T7 Cigola la carrucola del pozzo Ossi di seppia In questa poesia, inclusa nella sezione , Montale introduce la dimensione  Ossi di seppia della memoria, che non consola, anzi reca dolore. Un ricordo affiora  nella mente, come il secchio d’acqua emerge da un pozzo profondo. Ma non  è possibile sfuggire all’azione devastatrice del tempo e recuperare la distanza  che separa dal passato. 9 endecasillabi, con rime irregolari (restano irrelati il v. 1 e il v. 5). Il v. 7 è spezzato, diviso  METRO in due emistichi. La labilità del ricordo Cigola la carrucola del pozzo, l’acqua sale alla luce e vi si fonde. Trema un ricordo nel ricolmo secchio, nel puro cerchio un’immagine ride.       Accosto il volto a labbri: 5 ▶  evanescenti si deforma il passato, si fa vecchio, appartiene ad un altro...                                               Ah che già stride la ruota, ti ridona all’atro fondo, visione, una distanza ci divide. TRECCANI ▶ Le parole valgono evanescente Dal latino (“dileguarsi”, evanescere “svanire”), a sua volta derivato di vanus (“vuoto”), l’aggettivo si riferisce evanescente a qualcosa o a qualcuno che va svanendo, che si affievolisce, che scompare a poco a poco.  È frequente in usi estensivi e figurati a proposito di oggetti o figure che appaiono in forma vaga, indistinta, con un colore sfumato o un suono tenue. Indica per ciascuna di queste ▶ espressioni un sinonimo di : «un evanescente suono »; «una luce »; evanescente evanescente «un paesaggio dai contorni »; «una evanescenti fanciulla dalla figura ». evanescente : strumento che si avvale di un  1 carrucola meccanismo formato da un disco con una  scanalatura sulla quale scorre la catena a  cui è agganciato un secchio. : la superficie dell’acqua, salendo,  2 vi si fonde è investita dalla luce. : perché il ricordo è precario, e  3 Trema perché l’acqua sussulta per i movimenti  del secchio. : del secchio. : riflette,  4 cerchio ride nell’immaginazione del poeta, un volto  sorridente. : a un altro che  7 appartiene ad un altro si è disperso nel tempo. : la carrucola torna  7-8 già stride la ruota a cigolare: il secchio scende. : ti riporta al  Il poeta si rivolge all’immagine intravista  8 ti ridona all’atro fondo buio ( ) fondo. si riferisce al successivo  atro Ti visione, che ha valore vocativo. per un attimo. : quella reale del pozzo  9 una distanza e quella metaforica frapposta dal tempo  passato. DENTRO IL TESTO I contenuti tematici La poesia si basa sul legame simbolico che associa la memoria al pozzo, e il ricordo al  secchio pieno d’acqua che vi attinge. Pensare di sottrarsi al «male di vivere» volgendo lo  sguardo indietro si rivela un’illusione, espressa tramite un correlativo oggettivo. Nel puro  cerchio (v. 4) del secchio appare l’immagine sorridente e tremula della persona amata,  che però svanisce in un istante e ci fa scoprire diversi, estranei a noi stessi: si deforma  il passato, si fa vecchio, / appartiene ad un altro (vv. 6-7). All’iniziale movimento di risalita  corrisponde la fulminea discesa del secchio ( Ah che già stride / la ruota , vv. 7-8), sulla  quale la lirica si conclude. Nel pozzo della memoria Montale costruisce un racconto lineare, scandito dai movimenti verticali della catena, che  innescano complessi significati simbolici. Il componimento ruota intorno al v. 5, che separa  la quartina della speranza (vv. 1-4), in cui il secchio sale, dalla quartina del disingan no (vv. 6-9), in cui il secchio scende. In entrambe appare in primo piano l’oggetto (il secchio),  mentre non si fa menzione di presenza umana. Quale forza spinge in alto e in basso  la catena a cui è agganciato il secchio? Il suo moto pare indipendente dalla volontà del  poeta, che si affaccia soltanto nel punto di snodo, per tentare un approccio con il volto  caro riemerso dal buio: Accosto il volto a evanescenti labbri (v. 5). Ma la comunione risulta  impossibile a causa dello scorrere irrimediabile del tempo, che rende irrecuperabile il  passato. Il secchio torna a immergersi nel pozzo. L’illusione del passato  >> pagina 285  La scena, tutta giocata sul contrasto fra luce e ombra, chiama in causa fondamentali archetipi  della cultura occidentale. Alcuni critici si sono spinti a rammentare il mito di Narciso,  che accosta le labbra al proprio volto rispecchiato sulla superficie di uno stagno. Ma  ancora più calzante appare il riferimento alla tragica vicenda di Orfeo che, nel momento in  cui si volge indietro per guardare Euridice, immediatamente la vede svanire nelle tenebre. Non mancano però neppure i riferimenti all’onnipresente d’Annunzio, troppo scoperti  per essere casuali, ma qui non al d’Annunzio di Alcyone , bensì a quello del : «Odo  Notturno stridere la carrucola del pozzo. Il passato mi piomba addosso col rombo delle valanghe». I richiami al mito classico e a d’Annunzio Le scelte stilistiche Il componimento presenta una trama fonica elaboratissima. In apertura le due parole  sdrucciole dal suono stridulo ( cigola e carrucola ) suggeriscono in modo efficace lo sforzo  con cui il secchio risale dal pozzo e il ricordo dalle profondità della memoria. Proseguendo  nella lettura si osserva il parallelismo sintattico che regola i primi quattro versi,  equamente spartiti in due periodi, a loro volta divisi a metà dalla virgola che separa due  coordinate. Nel secondo caso, ai vv. 3-4, il periodo si ordina in un chiasmo perfetto, poiché  la seconda frase inverte la sequenza verbo + soggetto + complemento di luogo della  prima: Trema un ricordo nel ricolmo secchio, / nel puro cerchio un’immagine ride; va  notata inoltre la paronomasia ricordo : ricolmo . Tra secchio e cerchio si ha infine una rima  interna imperfetta. Anche la seconda parte del componimento è suddivisa dal punto di vista sintattico  esattamente in due parti. Il verso “a gradino” separa infatti due periodi delle medesime  dimensioni, evidenziando la distanza percepita dal poeta rispetto al proprio ricordo. La  rima stride : divide riprende la precedente ride , impostando un anticlimax che accompagna  il precipitare del passato nell’oblio. Un rigoroso parallelismo VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE Chiarisci il significato dei vv. 3-4. 1 Che cosa significa l’espressione 2 evanescenti labbri  (v. 5)? ANALIZZARE L’espressione ha una valenza  3 Cigola la carrucola onomatopeica. Perché? Individua i verbi presenti nel componimento e precisane  4 il senso e le funzioni. INTERPRETARE Quale significato simbolico riveste il pozzo? 5 Fino a che punto si può ritenere calzante il riferimento  6 al mito di Orfeo? In quale rapporto stanno oggetti e figure umane? 7 SCRIVERE PER... ARGOMENTARE 8 Si deforma il passato, si fa vecchio, / appartiene  … (vv. 6-7). Il tempo trascorso modifica  ad un altro i ricordi? Basandoti sulle tue esperienze personali,  proponi delle riflessioni in un testo argomentativo  di circa 30 righe. DIBATTITO IN CLASSE Quale ruolo e funzione vengono attribuite dal poeta  9 alla memoria? Con quali altri testi che conosci  puoi confrontare questa poesia? Discutine con i  compagni.