2 Il dolore personale e universale IN BREVE La poesia di Ungaretti si collega alla consapevolezza del dramma esistenziale dell’uomo  L’influenza leopardiana e alla riflessione sul senso tragico della vita condotta da uno dei poeti da lui più  amati, Giacomo Leopardi. Sospesa tra la vanità degli accadimenti e l’ansia di eterno  che la illumina, la dimensione dell’essere umano è vista in tutta la sua precarietà ,  lacerata dal lutto e oppressa dall’incombere della catastrofe, individuale e collettiva. La precarietà e la morte sono la di tutta l’umanità. condizione dolorosa Non c’è dubbio che all’origine di questa visione della vita vi sia la Dall’“io” al “noi” conoscenza personale della sofferenza . Tuttavia il male del singolo si allarga sempre in Ungaretti a rappresentare metaforicamente una condizione valida per tutti gli uomini: condizione che nasce da un dato storico, ma finisce per trascenderlo. Così accade alle liriche ispirate dalla Grande guerra, che non costituiscono solo un atto di denuncia contro quella tragedia circoscritta, bensì una forma di meditazione che spazia dall’“io” al “noi”, secondo una  prospettiva che ricorda la riflessione cosmica leopardiana. L’esperienza personale del dolore e del lutto trova nella poesia di Ungaretti . espressione universale Il dolore appartiene all’essere umano al di là di ogni contingenza e lo costringe a vedersi  Il compito della poesia così com’è realmente, senza sovrastrutture e abbellimenti, liberandolo da tutto ciò che è  inessenziale e superfluo. Per esprimere questa verità è necessaria la rivelazione della poesia ,  a cui spetta la funzione di comprendere la sofferenza e offrire conforto : «La poesia  », scrive l’autore in un saggio intitolato Dolore e poesia (1956), «è l’atto con il quale  un uomo tende alla purezza, tende a amare, anche se la carne rimane debole, ciò che l’oltrepassa:  l’Umana Perfezione». Dinanzi all’esperienza della guerra,  dentro il caos del mondo, nell’angoscia  che pervade l’individuo soggetto  alla costante minaccia della  morte e del nulla, Ungaretti avvia  così un’indagine conoscitiva che mette  a nudo la coscienza umana. Diciamo  “mette a nudo” perché il poeta  è alla continua ricerca dell’ innocenza  perduta , ovvero di quello stato  originario che permette all’io minacciato  di riconoscersi come «una  docile fibra / dell’universo» ( I fiumi  ▶  T7, p. 146), legato cioè in una sorta  di armonia istintiva con il prossimo  e con il cosmo. La poesia . conforta dalla sofferenza Claggett Wilson, , 1919 ca. Washington, Smithsonian American Art Museum. Danza della morte