PALESTRA DI SCRITTURA La civetta Myricae Analisi e interpretazione di un TESTO LETTERARIO Stavano neri al lume della luna gli erti cipressi, guglie di basalto, quando tra l’ombre svolò rapida una                                              ombra dall’alto:       orma sognata d’un volar di piume, 5 orma d’un soffio molle di velluto, che passò l’ombre e scivolò nel lume                                              pallido e muto; ed i cipressi sul deserto lido     stavano come un nero colonnato, 10 rigidi, ognuno con tra i rami un nido                                             addormentato. E sopra tanta vita addormentata dentro i cipressi, in mezzo la brughiera,     sonare, ecco, una stridula risata 15                                            di fattucchiera: una minaccia stridula seguita, forse, da brevi pigolii sommessi, dal palpitar di tutta quella vita                                                dentro i cipressi. 20 Morte, che passi per il ciel profondo, passi con ali molli come fiato, con gli occhi aperti sopra il triste mondo                                            addormentato;     Morte, lo squillo acuto del tuo riso 25 unico muove l’ombra che ci occulta silenziosa, e, desta all’improvviso                                            squillo, sussulta; e quando taci, e par che tutto dorma     nel cipresseto, trema ancora il nido 30 d’ogni vivente: ancor, nell’aria, l’orma                                            c’è del tuo grido. alti e dritti. roccia vulcanica di colore nero. 2 erti: basalto: traccia di un volo di piume apparsa come in sogno. 5 orma… piume: luogo pianeggiante. 9 lido: campagna incolta. 14 brughiera: il suono squillante e acuto del tuo riso è l’unica cosa che turba l’ombra che ci nasconde. 25-26 lo squillo acuto del tuo riso… ci occulta: risvegliatasi. 27 desta:  >> pagina 468 COMPRENSIONE E ANALISI 1 Riassumi in poche righe il contenuto della lirica. 2 Il titolo indica una presenza animale: a partire da quale verso essa si palesa? 3 In che modo si preannuncia la civetta, prima ancora della sua apparizione? 4 Qual è il valore simbolico assunto da questa singolare “protagonista”? 5 Rintraccia tutti i termini che fanno riferimento al motivo funebre. 6 Nel testo compare il tema del nido? Se sì, dove e con quale significato? 7 Tramite quale dei cinque sensi viene percepita, dalla quarta strofa in avanti, la presenza della civetta? Elenca i termini che fanno riferimento a esso. 8 Il lessico impiegato da Pascoli in questa lirica è piuttosto esiguo, essendo caratterizzato da frequenti ripetizioni degli stessi vocaboli e anche di medesimi sintagmi. Individua ed elenca gli elementi che ricorrono più volte nel testo, illustrandone il rilievo semantico. INTERPRETAZIONE E COMMENTO Il tema della morte, come realtà che minaccia la serenità degli esseri umani, è presente in diverse liriche di Pascoli. Come viene affrontato dall’autore? Rispondi facendo riferimento ad altri testi pascoliani da te letti. Pascoli, grande inattuale In questo saggio del 2002, il critico Cesare Garboli (1928-2004) riflette sulle ragioni dell’inattualità di un grande poeta come Pascoli. Analisi e produzione di un TESTO ARGOMENTATIVO Chi sono, quanti sono, oggi, nel nostro paese, i lettori delle poesie di Giovanni Pascoli? Quanti parlanti nella nostra lingua, in qualche pomeriggio invernale e o domenicale, o la sera, prima di spegnere la TV, prendono da uno scaffale le o Myricae vanno a rileggersi la e i , o mandano giù come un’aranciata Cetra di Achille Poemi di Ate       i – che tanto piacevano a Pier Paolo Pasolini? Fino a qualche 5 Primi poemetti tempo fa, in Italia, non si usciva dal portone del liceo, dopo gli esami di maturità, senza conoscere il latino. E chi oggi spenderebbe il suo tempo sugli esametri dei , sul , sul , sulla polimetria del , Gladiatores Senex Corycius Fanum Apollinis Catullocalvos se non qualche addottorato in lettere ansioso di farsi largo nei concorsi con qualche     titolo raro? La fortuna del Pascoli si celebra oggi quasi esclusivamente dentro 10 le mura dei nostri Ginnasi e dei nostri Atenei, grazie al magistero di docenti sempre più attirati dalla qualità di un poeta capace di trattare indifferentemente il linguaggio vivo e la lingua morta, come se ciò che è vivo e ciò che è defunto fossero un solo strumento adattabile, docile alla stessa sensibilità, da suonare con le     stesse mani sapienti e delicate. Come la sua opera, anche la circolazione dei testi 15 pascoliani porta un’inconfondibile impronta scolastica. [...]  Quel che si legge a scuola lo si dimentica,  non appena varcato il portone  del vecchio Ginnasio-Liceo con la certezza  in tasca della maturità. La presenza  di un poeta nei programmi scolastici può  rappresentare, nel migliore dei casi, la       20 curiosità di un momento, ma non basta  a documentare e a provare la vitalità di  un’esperienza culturale. La poesia del Pascoli suggella una lunghissima tradizione,  si qualifica ancora oggi come un monumento  insigne della nostra letteratura. Ma  ha cessato di promuovere degli interessi  attuali e vitali. Non è un punto di riferimento  né un passaggio obbligato. [...]     Si sorvoli sul fastidio che può suscitare, in tempi un po’ più duri di quelli che 25 dell’Italia post-umbertina, il buonismo pascoliano, quell’eterno e irritante piagnisteo di poeta che canta e predica il bene senza mai cessare di ricordare il male di cui è stato vittima. Lo si consideri un accessorio. Fare gli spiriti forti, in certi casi, non è molto di buon gusto. Più importante è che la società in cui è prosperata nel     nostro paese la fortuna del Pascoli, la piccola borghesia dalle passioni 30 fin-de siècle intime e tremebonde e dalla lacrima facile, dai solidi nodi famigliari più forti e tenaci di qualunque altro ideale o bandiera, la piccola borghesia dei mezzi sogni, delle dame acculturate e ispirate, dei burocrati del neo-Stato unitario non incapaci di esaltarsi e di fremere davanti agli eroi dell’ non meno che sui caduti  Iliade     di Adua, si è trasformata lungo l’arco del secolo fino a rendersi letteralmente  35 1 riconoscibile: una classe integralista – il ceto medio – dalle idee chiare e dai denti  di lupo, non più frustrata né vulnerabile, che si è conquistata ormai il diritto di  governarsi e di governare. Nel frattempo, nello spazio di un secolo è uscita di  scena l’Italia rurale, come la chiamavano i fascisti, o l’Italia georgica, per dirla coi      professori, insomma la civiltà contadina, per dirla con Pier Paolo Pasolini. È come  40 dire che non esiste più, della poesia pascoliana, neppure il referente. Cesare Garboli, , in Giovanni Pascoli, , I, Mondadori, Milano 2002 Al lettore Poesie e prosce scelte città dell’Etiopia. Nella battaglia di Adua (1896) il sovrano etiope Menelik II inflisse una dura sconfitta alle truppe italiane d’invasione; l’evento segnò la fine politica di Crispi. 1 Adua:  >> pagina 469 COMPRENSIONE E INTERPRETAZIONE 1 Che cosa afferma Garboli a proposito dell’odierna ricezione della poesia latina di Pascoli? 2 In quale luogo oggi continua la fortuna di Pascoli? perché, secondo Garboli? 3 Quali sono le ragioni dell’inattualità della poesia pascoliana nell’attuale contesto storico-sociale? 4 Che cosa significa che non esiste più, della poesia pascoliana, neppure il referente (r. 77)? RIFLESSIONI E COMMENTO Sviluppa una delle seguenti tracce. Cesare Garboli sostiene che Pascoli sia un grande “inattuale”. Condividi la sua visione oppure no? Argomenta il tuo punto di vista in proposito, facendo riferimenti alle poesie pascoliane da te lette. a Scrive a un certo punto Garboli: (rr. 17-18). Sei d’accordo con questa affermazione? Se essa è vera, perché ciò accade? Elabora la tua risposta portando argomenti tratti dalla tua personale esperienza scolastica. b Quel che si legge a scuola lo si dimentica, non appena varcato il portone del vecchio Ginnasio-Liceo con la certezza in tasca della maturità