CONSONANZE CONTEMPORANEE Patrizia Valduga IL CUORE SANGUINA, SI PERDE IL CUORE La scomparsa di un genitore, anche se molto anziano, è sempre un’esperienza straziante. Se Montale piange la madre, in questa breve poesia Patrizia Valduga (n. 1953) compone una sorta di lamento funebre per il padre: essa è inserita infatti in una raccolta intitolata , scritta dopo la sua morte. Requiem La poetessa tratteggia un particolare tipo di pianto: lente e silenziose, le lacrime scorrono dentro di noi; non sono fatte di acqua, ma di sangue, di “anima”. Mentre scendono una dopo l’altra, si perde qualcosa di noi: esse possono esprimere solo in parte il tremendo dolore di una perdita irreparabile. Il cuore sanguina, si perde il cuore goccia a goccia, si piange interiormente, goccia a goccia, così, senza rumore, e lentamente, tanto lentamente, si perde goccia a goccia tutto il cuore e il pianto resta qui, dentro la mente, non si piange dagli occhi, il pianto vero è invisibile, qui, dentro il pensiero. (Patrizia Valduga, , Marsilio, Venezia 1994) Requiem PER DISCUTERNE Come funziona il pianto? Di che cosa sono composte le lacrime? Nella società del passato il pianto possedeva particolari funzioni culturali? Gli antichi piangevano per gli stessi motivi e nello stesso modo dei moderni? Come viene interpretato nel contesto in cui vivi l’atto di piangere? Approfondisci il tema del pianto, soffermandoti sulle sue implicazioni fisiologiche e storico-culturali, poi confrontati con i compagni. Caravaggio, , 1604-1606. Parigi, Museo del Louvre. Morte della Vergine