T8 San Martino del Carso Il porto sepolto Un paese e il cuore del poeta: entrambi sono devastati, il primo dall’artiglieria,  il secondo dalla pena e dallo sconforto per i compagni perduti. Versi liberi. METRO La distruzione del paesaggio interiore e di quello esteriore  Asset ID: 214 ( )  let-altvoc-san-martino-del-carso-120.mp3 Audiolettura Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916 * Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro       Di tanti 5 che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto Ma nel cuore     nessuna croce manca 10 È il mio cuore il paese più straziato : questa località prende il nome da un gelso che sorgeva in un’area di asperrime battaglie tra l’esercito austro-ungarico e quello italiano. Esso serviva da riferimento altimetrico per le operazioni nei pressi del monte San Michele. * Valloncello dell’Albero Isolato : sono quelle, appunto, del  1 queste case paese di San Martino del Carso. : quasi che il muro  4 brandello di muro sia carne viva. : avevano legami di  6 mi corrispondevano affetto con me. : neppure quei brandelli  8 neppure tanto che invece sopravvivono dei muri. DENTRO IL TESTO I contenuti tematici La lirica è tutta giocata su una tragica corrispondenza:  l’annientamento di un paese  devastato dalla guerra si riflette nel cuore  (v. 9) di Ungaretti, anch’esso dilaniato.  I due piani, quello esterno e quello interiore,  subentrano l’uno all’altro: alla desolazione  del borgo, antropomorfizzato come  un cadavere dalla carne strappata (si veda  l’immagine metaforica del brandello di  muro , v. 4), segue quella del cuore del poeta,  ridotto anch’esso a un cumulo di macerie  e a disadorno luogo del lutto, dove si  custodisce il ricordo dei defunti. Le case e gli uomini Portato in patria come reliquia dai soldati ungheresi e poi dimenticato nei depositi di un museo a Szeged, il gelso “di Ungaretti” è tornato in Italia in occasione di una mostra allestita a San Martino del Carso nel 2013.  >> pagina 152  Le scelte stilistiche Nelle prime due strofe il parallelismo concettuale su cui si basa il testo è ribadito sul piano  formale grazie al ritorno della medesima struttura sintattica, caratterizzata dall’inversione  (prima i complementi, poi i soggetti). Entrambe le quartine si aprono con i partitivi ( Di  queste , v. 1, e Di tanti , v. 5) e presentano la stessa voce verbale ( non è rimasto , vv. 2 e 7),  a precisare il poco che è sopravvissuto delle case e degli uomini. Ma mentre nella prima  strofa il poeta vede ancora qualche resto degli edifici distrutti, nella seconda il massacro  degli uomini non ha lasciato neppure tanto (v. 8); nient’altro che, come si vede poco dopo,  il ricordo. Il blocco costituito dalle ultime due strofe si apre con la congiunzione avversativa Ma  (v. 9), che segna anche un cambiamento di ritmo, oltre che il passaggio dalla dimensione  esterna a quella interna all’io lirico. Subito dopo acquista centralità la parola , prima  cuore usata nell’ambito di un complemento (v. 9), poi come soggetto (v. 11). Le corrispondenze strutturali VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE Il titolo della poesia comunica semplicemente il  1 nome di un paese. Spiega perché, in relazione al  suo contenuto. Qual è il significato dell’analogia presente negli ultimi  2 due versi? ANALIZZARE La lirica è caratterizzata dall’idea dell’assenza e della  3 distruzione: individua tutti i termini e le espressioni  che indicano negatività. Individua le anafore presenti nel componimento. 4 INTERPRETARE Al primo verso della lirica il poeta usa l’aggettivo  5 riferito alle case. Come si spiega a tuo giudizio  queste tale scelta? La parola cuore si ripete due volte nei distici finali:  6 quale significato metaforico assume nei due casi? Educazione CIVICA – Spunti di realtà I drammatici versi di Ungaretti spogliano la guerra di ogni retorica idealizzante, rivelandone la natura di orrenda e inutile carneficina. Eppure ancora oggi la prevede l’ : l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama (n. 1961), che pure fu insignito nel 2009 del premio Nobel per la pace, in più occasioni ha parlato di guerra “giustificata”, non come mezzo di offesa ma come ultima risorsa a difesa dei popoli oppressi e privati dei diritti umani. Al contrario, Gino Strada (1948-2021), chirurgo e fondatore di Emergency, sosteneva che «nella guerra non c’è nulla di umanitario». Carta delle Nazioni Unite uso legittimo della forza militare • Condividi l’opinione di Gino Strada oppure ritieni, come Barack Obama, che alcune condizioni rendano la guerra una soluzione necessaria, per quanto dolorosa? Ragiona sul tema in un testo argomentativo. Barack Obama. Gino Strada.