stanzini segreti. PANDOLFO 49 È vero; ma non si chiude la porta. RIDOLFO Il caffè non potete negarlo a nessuno. PANDOLFO   Le chicchere non si macchiano. 110 RIDOLFO 50 Eh via! Si serra un occhio. PANDOLFO 51 Non si serra niente; in questa bottega non vien altro che gente onorata. RIDOLFO Sì, sì, siete principiante. PANDOLFO Che vorreste dire? RIDOLFO ( gente dalla bottega del giuoco chiama «carte» )   La servo. 115 PANDOLFO ( verso la sua bottega ) Per carità, levate dal tavolino quel povero signor Eugenio. RIDOLFO 52 Per me, che perda anche la camicia, non ci penso. PANDOLFO ( s’incammina verso la  sua bottega ) Amico, il caffè ho da notarlo? RIDOLFO 53   Niente, lo giuocheremo a primiera. 120 PANDOLFO 54 Io non son gonzo, amico. RIDOLFO Via, che serve? Sapete pure che i miei avventori si servono alla vostra  PANDOLFO bottega. Mi maraviglio che attendiate a queste piccole cose. 55 ( s’incammina.  La servo. Tornano a chiamare ) ( entra nel giuoco )   Bel mestiere! Vivere sulle disgrazie, sulla rovina della gioventù! Per me  125 RIDOLFO non vi sarà mai pericolo che tenga giuoco. Si principia con i giuochetti, e poi  si termina colla bassetta. No, no, caffè, caffè; giacché col caffè si guadagna il  56 cinquanta per cento, che cosa vogliamo cercar di più? capolavori, utilizzato in senso ironico per dire “imbroglioni” (francesismo). 47 capi d’opera: di riguardo. 48 riguardevoli: appartati. 49 segreti: le tazzine non si sporcano, cioè non si disonorano anche se vengono usate da clienti disonesti. 50 Le chicchere… macchiano: si chiude. 51 Si serra: dal tavolo da gioco. 52 dal tavolino: da annotarlo sul suo conto. 53 da notarlo: gioco di carte in cui vince chi accumula più punti sommando carte di seme diverso. 54 primiera: facciate caso. 55 attendiate: gioco di carte simile al farao­ne, così chiamato perché si gioca con le carte basse, dall’uno al cinque. 56 bassetta:  >> pagina 346  DENTRO IL TESTO I contenuti tematici La commedia si apre con una vivace visione d’insieme, che ricrea il lavorio mattutino delle botteghe mentre si preparano ad accogliere gli avventori. Ogni elemento è parte di un ambiente che pulsa di vita, delineato attraverso ciò che si vede realmente sulla scena (rivolgendosi energicamente ai suoi garzoni, è come se Ridolfo invitasse il pubblico a guardarsi in giro e i lettori a immaginare la situazione) e ciò che i personaggi raccontano: il via vai dei lavoranti, dei barcaioli, dei facchini e della gente che frequenta le botteghe, la consegna del caffè alla signora in ristrettezze, la presenza dei giocatori della bisca. Un ambiente che vive  >> pagina 347 Ridolfo si caratterizza subito come punto di riferimento di questo ambiente, in qualità di bottegaio avveduto e attento alla propria attività. Si assicura che i garzoni si diano da fare con i clienti e spiega a Trappola che una bottega deve guadagnarsi la fiducia della clientela, per esempio adeguandosi ai suoi orari ( , rr. 7-8). A buon’ora vengono quelli che hanno da far viaggio Dal confronto con lo scansafatiche Trappola e lo spregiudicato Pandolfo emergono il suo orgoglio per il lavoro (egli esige che il caffè sia sempre fresco e buono), l’onestà ( , rr. 102-103), la moderazione nella ricerca del profitto ( , rr. 127-128), l’avversione per il guadagno facile, ottenuto a danno degli altri ( , r. 94). voglio vivere onestamente, e non voglio far torto alla mia professione col caffè si guadagna il cinquanta per cento, che cosa vogliamo cercar di più? Non terrei giuoco, se credessi di farmi ricco La figura del piccolo borghese capace e onesto Le scelte stilistiche L’interazione avviene dapprima tra Ridolfo e il suo garzone, Trappola, poi tra lo stesso Ridolfo e Pandolfo. Il caffettiere si esprime con numerosi proverbi o espressioni proverbiali ( , rr. 28-29; , r. 72; , r. 110, e così via), a indicare una superiorità morale che si sostanzia però in una saggezza un po’ convenzionale. la farina del diavolo va tutta in crusca pelar la quaglia senza farla gridare Le chicchere non si macchiano Il linguaggio, d’altra parte, rivela il legame dei personaggi con l’ambiente in cui vivono; tutti utilizzano infatti termini gergali propri dell’ambito del gioco d’azzardo e delle carte ( , r. 59; , r. 63; , r. 120). prima e seconda anch’io ho tagliato un poco a primiera Il linguaggio di Ridolfo come espressione di una morale convenzionale Trappola interpreta il ruolo del servo furbo, che nella commedia dell’arte era ricoperto da Zanni; lo stesso Ridolfo lo definisce (r. 47). La comicità deriva dai contenuti ironici delle sue affermazioni ( , r. 18, dice Trappola proprio dopo che Ridolfo gli ha spiegato l’importanza di farsi trovare pronti di buon mattino), ma anche e soprattutto dal suo modo di esprimersi, che gioca sull’accostamento di termini o espressioni popolari ( , r. 25; , r. 26) e vocaboli o modi di dire ricercati ( , r. 6; , r. 36; , r. 42) che, pronunciati da lui, assumono un effetto decisamente comico. buffone si poteva dormire un’altra oretta quel cane a far di balla coi baratori complessione è un bel fior di virtù È tempo di mutar costume Il linguaggio del «buffone» Maurice Sand,  , 1860. Venezia, Casa di Carlo Goldoni. Brighella VERSO LE COMPETENZE Comprendere 1 Riassumi il brano letto in circa 15 righe. Analizzare 2 Individua nel testo le affermazioni di buon senso e i consigli del caffettiere Ridolfo. 3 Oltre a quelle già segnalate nell’analisi, rintraccia altre espressioni proverbiali presenti nel brano. 4 Qual è il diverso atteggiamento di Ridolfo e Pandolfo verso il gioco d’azzardo? Interpretare 5 Quali aspetti della nuova società che si sta formando nel XVIII secolo emergono dal testo? 6 Quale atteggiamento verso il mondo è rappresentato dal servitore Trappola? perché?