FINESTRA SUL ’900 Foscolo & Edoardo Sanguineti TESTIMONI DEL NEGATIVO Un poeta vittima della retorica Non è un’esagerazione affermare che a partire dalla seconda metà del Novecento il nome di Foscolo sia stato oggetto di svalutazione critica e in qualche caso di vera e propria rimozione. La sua immutata fortuna nella scuola e la simpatia che la sua opera e la sua immagine di personaggio romantico suscitano ancora presso molti studenti lo hanno salvato dall’oblio, ma non hanno impedito un certo discredito con cui buona parte della nostra cultura ha liquidato le icone del patrimonio risorgimentale e poi post-unitario, tra le quali Foscolo occupava senza dubbio un posto di primo piano. Il fastidio per la retorica che ha investito, suo malgrado, l’autore dei ha prodotto caricature e Sepolcri giudizi liquidatori sul suo conto, spesso ingiusti se non grossolani. Da questo punto di vista, non c’è dubbio che ha nuociuto alla fortuna di Foscolo presso le ultime generazioni di letterati italiani non tanto la selva dei suoi detrattori, quanto quella dei suoi apologeti ottocenteschi, impegnatisi con eccessivo zelo a farne un . monumento libresco alla magniloquenza patriottica Non è un caso che il letterato italiano degli ultimi decenni che con maggior vigore ne ha riconosciuto la lezione, Edoardo Sanguineti, sia anche quello che ne ha, per così dire, rovesciato l’immagine, trasformandolo da simbolo di una letteratura declamatoria e autoreferenziale in un anticonformistico simbolo di ribellione al . proprio tempo Bona de Mandiargues, , XX secolo. Testa composita Il recupero di Sanguineti La passione di Sanguineti per Foscolo si traduce nella costante fedeltà dello studioso militante che dedica al poeta preferito saggi, ricerche, articoli e promuove originali riletture della sua opera, sia in versi sia in prosa, negli echi presenti all’interno del proprio lavoro creativo, ma soprattutto nella vibrante condivisione di alcuni aspetti ideologici e culturali: la , formazione illuministica la , l’ visione materialistica della vita e del mondo insofferenza , il per la cultura borghese senso del tragico connesso però a una carica vitalistica, l’ idea della letteratura come una vera e propria cellula di resistenza a un sistema sociale percepito come squallido e insensato. Da Foscolo, Sanguineti si sente distante solo per un elemento, certo non secondario e che anzi costituisce la propria personale cifra di intellettuale: l’amaro scetticismo e, di conseguenza, la convinzione che non basti la generosa forza delle illusioni a vivificare il mito e la bellezza. Video – Una finestra su Edoardo Sanguineti Edoardo Sanguineti, in una fotografia degli anni Settanta. >> pagina 655 La letteratura come critica Nato a nel 1930 e laureatosi a Torino nel 1956, Genova Edoardo Sanguineti esordisce nello stesso anno come poeta pubblicando , un poemetto diviso in Laborintus lasse con il quale si segnala nel panorama letterario contemporaneo. Alcune parti di quest’opera vengono presentate cinque anni dopo nell’antologia , che I novissimi è considerata una sorta di atto di nascita della cosiddetta “ ”, il cui battesimo avviene nel 1963 in Neoavanguardia un convegno tenutosi a Palermo. In quell’occasione viene fondato il , di cui Sanguineti è l’esponente Gruppo 63 di punta. Il programma del movimento si basa innanzitutto sul , rifiuto della letteratura come mimesi della realtà strumento di sterile sentimentalismo o di moralismo ideologico: da qui la condanna di scrittori come Giorgio Bassani, Carlo Cassola, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, accusati di tradizionalismo e di provincialismo. Inoltre, se la nuova avanguardia da una parte intende recuperare la lezione di quelle storiche (in primo luogo il Futurismo), dall’altra predica un totale sconvolgimento mediante il rifiuto delle norme dell’ordine linguistico consuete della comunicazione imposta dallo sviluppo neocapitalistico, di cui viene denunciata la falsità e la mercificazione. In particolare, la posizione teorica di Sanguineti si configura come una critica globale della , ma a partire proprio dal linguaggio: fino ai primi società anni Sessanta le sue opere poetiche (tra cui va segnalata almeno , raccolta edita nel 1960) svelano, Erotopaegnia attraverso la confusione di parole dal senso sfuggente, il medesimo caos che regna in un sistema sociale ed economico ritenuto illogico e aberrante. Atti del convegno che diede vita al Gruppo 63 (Feltrinelli, Milano 1964). Ortis rivoluzionario Lo scrittore ha il compito di operare contro quel sistema, equiparato a una melma di materiali ormai in disfacimento. In ciò egli deve svolgere un’ , azione politica non diversa nelle intenzioni da quella compiuta da Foscolo, che Sanguineti giudica un poeta e soprattutto un romanziere politico. Le Ultime lettere di Jacopo Ortis viene considerato per questo motivo il «primo romanzo moderno», nonché «il primo grande testo della disperazione di vivere dopo la rivoluzione» francese: il protagonista, «che non lascia, non può e non vuole lasciare, dietro di sé, letteratura ma mere lettere, come in un libro scritto non volendo […] mentre incita a una testimonianza suprema, la procura direttamente poi nelle proprie confessioni, in artificiosa e meditata destrutturazione ». , e Foscolo nell’insieme della sua personalità di Ortis uomo e di artista, costituiscono per Sanguineti un modello , encomiabile tanto più se di «virtù sconosciuta» negata dalla miseria di un tempo storico meschino. La testimonianza letteraria acquista valore quando non si riduce a semplice effusione sentimentale o a consolatorio rifugio nell’eleganza della forma, ma al contrario quando incarna una volontà di dire, di ragionare, di esprimere una alla giustizia che magari pulsione ideale non potrà realizzarsi oggi, ma costituirà un valido mo nito domani. L’umanità si trova, secondo Sanguineti, in uno stato purgatoriale: il cammino della civiltà potrà realizzare una redenzione futura solo se avrà coscienza politica e filosofica del fatto che la realtà presente è distruttiva. A tale convinzione Sanguineti è rimasto sempre fedele, sia nell’attività creativa (oltre che di opere poetiche è autore di romanzi come , edito nel Capriccio italiano 1963, testi teatrali e studi critici su figure ed esperienze della letteratura italiana) sia in quella di intellettuale , impegnato in prima linea nella battaglia politica, militante anche come deputato, ma indipendente, del Pci. È stato inoltre docente di letteratura italiana a Torino, Salerno e Genova, città in cui è morto nel 2010. >> pagina 656 Sopravvivere alla palude borghese Ma in che modo Sanguineti si oppone alla palude della società, della cultura e del linguaggio borghese? Quali strumenti espressivi adotta per dimostrare il vuoto che caratterizza la comunicazione tra gli uomini nella civiltà del benessere? Il modo migliore per rispondere a queste domande è leggere i versi della prima delle ventisette sezioni in cui è scandita la sua prima opera, : un Laborintus titolo che rimanda a un’arte poetica medievale ( ) e labor alla dimensione dell’anima e dell’inconscio ( ). Vi si intus susseguono immagini che denunciano un : caos primordiale , l’uomo sembra smarrito in un non-luogo postatomico ridotto a (v. 19), condannato cratere anatomico ellittico a uno stato di vera e propria putrefazione. composte terre in strutturali complessioni sono Palus Putredinis 1 riposa tenue Ellie e tu mio corpo tu infatti tenue Ellie 2 eri il mio corpo immaginoso quasi conclusione di una estatica dialettica spirituale noi che riceviamo la qualità dai tempi 3 tu e tu mio spazioso corpo 5 di flogisto che ti alzi e ti materializzi nell’idea del nuoto 4 5 sistematica costruzione in ferro filamentoso lamentoso 6 lacuna lievitata in compagnia di una tenace tematica composta terra delle distensioni dialogiche insistenze intemperanti le condizioni esterne è evidente esistono realmente 10 7 queste condizioni esistevano prima di noi ed esisteranno dopo di noi qui è il dibattimento liberazioni frequenza e forza e agitazione potenziata e altro aliquot lineae desiderantur 8 dove dormi cuore ritagliato e incollato e illustrato con documentazioni viscerali 15 dove soprattutto vedete igienicamente nell’acqua antifermentativa ma fissati adesso 9 quelli i nani extratemporali i nani insomma o Ellie 10 nell’aria inquinata in un costante cratere anatomico ellittico perché ulteriormente diremo che non possono crescere 20 tu sempre la mia natura e rasserenata tu canzone metodologica periferica introspezione dell’introversione forza centrifuga delimitata Ellie tenue corpo di peccaminose escrescenze che possiamo roteare e rivolgere e odorare e adorare nel tempo 25 desiderantur (essi) analizzatori e analizzatrici desiderantur (essi) personaggi anche ed erotici e sofisticati desiderantur desiderantur 11 : mescolate con acqua. 1 composte : protagonista femminile del poema, 2 Ellie personificazione dell’inconscio: si tratta di una figura ricca di implicazioni cosmologiche e antropologiche. : citazione fosco liana dal 3 noi che… tempi : Discorso quarto della Chioma di Berenice «Per questi esami confermasi la sentenza, che i poeti traggono qualità da’ tempi». : in alchimia è l’elemento comune 4 flogisto a tutte le sostanze infiammabili. : immagine che rimanda all’idea 5 e del galleggiare e sopravvivere. : il corpo viene 6 sistematica… lamentoso rappresentato come un insieme di filamenti ferrosi che si lamentano in quanto umani. : citazione di 7 le condizioni… realmente un passo del dittatore comunisti Stalin, tratto dal libro , Questioni del leninismo edito in Italia con la traduzione di Palmiro Togliatti. : formula latina 8 aliquot… desiderantur (letteralmente, “si sente la mancanza di alcuni versi”) usata dai copisti per segnalare una lacuna nel testo. : miscela in cui 9 acqua antifermentativa possono nascere esseri alchemici. : riferimento all’alchimista 10 nani extratemporali svizzero Paracelso (1493-1541), che ipotizzò la generazione di creature artificiali, detti , dalla putrefazione homunculi del seme umano. : viene ripreso il verbo citato 11 desiderantur nel v. 13, ma qui con una chiara connotazione erotica. >> pagina 657 Il labirinto della forma Sanguineti descrive l’orrore del tempo in cui vive senza la pretesa di fotografarlo in modo asettico o neutrale: la palude dell’alienazione emerge dalla sequela ininterrotta di simboli, rimandi, citazioni letterarie, situazioni oniriche, formule criptiche o erudite , che – tutte insieme – denunciano lo stravolgimento di una realtà inautentica. Il mondo appare ai suoi occhi un magma informe: alla letteratura spetta il compito, anzi il dovere, di rappresentarlo e criticarlo attraverso la lingua, che a questo scopo subisce un trattamento distruttivo. Alla condizione babelica della realtà corrisponde il labirinto della forma, che non può che presentarsi irregolare e contorta. Senza punteggiatura, priva di un criterio di ordine, sciolta in una catena di materiali confusi, descrittivi e argomentativi, la scrittura di Sanguineti riproduce la palude della comunicazione contemporanea, un inferno lunare nel quale l’uomo si è smarrito, perdendo irrimediabilmente unità e identità. L’assurdità della vita contemporanea e delle logiche che la reggono si rispecchiano in un assemblaggio estremo, nell’enumerazione plurilinguistico meccanica, nei segmenti e nelle scorie linguistiche che documentano il «finimondo liquido-sintattico», come lo ha definito il critico Alfredo Giuliani, in cui è precipitata la cultura occidentale. Hermione Carline, , 2014. Collezione privata. Shoji Screen Interior Green Sabotare il presente Così, nei versi lunghi di questo suo monologo prende corpo una , nella quale affiorano, lingua ripetitiva e sezionata alla stregua di detriti di una cultura sconfinata, reperti alchemici (la stessa immagine della Palus Putredinis rimanda a un brodo primordiale in cui la materia decomposta si rigenera), termini medico-scientifici, espressioni latine, suggestioni politiche e reminiscenze letterarie. Tra queste ultime, si coglie in particolare l’influenza di due poeti: l’americano , maestro Ezra Pound novecentesco di un certo tipo di scrittura informale oltre che modello di intellettuale dissidente rispetto alle logiche capitalistiche, e lo stesso Foscolo, richiamato direttamente attraverso una citazione del discorso introduttivo che precede la traduzione della versione latina di Catullo della . Chioma di Berenice Non si tratta di allusioni vaghe o astratte. Il nome e la figura di Foscolo vengono recuperati come emblemi di un io ormai , risucchiato polverizzato nella Storia da una bolgia di suoni senza significato. Da tale condizione deve nascere, secondo Sanguineti, la rivoluzione consapevole dello scrittore, il quale saprà in un primo momento riconoscere il limite delle composte (v. 1) in cui è prigioniero, poi interpretare terre la realtà foscolianamente secondo la qualità dei tempi (v. 4), scrutarla grazie agli strumenti dell’indagine razionale ( , v. 22), infine calarsi periferica introspezione dentro di essa per sabotarne i meccanismi. Alvin Langdon Cobunn, (fotografia distorta da una serie di specchi) di , 1917. Vortografia Ezra Pound