T2 Falsetto Ossi di seppia Sullo sfondo di uno scenario marino il poeta osserva con un misto di ironia e ammirazione Esterina, una ragazza, prima distesa al sole e poi nell’atto di tuffarsi in mare da un trampolino. La giovane aderisce alla vita con una gioiosa inconsapevolezza, che Montale non riesce a condividere. Il componimento risale al 1924 e fa parte della sezione Movimenti . 3 strofe polimetriche (la prima di 21 versi, le altre di 14), sigillate da un distico. Ricco e irregolare il tessuto di rime e assonanze. METRO L’ingenuità della gioventù Esterina, i vent’anni ti minacciano, grigiorosea nube che a poco a poco in sé ti chiude. Ciò intendi e non paventi. Sommersa ti vedremo 5 nella fumea che il vento lacera o addensa, violento. Poi dal fiotto di cenere uscirai adusta più che mai, proteso a un’avventura più lontana 10 l’intento viso che assembra l’arciera Diana. Salgono i venti autunni, t’avviluppano andate primavere; ecco per te rintocca 15 un presagio nell’elisie sfere. Un suono non ti renda qual d’incrinata brocca percossa!; io prego sia per te concerto ineffabile 20 di sonagliere. La dubbia dimane non t’impaura. Leggiadra ti distendi sullo scoglio lucente di sale e al sole bruci le membra. 25 Ricordi la lucertola ferma sul masso brullo; te insidia giovinezza, quella il lacciòlo d’erba del fanciullo. L’acqua è la forza che ti tempra, 30 nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi: noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolo come un’ creatura ▶ equorea che la salsedine non intacca ma torna al lito più pura. 35 Hai ben ragione tu! Non turbare di ubbie il sorridente presente. La tua gaiezza impegna già il futuro ed un crollar di spalle dirocca i fortilizî 40 del tuo domani oscuro. T’alzi e t’avanzi sul ponticello esiguo, sopra il gorgo che stride: il tuo profilo s’incide contro uno sfondo di perla. 45 Esiti a sommo del tremulo asse, poi ridi, e come spiccata da un vento t’abbatti fra le braccia del tuo divino amico che t’afferra. Ti guardiamo noi, della razza 50 di chi rimane a terra. TRECCANI ▶ Le parole valgono equoreo L’aggettivo indica qualcosa equoreo che ha a che fare con il mare. Viene dal latino aequoreus , da aequor, -oris , “mare”, “superficie piana”, a sua volta derivato da aequus, “uguale, piano”: tale è infatti, a meno di condizioni meteorologiche avverse, la superficie del mare. L’uso del vocabolo è soprattutto di tipo letterario: «Nell’aprica terra [...] o nell’equoreo seno» (Giacomo Leopardi, ). Trova almeno Alla primavera ▶ due sinonimi dell’aggettivo . equoreo : si tratta di una delle “muse” 1 Esterina di Montale, Esterina Rossi, ventenne conosciuta dal poeta durante un soggiorno estivo a Quarto dei Mille, in Liguria. : ti minacciano incombono su di te. Esterina sta per compiere vent’anni. : te ne rendi conto e non 4 Ciò… paventi ne hai paura. : nuvola di vapori. 6 fumea : la nube grigia che avvolge 8 fiotto di cenere Esterina. : abbronzata, ma letteralmente 9 adusta “bruciata”: i vent’anni sono assimilati a un incendio che riduce in cenere la giovinezza trascorsa. : il futuro. 10 avventura più lontana : il viso concentrato 11-12 l’intento… Diana che ti fa assomigliare ( ) a Diana, assembra dea della caccia ( , perché raffigurata arciera con l’arco); è un termine della assembra tradizione letteraria cortese. : arrivano i tuoi 13 Salgono… autunni vent’anni. Ma secondo altri venti autunni significherebbe “venti autunnali”: l’estate sta finendo, insieme alla giovinezza di Esterina. : ti avvolgono. 14 t’avviluppano : raggiunti i vent’anni, 15-16 ecco… sfere un annuncio risuona in cielo (le sfere elisie sono l’aldilà pagano). : 18-19 qual d’incrinata brocca percossa come quello prodotto da una brocca rotta che venga colpita, cioè un suono stonato, di cattivo augurio. : quel suono sia 20-21 concerto… sonagliere per te un concerto di sonagli indicibile ( ), ineffabile forse nel senso di celestiale, sovrumano. : l’incerto domani 22 La dubbia… impaura non ti spaventa. : la giovinezza ti insidia, 28-29 te… fanciullo come il fanciullo insidia la lucertola con un filo d’erba. 33-34 un’equorea creatura che la salsedine non intacca : una creatura marina ( ) equorea che il sale non consuma, ma purifica (v. verso seguente). : riva. 35 lito : fisime, inutili preoccupazioni. 37 ubbie 38-41 La tua gaiezza impegna… del tuo domani oscuro : la tua felicità è già in grado di orientare il futuro e il tuo scrollare le spalle, con atteggiamento d’indifferenza, fa cadere le resistenze di un domani minaccioso. : il trampolino. 42-43 ponticello esiguo : come se 47 come spiccata da un vento un vento ti spingesse. : il mare. 49 tuo divino amico : che è pertanto condannato 51 chi rimane a terra a osservare la vita da lontano. >> pagina 269 DENTRO IL TESTO I contenuti tematici La minaccia del tempo, che investe la giovinezza, non offusca la tranquillità di Esterina, che vive con pienezza un sorridente presente (v. 37) e allontana le inquietudini con un’indifferente scrollata di spalle. È lei a compiere le uniche azioni descritte nel componimento: dapprima si distende al sole su uno scoglio, sino a diventare quasi un elemento del paesaggio ( un’alga, un ciottolo , v. 32), poi si tuffa in mare ( t’abbatti fra le braccia / del tuo divino amico che t’afferra , vv. 48-49). Diventa così emblema di un’adesione istintiva e non problematica alla natura. Il vitalismo panico fa di Esterina un’ (v. 33) che riecheggia, anche nel equorea creatura lessico che la designa, la donna dell’ dannunziano, capace di instaurare un’ingenua Alcyone e felice sintonia con il sole e il mare, la luce e l’acqua, indifferente ai rovelli del poeta, il quale non può fare altro che osservarla dalla riva, come rimarca il distico finale: Ti guardiamo (vv. 50-51). Il suo atteggiamento nei confronti noi, della razza / di chi rimane a terra di Esterina è ambivalente. Certo egli ne invidia l’inconsapevolezza, che la preserva dalle amarezze: ciò lo porta a sperare per lei un futuro sereno e ad approvarne la condotta ( , vv. 36-37). D’altra parte Hai ben ragione tu! Non turbare / di ubbie il sorridente presente nelle sue parole la stupita ammirazione è impregnata di un’ironia affettuosa. La fusione con il mare, amico che afferra Esterina, non costituisce per lui una tentazione. divino La terra e il mare >> pagina 270 Montale si pone oltre d’Annunzio, rifiutando l’idea di un’adesione immediata e sensuale alla vita. Lo si comprende già dal titolo, che, come quello di altre poesie degli Ossi di seppia ( Corno inglese, Quasi una fantasia, Minstrels ), fa ricorso al lessico musicale. Il “falsetto” è un modo di cantare che fa il verso a un’altra voce: viene evocato per marcare la distanza del poeta dalle atmosfere di Alcyone in cui Esterina è completamente immersa. Nel disegnarne il profilo, Montale tiene presenti due modelli. Da un lato la protagonista – unica figura femminile nominata in modo esplicito negli Ossi di seppia – rimanda al tipo della giovane intatta, dalla grazia misteriosa e inarrivabile, celebrato da Vincenzo Cardarelli in Adolescente ; dall’altro possiamo considerarla una versione estiva dell’audace pattinatrice che in Invernale di Guido Gozzano disegna arabeschi sul ghiaccio scricchiolante, mentre il poeta la osserva incantato dalla riva del lago. Il dialogo con i modelli Le scelte stilistiche L’ironico e parodico gioco di allusioni a d’Annunzio induce Montale a innalzare il registro, proponendo ricercati intrecci fonici e rime preziose, come rintocca : brocca; brullo : fanciullo; stride : s’incide . Compaiono inoltre numerosi termini aulici ( fumea, adusta, assembra, equorea, lito ), riferimenti alla mitologia classica ( l’arciera Diana , v. 12, il presagio che rintocca nell’elisie sfere , v. 16), anfibologie ( Salgono i venti autunni , v. 13), giri sintattici complessi, perifrasi nobilitanti ( ponticello / esiguo , vv. 42-43, e tremulo asse , v. 46, per “trampolino”; gorgo che stride , v. 43, per “onde fragorose”; tuo divino amico che t’afferra , v. 49, per “mare in cui ti immergi”). Lo scabro scenario ligure che connota gli Ossi di seppia non è eliminato, ma si concentra nella seconda strofa, dove accompagna le movenze di Esterina, che – stesa sullo scoglio lucente di sale (v. 24) – viene paragonata prima alla lucertola / ferma sul masso brullo (vv. 26-27) e poi a un’alga, un ciottolo (v. 32). D’Annunzio e la lucertola VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE Fai la parafrasi della poesia. 1 Dove si trova Esterina mentre il poeta la osserva? 2 ANALIZZARE Individua le principali figure di suono presenti nel 3 componimento. Quali elementi del paesaggio rimandano a una visione 4 panica che ricorda d’Annunzio? INTERPRETARE (v. 36), dice Montale a Esterina. 5 Hai ben ragione tu! Spiega in un breve testo a che cosa si riferisce questa esclamazione. Quale funzione ha il mare nel componimento? 6 SCRIVERE PER... RACCONTARE Immagina un dialogo 7 fra Esterina e il poeta, scrivendo 5 battute per ciascuno. Henri Charles Manguin, (particolare), 1906. Mosca, Museo Puškin. Una bagnante