T4 La sfida di Mirandolina , atto I, scene IV-VI, IX; atto II, scene XVI-XIX La locandiera Nell’ambiente della locanda, circoscritto ma aperto all’andirivieni dei clienti, entrano in relazione fra loro tutte le classi sociali, rappresentate dai singoli personaggi. La commedia si apre con un’esilarante schermaglia, costituita da frecciate e provocazioni, tra il Conte d’Albafiorita e il Marchese di Forlipopoli, che vogliono guadagnarsi, ognuno con le proprie risorse, l’amore di Mirandolina. Un terzo cliente, il Cavaliere di Ripafratta (una località nei pressi di Pisa), manifesta invece la sua riprovazione per il comportamento dei due nobili, sostenendo un proprio, originale punto di vista. Il potere irresistibile dell’astuzia femminile ATTO I, scena quarta II Cavaliere di Ripafratta dalla sua camera, e detti. Amici, che cos’è questo romore? Vi è qualche dissensione fra di voi altri? CAVALIERE 1 Si disputava sopra un bellissimo punto. CONTE 2 II Conte disputa meco sul merito della nobiltà. MARCHESE ( ironico )        Io non levo il merito alla nobiltà: ma sostengo, che per cavarsi dei capricci,  5 CONTE vogliono esser denari. 3 Veramente, Marchese mio… CAVALIERE Orsù, parliamo d’altro. MARCHESE Perché siete venuti a simil contesa? CAVALIERE      Per un motivo il più ridicolo della terra. 10 CONTE Sì, bravo! il Conte mette tutto in ridicolo. MARCHESE Il signor Marchese ama la nostra locandiera. Io l’amo ancor più di lui.  CONTE Egli pretende corrispondenza, come un tributo alla sua nobiltà. Io la spero,  4 come una ricompensa alle mie attenzioni. Pare a voi che la questione non  5     sia ridicola? 15 Bisogna sapere con quanto impegno io la proteggo. MARCHESE Egli la protegge, ed io spendo. CONTE ( al Cavaliere ) In verità non si può contendere per ragione alcuna che lo meriti meno.   CAVALIERE 6 Una donna vi altera? vi scompone? Una donna? che cosa mai mi convien sentire?  7     Una donna? Io certamente non vi è pericolo che per le donne abbia che  20 dir con nessuno. Non le ho mai amate, non le ho mai stimate, e ho sempre  8 creduto che sia la donna per l’uomo una infermità insopportabile. 9 In quanto a questo poi, Mirandolina ha un merito estraordinario. MARCHESE Sin qua il signor Marchese ha ragione. La nostra padroncina della locanda  CONTE     è veramente amabile. 25 Quando l’amo io, potete credere che in lei vi sia qualche cosa di grande. MARCHESE 10 contrasto, discussione. 1 dissensione: argomento, questione. 2 punto: è necessario aver disponibilità di denari. 3 vogliono esser denari: di essere corrisposto. 4 corrispondenza: regali in denaro. 5 attenzioni: che abbia minore importanza. 6 che lo meriti meno: vi sconvolge? 7 vi scompone?: abbia motivo di discutere con qualcuno. 8 abbia che dir: disgrazia. 9 infermità: dal momento che. 10 Quando: In verità mi fate ridere. Che mai può avere di    costei, che non  CAVALIERE ▶ stravagante sia comune all’altre donne? Ha un tratto nobile, che incatena. MARCHESE 11      È bella, parla bene, veste con pulizia, è di un ottimo gusto. 30 CONTE Tutte cose che non vagliono un fico. Sono tre giorni ch’io sono in questa  CAVALIERE 12 locanda, e non mi ha fatto specie veruna. 13 Guardatela, e forse ci troverete del buono. CONTE Eh, pazzia! L’ho veduta benissimo. È una donna come l’altre. CAVALIERE      Non è come l’altre, ha qualche cosa di più. Io che ho praticate le prime  35 MARCHESE dame, non ho trovato una donna che sappia unire, come questa, la gentilezza  14 e il decoro. Cospetto di bacco! Io son sempre stato solito trattar donne: ne conosco li  CONTE 15 difetti ed il loro debole. Pure con costei, non ostante il mio lungo corteggio e  16     le tante spese per essa fatte, non ho potuto toccarle un dito. 40 Arte, arte sopraffina. Poveri gonzi! Le credete, eh? A me non la farebbe.  CAVALIERE 17 Donne? Alla larga tutte quante elle sono. Non siete mai stato innamorato? CONTE Mai, né mai lo sarò. Hanno fatto il diavolo per darmi moglie, né mai  CAVALIERE 18     l’ho voluta. 45 Ma siete unico della vostra casa: non volete pensare alla successione? MARCHESE Ci ho pensato più volte, ma quando considero che per aver figliuoli mi  CAVALIERE converrebbe soffrire una donna, mi passa subito la volontà. 19 20 Che volete voi fare delle vostre ricchezze? CONTE      Godermi quel poco che ho con i miei amici. 50 CAVALIERE Bravo, Cavaliere, bravo; ci goderemo. MARCHESE E alle donne non volete dar nulla? CONTE Niente affatto. A me non ne mangiano sicuramente. CAVALIERE 21 Ecco la nostra padrona. Guardatela, se non è adorabile. CONTE      Oh la bella cosa! Per me stimo più di lei quattro volte un bravo cane da  55 CAVALIERE caccia. Se non la stimate voi, la stimo io. MARCHESE Ve la lascio, se fosse più bella di Venere. CAVALIERE 22 ATTO I, scena quinta Mirandolina e detti.      M’inchino a questi cavalieri. Chi mi domanda di lor signori? 60 MIRANDOLINA 23 TRECCANI ▶ Le parole valgono L’aggettivo indica letteralmente ciò che divaga, che esce fuori dai limiti, dal comune, dalla consuetudine, dal normale: le «rime », per esempio, sono quelle rimaste fuori dalla raccolta curata dal poeta stesso (anche se in questi casi i filologi dicono più comunemente ); le «pagine » costituiscono l’opera minore di un autore oppure trattano argomenti diversi da quelli che egli è solito trattare. Per estensione, l’aggettivo può dunque significare “straordinario”, “eccezionale”, “singolare”. Oggi, però, tendiamo a utilizzarlo in un’altra accezione: a proposito di una persona che si comporta in modo inconsueto o fuori del normale, e quindi estrosa, strana, bizzarra. stravagante stravagante stravaganti estravaganti stravaganti ▶ Con uso figurato possiamo dire anche che un tempo o una stagione è stravagante . In tal caso che cosa intendiamo? modo di fare. 11 tratto: non valgono nulla. 12 non vagliono un fico: non ha destato in me alcun interesse. 13 non… veruna: io che ho frequentato le signore più nobili. 14 Io che ho praticate le prime dame: perbacco! 15 Cospetto di bacco!: corteggiamento. 16 corteggio: sciocchi. 17 gonzi: hanno fatto di tutto. 18 Hanno fatto il diavolo: sarei costretto a sopportare. 19 mi converrebbe soffrire: la voglia. 20 la volontà: non me ne spillano (di denaro). 21 A me non ne mangiano: anche se. 22 se: desidera. 23 domanda: Io vi domando, ma non qui. MARCHESE Dove mi vuole, Eccellenza? MIRANDOLINA Nella mia camera. MARCHESE Nella sua camera? Se ha bisogno di qualche cosa verrà il cameriere a  MIRANDOLINA     servirla. 65 (Che dite di quel contegno?). MARCHESE ( al Cavaliere ) (Quello che voi chiamate contegno, io lo chiamerei temerità, impertinenza).  CAVALIERE 24 ( al Marchese ) Cara Mirandolina, io vi parlerò in pubblico, non vi darò l’incomodo di  CONTE     venire nella mia camera. Osservate questi orecchini. Vi piacciono? 70 Belli. MIRANDOLINA Sono diamanti, sapete? CONTE Oh, li conosco. Me ne intendo anch’io dei diamanti. MIRANDOLINA E sono al vostro comando. CONTE 25      (Caro amico, voi li buttate via). 75 CAVALIERE ( piano al Conte ) Perché mi vuol ella donare quegli orecchini? MIRANDOLINA Veramente sarebbe un gran regalo! Ella ne ha de’ più belli al doppio. MARCHESE 26 Questi sono legati alla moda. Vi prego riceverli per amor mio. CONTE 27 (Oh che pazzo!). CAVALIERE ( da sé )      No, davvero, signore… 80 MIRANDOLINA Se non li prendete, mi disgustate. CONTE 28 Non so che dire… mi preme tenermi amici gli avventori della mia  MIRANDOLINA locanda. Per non disgustare il signor Conte, li prenderò. (Oh che forca!). CAVALIERE 29 ( da sé )      (Che dite di quella prontezza di spirito?). 85 CONTE ( al Cavaliere ) (Bella prontezza! Ve li mangia, e non vi ringrazia nemmeno). CAVALIERE 30 ( al Conte ) Veramente, signor Conte, vi siete acquistato gran merito. Regalare una  MARCHESE donna in pubblico, per vanità! Mirandolina, vi ho da parlare a quattr’occhi,  31 fra voi e me: son cavaliere.      (Che arsura! Non gliene cascano). Se altro non mi comandano,  90 MIRANDOLINA 32 ( da sé ) io me n’anderò. Ehi! padrona. La biancheria che mi avete dato, non mi gusta. Se non ne  CAVALIERE 33 avete di meglio, mi provvederò. 34 ( con disprezzo ) Signore, ve ne sarà di meglio. Sarà servita, ma mi pare che la potrebbe  MIRANDOLINA     chiedere con un poco di gentilezza. 95 Dove spendo il mio denaro, non ho bisogno di far complimenti. CAVALIERE Compatitelo. Egli è nemico capitale delle donne. CONTE 35 ( a Mirandolina ) Eh, che non ho bisogno d’essere da lei compatito. CAVALIERE Povere donne! che cosa le hanno fatto? Perché così crudele con noi,  MIRANDOLINA  signor Cavaliere? 100 temerarietà. 24 temerità: a vostra disposizione. 25 al vostro comando: ne possiede di doppiamente belli. Dalla battuta si evince che gli orecchini donati dal Conte sono di scarso valore. 26 ne ha… al doppio: sono incastonati secondo la moda. 27 sono legati alla moda: mi offendete. 28 mi disgustate: che furba! Si tratta di un’espressione popolare di uso toscano. 29 che forca!: ve li sottrae. 30 Ve li mangia: fare regali a una donna. L’uso transitivo di “regalare” è tipico del dialetto veneziano e riproduce la costruzione latina del verbo . 31 Regalare una donna: donare che spilorceria! Non gliene scappano (di soldi dalle tasche). 32 Che arsura… cascano: non mi piace. 33 non mi gusta: provvederò da solo (magari andando altrove). 34 mi provvederò: acerrimo. 35 capitale: Basta così. Con me non vi prendete maggior confidenza. Cambiatemi  CAVALIERE la biancheria. La manderò a prender pel servitore. Amici, vi sono schiavo.   36 37 ( parte ) ATTO I, scena sesta Il Marchese, il Conte e Mirandolina.   Che uomo salvatico! Non ho veduto il compagno. 105 MIRANDOLINA 38 39 Cara Mirandolina, tutti non conoscono il vostro merito. CONTE In verità, son cosi stomacata del suo mal procedere, che or ora lo  MIRANDOLINA licenzio a dirittura. 40 Sì; e se non vuol andarsene, ditelo a me, che lo farò partire immediatamente.  MARCHESE  Fate pur uso della mia protezione. 110 E per il denaro che aveste a perdere, io supplirò e pagherò tutto. (Sentite,  CONTE mandate via anche il Marchese, che pagherò io). ( piano a Mirandolina ) Grazie, signori miei, grazie. Ho tanto spirito che basta, per dire ad  MIRANDOLINA 41 un forestiere ch’io non lo voglio, e circa all’utile, la mia locanda non ha mai  42  camere in ozio. 115 […] ATTO I, scena nona Mirandolina, sola. Uh, che mai ha detto! L’eccellentissimo signor Marchese Arsura mi  MIRANDOLINA sposerebbe? Eppure, se mi volesse sposare, vi sarebbe una piccola difficoltà. Io  43 non lo vorrei. Mi piace l’arrosto, e del fumo non so che farne. Se avessi sposati   tutti quelli che hanno detto volermi, oh, avrei pure tanti mariti! Quanti arrivano  120 a questa locanda, tutti di me s’innamorano, tutti mi fanno i cascamorti; e tanti e  tanti mi esibiscono di sposarmi a dirittura. E questo signor Cavaliere, rustico   44 45 come un orso, mi tratta sì bruscamente? Questi è il primo forestiere capitato alla  mia locanda, il quale non abbia avuto piacere di trattare con me. Non dico che   tutti in un salto s’abbiano a innamorare: ma disprezzarmi così? è una cosa che  125 46 mi muove la bile terribilmente. È nemico delle donne? Non le può vedere?  47 Povero pazzo! Non avrà ancora trovato quella che sappia fare. Ma la troverà. La  troverà. E chi sa che non l’abbia trovata? Con questi per l’appunto mi ci metto di  picca. Quei che mi corrono dietro, presto presto mi annoiano. La nobiltà non  48  fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste in  130 vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è  49 50 la debolezza di quasi tutte le donne. A maritarmi non ci penso nemmeno; non  ho bisogno di nessuno; vivo onestamente, e godo la mia libertà. Tratto con tutti,  ma non m’innamoro mai di nessuno. Voglio burlarmi di tante caricature di   amanti spasimati; e voglio usar tutta l’arte per vincere, abbattere e conquassare   135 51 52 quei cuori barbari e duri che son nemici di noi, che siamo la miglior cosa  53 che abbia prodotto al mondo la bella madre natura. dal. 36 pel: vi riverisco. È una formula veneta di cortesia e di saluto (da cui deriva il vocabolo moderno “ciao”). 37 vi sono schiavo: scontroso. 38 salvatico: non ho mai conosciuto nessuno come lui. 39 Non ho veduto il compagno: lo mando via (dalla locanda). 40 lo licenzio: coraggio. 41 spirito: quanto al guadagno. 42 circa all’utile: Arsura è il nome ironico con cui Mirandolina ha ribattezzato il Marchese di Forlipopoli; nella scena precedente egli ha maledetto la propria mancanza di denaro, che gli impedisce di chiedere in moglie la locandiera. 43 L’eccellentissimo… mi sposerebbe?: mi propongono. 44 mi esibiscono: sgarbato, villano. 45 rustico: di colpo, subito (è un’espressione popolare). 46 in un salto: mi fa arrabbiare. 47 mi muove la bile: di puntiglio (dal francese ). 48 di picca: pique corteggiata. 49 servita: desiderata. 50 vagheggiata: tanti innamorati che si rendono ridicoli spasimando (per me). 51 tante caricature... spasimati: sconvolgere. 52 conquassare: rozzi. 53 barbari: [La locandiera ha messo in atto il suo piano di seduzione per far innamorare il Cavaliere di Ripafratta, fingendo di approvare la sua avversione per le donne, dimostrando fastidio per le lusinghe del Conte e del Marchese e assumendo un atteggiamento di complicità con l’ospite, al quale dedica attenzioni particolari (come la biancheria preziosa o gli intingoli da lei stessa cucinati esclusivamente per lui). In seguito all’arrivo alla locanda di due attrici, Ortensia e Dejanira, che si fingono nobildonne ma vengono ben presto smascherate da Mirandolina, si innesca una sorta di giocosa competizione fra le tre donne per la conquista del Cavaliere misogino. Sarà la locandiera, però, a prevalere]. ATTO II, scena sedicesima Il Cavaliere, solo. Tutti sono invaghiti di Mirandolina. Non è maraviglia, se ancor io  CAVALIERE  principiava a sentirmi accendere. Ma anderò via; supererò questa incognita   140 54 55 forza… Che vedo? Mirandolina? Che vuole da me? Ha un foglio in mano. Mi  porterà il conto. Che cosa ho da fare? Convien soffrire quest’ultimo assalto.  56 Già da qui a due ore io parto. ATTO II, scena diciassettesima Mirandolina con un foglio in mano, e detto.   Signore. 145 MIRANDOLINA ( mestamente ) Che c’è, Mirandolina? CAVALIERE Perdoni. MIRANDOLINA ( stando indietro ) Venite avanti. CAVALIERE Ha domandato il suo conto; l’ho servita. MIRANDOLINA ( mestamente )   Date qui. 150 CAVALIERE Eccolo. MIRANDOLINA ( si asciuga gli occhi col grembiale, nel dargli il conto ) Che avete? Piangete? CAVALIERE Niente, signore, mi è andato del fumo negli occhi. MIRANDOLINA Del fumo negli occhi? Eh! basta… quanto importa il conto? Venti  CAVALIERE 57 ( legge )   155 paoli? 58 In quattro giorni un trattamento sì generoso: venti paoli? Quello è il suo conto. MIRANDOLINA E i due piatti particolari che mi avete dato questa mattina, non ci sono  CAVALIERE nel conto? Perdoni. Quel ch’io dono, non lo metto in conto. MIRANDOLINA   Me li avete voi regalati? 160 CAVALIERE Perdoni la libertà. Gradisca per un atto di… MIRANDOLINA ( si copre, mostrando di  piangere ) anch’io iniziavo a innamorarmi. 54 ancor… accendere: sconosciuta. 55 incognita: sopportare. 56 soffrire: a quanto ammonta l’importo del conto? 57 quanto importa il conto?: il paolo era una moneta pontificia, così chiamata da papa Paolo III, che nel 1540 ne fece aumentare il contenuto d’argento. 58 paoli: CAVALIERE Ma che avete? Non so se sia il fumo, o qualche flussione di occhi. MIRANDOLINA 59   Non vorrei che aveste patito, cucinando per me quelle due preziose vivande. 165 CAVALIERE Se fosse per questo, lo soffrirei… volentieri… MIRANDOLINA ( mostra trattenersi di  piangere ) (Eh, se non vado via!). Orsù, tenete. Queste sono due doppie.   CAVALIERE ( da sé ) 60 Godetele per amor mio… e compatitemi… 61 ( s’imbroglia ) 62   170 MIRANDOLINA ( senza parlare, cade come svenuta sopra una sedia ) Mirandolina. Ahimè! Mirandolina. È svenuta. Che fosse innamorata di  CAVALIERE me? Ma così presto? E perché no? Non sono io innamorato di lei? Cara  Mirandolina… Cara? Io cara ad una donna? Ma se è svenuta per me. Oh, come tu sei  bella! Avessi qualche cosa per farla rinvenire. Io che non pratico donne, non  63  ho spiriti, non ho ampolle. Chi è di là? Vi è nessuno? Presto?… Anderò io.  175 64 65 Poverina! Che tu sia benedetta! ( parte, e poi ritorna ) Ora poi è caduto affatto. Molte sono le nostre armi, colle quali si  MIRANDOLINA 66 vincono gli uomini. Ma quando sono ostinati, il colpo di riserva sicurissimo è  uno svenimento. Torna, torna. ( si mette come sopra )   Eccomi, eccomi. E non è ancor rinvenuta. Ah,  180 CAVALIERE ( torna con un vaso d’acqua ) certamente costei mi ama. Animo, animo. Son  ( la spruzza, ed ella si va movendo ) qui cara. Non partirò più per ora. ATTO II, scena diciottesima Il Servitore colla spada e cappello, e detti. Ecco la spada ed il cappello. SERVITORE ( al Cavaliere )   Va via. 185 CAVALIERE ( al Servitore, con ira ) I bauli… SERVITORE Va via, che tu sia maledetto. CAVALIERE Mirandolina… SERVITORE Va, che ti spacco la testa. E non  CAVALIERE ( lo minaccia col vaso; il Servitore parte )  rinviene ancora? La fronte le suda. Via, cara Mirandolina, fatevi coraggio, aprite  190 gli occhi. Parlatemi con libertà. ATTO II, scena diciannovesima Il Marchese ed il Conte, e detti. Cavaliere? MARCHESE Amico? CONTE   (Oh maledetti!). 195 CAVALIERE ( va smaniando ) Mirandolina. MARCHESE Oimè! MIRANDOLINA ( s’alza ) Io l’ho fatta rinvenire. MARCHESE Mi rallegro, signor Cavaliere. CONTE   Bravo quel signore, che non può vedere le donne. 200 MARCHESE infiammazione (il termine indica precisamente un eccessivo flusso di sangue in una parte del corpo). 59 flussione: due monete d’oro (dal valore di due ducati, per questo dette doppie). 60 due doppie: perdonatemi. 61 compatitemi: si confonde. 62 s’imbroglia : frequento. 63 pratico: essenze usate un tempo per far rinvenire chi era soggetto a svenimento. 64 spiriti: boccette per contenere essenze e liquori in piccole quantità. 65 ampolle: è completamente innamorato. 66 è caduto affatto: Che impertinenza? CAVALIERE Siete caduto? CONTE 67 Andate al diavolo quanti siete. CAVALIERE ( getta il vaso in terra, e lo rompe verso il Conte  ed il Marchese, e parte furiosamente )   Il Cavaliere è diventato pazzo. 205 CONTE ( parte ) Di questo affronto voglio soddisfazione. ) MARCHESE 68 ( parte L’impresa è fatta. Il di lui cuore è in fuoco, in fiamme, in cenere.  MIRANDOLINA Restami solo, per compiere la mia vittoria, che si renda pubblico il mio trionfo, a  scorno degli uomini presuntuosi, e ad onore del nostro sesso. 69 ( parte ) ci siete cascato? 67 Siete caduto?: un risarcimento. 68 soddisfazione: umiliazione. 69 scorno:  >> pagina 362  DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Nella locanda di Mirandolina sono ospitati tre nobili, ognuno dei quali esprime una diversa anima del ceto aristocratico messo in ridicolo da Goldoni. Il Marchese di Forlipopoli e il Conte d’Albafiorita rappresentano rispettivamente una nobiltà di sangue, irrimediabilmente decaduta per avere dilapidato le proprie risorse, e una nobiltà acquisita di recente, che fa sfoggio della ricchezza con l’esibizionismo tipico dei ; il Cavaliere di Ripafratta impersona invece un’aristocrazia ancora fiera e altera, che coltiva fino all’eccesso il proprio senso di superiorità, qui tradotto nel disprezzo per il sentimento amoroso e per l’universo femminile. parvenu Ogni personaggio è caratterizzato da manie e debolezze: il Marchese dall’avarizia e dall’orgoglio per i propri privilegi ( , r. 110); il Conte dalla prodigalità e dalla volgarità, che lo porta a ostentare le proprie ricchezze ( , r. 111); il Cavaliere dalla misoginia, esibita come il segno della sua posizione di forza e di dominio ( , r. 92; , r. 96). Fate pur uso della mia protezione E per il denaro che aveste a perdere, io supplirò e pagherò tutto Ehi! padrona. La biancheria che mi avete dato, non mi gusta Dove spendo il mio denaro, non ho bisogno di far complimenti Le diverse anime della nobiltà   Videolezione –   La sfida di Mirandolina Tutt’altro sociale contraddistingue il personaggio di Mirandolina. La locandiera eredita certi requisiti della servetta, vivace protagonista della commedia dell’arte, dove appariva con vari nomi (Colombina il più frequente); in particolare, Goldoni recupera dalla tradizione il piglio disinvolto e spregiudicato della maschera, ma approfondisce la sua personalità dotandola di una psicologia complessa che la rende autentica, secondo la concezione della commedia riformata. status Dopo essere stata evocata dagli altri personaggi, Mirandolina si presenta agli spettatori con un lungo monologo in cui liquida la proposta di matrimonio del Marchese, troppo a secco di denaro (da cui il soprannome di che gli affibbia la donna) per essere preso in considerazione, censura l’atteggiamento del Cavaliere, (rr. 122-123) e (r. 126), e rivela la propria attitudine a dominare gli uomini ( , rr. 130-131). Arsura rustico come un orso nemico delle donne Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata Ma Mirandolina non è soltanto sfuggente e seduttiva. Da donna borghese, è anche concreta e calcolatrice ( , r. 73), scaltra ( , rr. 82-83) e abile negli affari ( , rr. 114-115). Intascando i regali degli ospiti, godendo della loro devozione e facendo mostra di non volerli offendere (per curare in realtà i propri interessi), Mirandolina tiene legati a sé i suoi corteggiatori senza concedersi e senza danneggiare la propria reputazione. Oh, li conosco. Me ne intendo anch’io dei diamanti mi preme tenermi amici gli avventori della mia locanda. Per non disgustare il signor Conte, li prenderò e circa all’utile, la mia locanda non ha mai camere in ozio La locandiera: donna e borghese Il Cavaliere, tuttavia, sembra sottrarsi al gioco della locandiera, con l’intenzione di non cadere nella sua rete. Sentendosi sfidata, Mirandolina ingaggia allora una battaglia per il riscatto del genere femminile: (rr. 135-137). e voglio usar tutta l’arte per vincere, abbattere e conquassare quei cuori barbari e duri che son nemici di noi, che siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura Recependo gli ideali illuministici di emancipazione e uguaglianza, però, Goldoni non si limita a far raggiungere a Mirandolina lo scopo immediato, vincere la ritrosia e la misoginia del Cavaliere: dopo aver fatto capitolare l’uomo, infatti, la donna pretenderà una dichiarazione d’amore pubblica, perché la sua sfida non rappresenta più soltanto una questione privata, ma assume una valenza sociale e ideologica. Ha scritto il critico Roberto Alonge: «Non è l’amore che le interessa, ma la pratica sociale. Mirandolina si realizza (e si appaga) non tanto come […], bensì come , come ». donna ruolo sociale locandiera Orgoglio di genere e di ceto  >> pagina 363  Le scelte stilistiche I protagonisti interloquiscono tra loro con frasi brevi e vivaci, che coinvolgono direttamente o indirettamente tutti i personaggi. Alcune battute, rivolte a un unico personaggio, sono però pronunciate sottovoce, di nascosto, in modo che gli altri non sentano. Si crea così una complicità con gli spettatori, i quali sono più informati dei personaggi sulla scena. Ciò avviene in modo ancor più chiaro nelle battute che gli attori pronunciano tra sé e sé e nei monologhi: in quello di Mirandolina, la donna, sfogandosi, rivela al pubblico la sua indole e il piano che sta architettando. Dialoghi e monologhi I monologhi mostrano inoltre un aspetto importante del temperamento di Mirandolina. Quando si rivolge agli ospiti, la locandiera parla in modo raffinato, con uno stile formale ed elevato, adeguato agli interlocutori ( , r. 60; , r. 62); nel monologo, invece, il suo linguaggio diventa spontaneo e colloquiale, con il ricorso a soprannomi di scherno ( , r. 117), a modi di dire proverbiali ( , r. 119), a similitudini basse e colloquiali ( , rr. 122-123) e a espressioni popolari ( , r. 126). M’inchino a questi cavalieri. Chi mi domanda di lor signori? Dove mi vuole, Eccellenza? Marchese Arsura Mi piace l’arrosto, e del fumo non so che farne rustico come un orso mi muove la bile L’arma sottile del linguaggio VERSO LE COMPETENZE Comprendere 1 Riassumi il brano letto in circa 20 righe. 2 A quali mezzi fanno ricorso il Conte e il Marchese per sedurre Mirandolina? perché? 3 Quale atteggiamento ha inizialmente il Cavaliere nei confronti di Mirandolina? Analizzare 4 Qual è la funzione dei numerosi puntini di sospensione alla scena diciasettesima? Individua i vocaboli che caratterizzano le personalità del Conte e del Marchese, sottolineando quelli riconducibili all’ambito semantico del denaro per il primo e del potere per il secondo. 5  Commenta le scelte sintattiche che contribuiscono a rendere la concitazione del Cavaliere quando deve ammettere con sé stesso i propri sentimenti e quando deve soccorrere Mirandolina svenuta. 6  Educazione CIVICA – Spunti di realtà OBIETTIVO  PARITÀ DI GENERE 5 Sulla scorta della lettura di alcuni passaggi della commedia, come il monologo della nona scena del primo atto, la figura di Mirandolina è stata letta come una sorta di “femminista ”. Che si condivida o meno tale definizione, non c’è dubbio che questo personaggio appare teso a un’affermazione di sé al di là dei limiti e degli che nel Settecento caratterizzavano la posizione della donna all’interno della società. E oggi? Purtroppo non è certo incoraggiante il rapporto Istat sugli stereotipi di genere pubblicato il 25 novembre 2019 in concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il rapporto (che potrai facilmente reperire sul sito dell’Istat: www.istat.it) mostra quanto la visione della donna da parte degli italiani sia ancora piena di pregiudizi e di retaggi culturali del passato che mettono tra parentesi o addirittura cancellano quelli che in apparenza sembravano i progressi fatti dalla società civile nel suo complesso. Emerge, per esempio, che il 32% degli italiani ritiene che il successo lavorativo sia più importante per un uomo che per una donna e, di conseguenza, il 31,5% pensa che gli uomini siano meno adatti, rispetto alle donne, a occuparsi della casa e delle faccende domestiche; quindi, per il 27,9% sono gli uomini a dover provvedere ai bisogni economici della famiglia e non le donne. ante litteram stereotipi di genere • Che cosa può fare ciascuno di noi per combattere queste distorsioni? Discutine in classe.