PALESTRA DI SCRITTURA Natale L'allegria Il poeta gusta l’atmosfera calda e protettiva di uno spazio domestico in occasione  della licenza dal fronte avuta nel dicembre del 1916. Analisi e interpretazione di un TESTO LETTERARIO Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade       Ho tanta 5 stanchezza sulle spalle Lasciatemi così come una     cosa 10 posata in un angolo e dimenticata     Qui 15 non si sente altro che il caldo buono Sto     con le quattro 20 capriole di fumo del focolare : si tratta dei vicoli intricati di Napoli,  15 Qui dove è ambientata la poesia. COMPRENSIONE E ANALISI Fai la parafrasi discorsiva della poesia, trasformandola in un testo in prosa. 1 Come viene rappresentata la realtà cittadina che accoglie l’io lirico? Quale significato veicola l’immagine del   2 gomitolo (v. 3)? Che cosa si intende per (v. 18)? A che cosa questa sensazione si contrappone implicitamente? 3 caldo buono A chi ritieni che sia rivolto l’imperativo (v. 8)? A quale invito sembra rispondere la poesia? 4 Lasciatemi Qual è l’unica azione svolta dall’io lirico? Quale verbo la esprime? 5 Individua tutti gli elementi – tipici di Ungaretti – che a livello metrico, fonico e retorico connotano questo componimento. 6  >> pagina 176  INTERPRETAZIONE E COMMENTO Il poeta chiede di essere lasciato […] (vv. 9-14). L’impressione è che voglia finalmente  come una cosa dimenticata liberarsi dalla tragica e disumana esperienza vissuta nella guerra di trincea. Confronta questa lirica con altri  testi di Ungaretti composti al fronte, soffermandoti sulla sua rappresentazione di quel tragico evento. Quindi,  concentrati sulla ricerca di serenità che emerge in questo testo sviluppando almeno uno dei seguenti spunti: • esprimi a parole tue la condizione psicologica del poeta; • sulla base delle tue letture, rifletti sul motivo della solitudine in letteratura, citando altre occasioni nelle quali hai  riscontrato da parte di chi scrive un bisogno di tregua e di silenzio; • in particolari circostanze, anche tu hai provato o provi l’esigenza di un personale raccoglimento interiore, lontano  dalle inquietudini e dagli affanni dell’esistenza? La bellezza e l’astuzia dell’ Allegria Nel testo critico seguente, lo studioso Nicola Gardini (n. 1965) si sofferma sulle  caratteristiche della raccolta Allegria di naufragi di Ungaretti, mettendone  in luce pregi e difetti. Analisi e interpretazione di un TESTO ARGOMENTATIVO Uscita nel 1919 con il titolo , quindi nel 1931 e in un’edizione Allegria di naufragi definitiva nel 1942, comprende versi composti tra il 1914 e il 1919, cioè L’allegria tutto il periodo della Prima guerra mondiale e in più l’anno che precedette il conflitto e quello immediatamente successivo.       Come gli di Montale, anche questo primo libro di Ungaretti rappresenta un 5 Ossi archetipo del lirismo novecentesco. La sua maniera è stata influentissima, più influente della pur fortunata maniera degli . E ciò è chiaramente dovuto alla sua Ossi maggiore imitabilità. Ancora oggi tra gli aspiranti poeti di scarse letture – complice la scuola – la Poesia, quella con la maiuscola appunto, si identifica con lo stile     dell’Ungaretti esordiente: breve, asciutto, allusivo. Ungaretti ha diffuso con il suo 10 esempio la rassicurante opinione che per fare una buona poesia bastino appena due parole (penso, inutile dirlo, a quella provocazione che è «Mattina» ); che, al 1 poeta, infrangere le leggi della grammatica, abbozzare appena le immagini, risultare incomprensibile o approssimativo non sia solo consentito, ma necessario.     Ma chi legge così , come un prototipo di comoda stringatezza, fraintende 15 L’allegria le sue ragioni profonde, e rovina se stesso e il modello. La scrittura di Ungaretti, certo, ha i suoi vezzi; spesso cade nell’autocompiacimento; forse ha una fiducia eccessiva nella capacità di suggestione del poco che mette sulla pagina. Quella versificazione sincopata, quelle metafore intraducibili («sorsi d’ombra», «germogli     di desiderio», «bara di freschezza» ecc.), quella soppressione della punteggiatura, 20 diciamocelo, hanno fatto il loro tempo; se imitati, sono addirittura brutti ormai, pur continuando ad avere il loro effetto. Il libro ha le sue bellezze e le sue astuzie altrove, nella sua postura mentale prima che linguistica, che coincide con un’audace innovazione, una vera e propria svolta nell’esercizio della poesia: la     pratica del «diario poetico». Non si tratta semplicemente di poesia d’occasione in 25 forma sperimentale. O meglio: il verso tratta sì l’occasione, ma la trasforma in un momento assoluto; per una presunzione quasi religiosa del poeta, il fuggevole e l’atemporale vengono a coincidere. Scrivo oggi di oggi ma la mia scrittura parla da una sorta di sospensione aoristica, come l’epigrafe di una tomba. 2     , di poesia in poesia, come appunto un diario (e davvero molti di questi 30 L’allegria versi furono annotati su foglietti, giorno per giorno, mentre il poeta era in trincea), registra le traversie di un io sofferente, che oscilla tra individuazione e dissoluzione; ovvero tra nascita e morte (anche la morte degli altri, come il compagno massacrato o l’amico arabo suicida); tra storia ed eternità; tra memoria del paese     lasciato, l’Egitto dell’infanzia, che affiora sfuocato e impalpabile in varie liriche, e 35 la condizione della guerra di trincea nell’Italia ritrovata. Da questa alternanza tra positivo e negativo, tramite cui l’io si assicura una tenace, per quanto dinamica, identità, discende l’immaginario duplice del libro. Da una parte, l’individuazione si declina in sogni di palingenesi («Godere un solo / minuto di vita / iniziale», in     «Girovago»; o «Il naufragio concedimi Signore / di quel giovane giorno al primo 40 grido», in «Preghiera», la lirica di chiusura); nel motivo del risveglio; nel culto delle generazioni passate o della famiglia. Dall’altra, il pensiero della dissoluzione genera fantasie notturne, il motivo opposto del sonno o del dormiveglia, il sentimento della più minacciosa provvisorietà («Soldati») o quello di appartenenza     all’immensità dell’universo, che ricorda Leopardi e in effetti proprio da lui deriva. 45 (Nicola Gardini, , Einaudi, Torino 2011) Per una biblioteca indispensabile. Cinquantadue classici della letteratura italiana : celeberrimo componimento ungarettiano ( ). 1 «Mattina» M’illumino / d’immenso : senza un tempo preciso. 2 aoristica  >> pagina 177  COMPRENSIONE E ANALISI L’autore inaugura il proprio testo “accusando” Ungaretti di avere una grave responsabilità letteraria: quale? 1 Quale funzione ha adempiuto, secondo l’autore, la scuola? 2 In che cosa consistono i (r. 17) di Ungaretti? 3 vezzi Perché quella dell’ non può essere considerata una semplice (r. 25)? 4 Allegria poesia d’occasione A che cosa è paragonata la scrittura ungarettiana? Come spieghi questa similitudine? 5 Illustra il carattere ambivalente delle immagini e delle suggestioni che l’autore rintraccia  6 nell’ . Allegria Riassumi il testo di Gardini in circa 5 righe. 7 RIFLESSIONI E COMMENTO L’autore descrive nel brano gli elementi che hanno alimentato la fama di Ungaretti presso un vasto pubblico.   Sei d’accordo con la sua tesi? Argomenta la tua risposta.