T6 Forse un mattino andando in un’aria di vetro Ossi di seppia Il poeta immagina di voltarsi e riconoscere alle sue spalle. L’incantesimo  il vuoto che consente di scoprire che la realtà come ci appare è un inganno dura  un istante ed è un segreto che non si può comunicare. Il componimento risale  all’estate del 1923 ed è contenuto nella sezione . Ossi di seppia 2 quartine di versi liberi, di misura oscillante tra l’endecasillabo e il doppio settenario, a rime alterne (ipermetra ai vv. 2-4). METRO La rivelazione del nulla Forse un mattino andando in un’aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco.       Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto 5 alberi case colli per l’inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto. : aria tersa, cristallina. 1 aria di vetro : voltandomi indietro. 2 rivolgendomi : la rivelazione del nulla atterrisce  4 un terrore di ubriaco il poeta, che come un ubriaco vede le cose  disintegrarsi. : di colpo riprenderanno  5 s’accamperanno di gitto posto. : perché il poeta, compresa la vanità  7 Ma… tardi di ogni cosa, non potrà più credere alle apparenze. DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Come ha notato Italo Calvino, si distingue dagli altri “ossi brevi” «in quanto Forse un mattino priva di oggetti, di emblemi naturali, priva di un paesaggio determinato, è una poesia d’immaginazione e di pensiero astratti, come raramente in Montale», che per una volta rinuncia a situare l’azione nello scenario ligure. Più consueta è invece l’atmosfera di sospensione e silenzio che propizia il miracolo : la trasparenza dell’aria rende le cose tanto nitide da provocare un effetto d’irrealtà. È, quest’ultimo, un motivo ricorrente nella cultura europea fra Ottocento e Novecento: pensiamo per esempio alle opere di Luigi Pirandello, o alle idee del filosofo Schopenhauer sul mondo fenomenico, precaria illusione equiparata al “velo di Maya” che nasconde l’essenza delle cose. Montale declina il tema in termini originali, che Calvino paragona a quelli di una leggenda dei boscaioli nordamericani riportata da Jorge Luis Borges nella sua Zoologia fantastica : «C’è un animale che si chiama hide-behind e che sta sempre alle tue spalle, ti segue dappertutto, nella foresta, quando vai per legna; ti volti ma per quanto tu sia svelto lo hide-behind è più svelto ancora e si è già spostato dietro di te; non saprai mai com’è fatto ma è sempre lì. […] Potremmo dire che l’uomo di Montale è quello che è riuscito a voltarsi e a vedere com’è fatto lo hide-behind : ed è più spaventoso di qualsiasi animale, è il nulla. […] Capire è tutta questione d’essere veloci, rivolgersi tutt’a un tratto per sorprendere lo hide-behind , è una giravolta su se stessi vertiginosa ed è in quella vertigine la conoscenza». La vertigine del vuoto L’improvvisa scoperta del (vv. 3-4), sottolineata dall’ ,  vuoto dietro / di me enjambement in effetti provoca nel poeta un misto di sgomento e meraviglia, un terrore di ubriaco  (v. 4) sconcertato e dubbioso della realtà di ciò che scopre. Montale – con una soluzione  inconsueta negli Ossi di seppia – proietta la situazione narrativa in un futuro ipotetico, introdotto  dal Forse , e la chiude con una rapidissima sequenza di matrice cinematografica:  come su uno schermo , tornano in un attimo a disporsi alberi case colli (v. 6), con un’accelerazione  esaltata dalla mancanza di punteggiatura. Viene così riallestito l’inganno consueto  (v. 6) della realtà apparente. Un  cinematografico flash  >> pagina 283  Il resta comunque un fatto privato, impossibile da comunicare agli miracolo uomini che  non si voltano (v. 8), moltiplicazione dell’«uomo che se ne va sicuro» di Non chiederci la  ( T3, p. 271). Indifferenti, superficiali, paghi delle loro false certezze, non crederebbero  parola ▶ al poeta, che preferisce tenere per  sé il suo segreto. Dunque, se gli può ancora  capitare di scoprire una verità, non c’è  modo di condividerla: il suo non è il destino  del vate ma piuttosto quello di una moderna  Cassandra, alla quale nessuno presta  ascolto. Una moderna Cassandra A. George Romney, , da un’edizione settecentesca dei drammi di Shakespeare. Cassandra Le scelte stilistiche Come sempre, Montale lavora con particolare  dell’ cura sul versante dei suoni, elaborando  un intreccio raffinato e complesso. Si  noti per esempio il vocalismo della prima  quartina: non tanto la paronomasia tra aria  e arida (vv. 1 e 2), quanto il Forse incipit ,  che stabilisce il tema fonico dominante  e si ripercuote, invertito, nell’ultima parola  del verso, , che a sua volta echeggia  vetro poco dopo in rivolgendomi , vedrò , terrore .  La combinazione delle vocali e e o si  ripresenta nella seconda strofa, in sede di  rima: consueto : segreto , in assonanza con  la prima accoppiata, vetro : dietro . Ritornano  così anche la dentale t e la liquida r ,  sulle quali poggia la trama consonantica  dell’intero componimento, dando luogo a  frequenti allitterazioni. La trama fonica VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE Sintetizza in massimo 4 righe il contenuto informativo  1 del componimento. Qual è il (v. 2) a cui il poeta assiste? 2 miracolo ANALIZZARE Con quali espressioni il poeta rende la rapidità e  3 le emozioni che accompagnano la sua visione? In che modo si allude al carattere ipotetico dell’evento  4 a cui fa riferimento il poeta? Quale funzione svolge l’ ai vv. 3 e 4  5 enjambement nell’evocare l’esperienza del poeta? Quale effetto produce la mancanza della punteggiatura  6 nell’elenco del v. 6, ? alberi case colli INTERPRETARE Come puoi interpretare il termine (v. 2)?  7 miracolo In senso positivo o negativo? perché? Che cos’è, secondo te, l’ (v. 6)? 8 inganno consueto A quali altri componimenti montaliani puoi associare  9 questa poesia? perché? Esponi le tue riflessioni. SCRIVERE PER... ESPORRE Hai mai visto un film o una serie tv in cui la realtà  10 sensibile è un che nasconde la verità dietro  inganno le apparenze? Descrivine la trama in un testo  espositivo di circa 30 righe.