T5 Spesso il male di vivere ho incontrato Ossi di seppia In questo “osso breve” Montale rende esplicita, in forme estremamente sintetiche, la propria concezione di un mondo caratterizzato dal male di vivere , cristallizzato in tre emblemi tratti dalla natura. L’unico rimedio è raggiungere la divina Indifferenza . La poesia risale probabilmente al 1924. 2 quartine di endecasillabi, fatto salvo l’ultimo verso che è un doppio settenario. METRO Lo schema delle rime è ABBA CDDA. Le immagini della sofferenza universale Asset ID: 221 ( ) let-audlet-spesso-il-male-di-vivere360.mp3 Audiolettura Spesso il male di vivere ho incontrato: era il rivo strozzato che gorgoglia, era l’incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. Bene non seppi, fuori del 5 ▶ prodigio che schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. TRECCANI ▶ Le parole valgono prodigio L’etimo della parola, dal latino , prodigium è incerto, anche se alcuni studiosi propendono per il significato originario di “preannuncio”. Il è un evento straordinario, prodigio apparentemente privo di una spiegazione razionale, che può essere interpretato come segnale della volontà divina. Nell’uso comune, è ciò che suscita ammirazione e stupore prodigio perché sorprendente, come per esempio i della scienza. Un è anche una prodigi prodigio persona che possiede doti straordinarie. Sapresti ▶ spiegare il significato dell’espressione «bambino/bambina »? prodigio : prendeva l’aspetto del 2 era… strozzato ruscello che fatica a scorrere, forse per la presenza di un ostacolo o di una strettoia. : l’accartocciarsi 3-4 l’incartocciarsi… riarsa di una foglia per la calura. : stramazzato crollato a terra (al tempo visione certamente più consueta di quanto lo sia oggi). : 5-6 Bene non seppi… la divina Indifferenza non ho conosciuto altro bene, al di fuori del miracolo consentito dalla sospensione delle emozioni. L’ Indifferenza è detta perché nella filosofia stoica divina tale condizione era tipica della divinità, che era ritenuta distaccata dal mondo e dalle sue passioni. : quando ogni oggetto 7-8 nella… meriggio appare ancora più immobile. : in volo in alto nel cielo. 8 alto levato DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Il pessimismo cosmico di Montale è in parte debitore dell’ostinata lucidità con cui Leopardi individua nella natura la radice dell’infelicità umana. La percezione del male di vivere non è un’esperienza riservata al poeta in quanto individuo d’eccezionale sensibilità, ma il riconoscimento di una condizione largamente comune agli esseri umani, che qui viene espressa non tramite concetti astratti, bensì attraverso immagini concrete. Tutti e tre gli esempi proposti nella prima strofa – il ruscello che fatica a scorrere, la foglia arsa dal sole, il cavallo crollato a terra – sono correlativi oggettivi dello stato d’animo del poeta, privo di slancio vitale. Il male Videolezione – Spesso il male di vivere ho incontrato È un destino che non risparmia né le cose né gli esseri viventi. Solo l’ , definita Indifferenza divina e scritta con l’iniziale maiuscola, consente di fronteggiarlo. Montale recupera la concezione dell’esistenza che nell’antichità si definiva “stoica”, ovvero la capacità di dominare i sentimenti, per giungere a un’imperturbabile atarassia. Il prodigio che tale divina Indifferenza prospetta consiste nella possibilità di guardare al mondo, ritratto durante la sonnolenza / del meriggio (vv. 7-8), con un certa distanza emotiva. Correlativi oggettivi di questo atteggiamento, speculari a quelli della prima strofa, sono la statua (v. 7), per natura immobile e insensibile, e la nuvola e il falco (v. 8), entrambi alti nel cielo, lontani dalle passioni che brulicano sulla Terra. Uno stoico distacco >> pagina 279 Le scelte stilistiche Osserviamo più da vicino la semplice ed efficace simmetria su cui si regge il componimento. I tre elementi chiamati a rappresentare il male di vivere si dispongono secondo un evidente crescendo, che va dal regno inanimato del rivo (ma strozzato e gorgoglia lo avvicinano alle creature viventi) al regno vegetale della foglia / riarsa (una condizione di estrema precarietà sottolineata dal fortissimo enjambement ) per giungere al regno animale, al quale appartiene il cavallo stramazzato, che da ultimo si impone al centro della scena e chiude la strofa. Il loro stato di agonizzanti si rifrange sul tessuto fonico, dove prevalgono i suoni aspri: strozzato, gorgoglia, incartocciarsi, riarsa, stramazzato . Le simmetrie Nella seconda strofa l’opposizione tra male e bene assume risvolti spaziali. Al basso risponde infatti l’alto: se i primi tre elementi costringono ad abbassare lo sguardo verso la terra, e veicolano un senso di oppressione e soffocamento, la statua , la nuvola e il falco comportano un progressivo innalzamento della prospettiva, che si schiude su orizzonti più ampi. A ciò corrisponde, sul piano metrico, la scelta di infrangere lo schema della doppia quartina di endecasillabi con un ultimo verso di misura maggiore e privo dell’attesa rima con prodigio , che avrebbe sigillato il componimento nel segno della regolarità (ma si ha una rima interna imperfetta con meriggio ). Dal basso all’alto VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE Fai la parafrasi del componimento. 1 ANALIZZARE Individua le inversioni sintattiche (anastrofi e/o 2 iperbati) presenti nel testo. Nella lirica prevale una sintassi di tipo paratattico 3 o ipotattico? Motiva la tua risposta. Inserisci nella tabella le immagini o i simboli che 4 corrispondono da un lato al e dall’altro male di vivere alla sua assenza. Male di vivere Assenza del male di vivere INTERPRETARE Quale significato assume 5 la statua nella sonnolenza (vv. 7-8)? / del meriggio SCRIVERE PER... ARGOMENTARE Individua tre elementi della realtà odierna che ai 6 tuoi occhi possano rappresentare il , male di vivere spiegando il motivo della tua scelta in un testo argomentativo di circa 30 righe. di Crizio, V secolo a.C. Atene, Museo dell’Acropoli. Efebo