Nel 1614 un certo Alonso Fernández de Avellaneda pubblica una continuazione non autorizzata del Don Chisciotte, a cui Cervantes risponde dando alle stampe la sua seconda parte, che esce nel 1615.
LA TRAMA
Il protagonista è Alonso Quijano, un piccolo proprietario terriero di mezza età, senza soldi e appassionato di romanzi cavallereschi, di cui sogna di rivivere le avventure. Ne legge talmente tanti da confondere la realtà con il mondo romanzesco. Diventa folle e decide di farsi cavaliere con il nome di don Chisciotte della Mancia.
Sceglie come dama una contadina sua vicina, che chiama “Dulcinea del Toboso” e nomina come suo scudiero il contadino Sancho Panza. Infine parte in cerca di avventure sul vecchio e malandatocavallo Ronzinante.
Don Chisciotte affronta una serie di avventure – si scontra con nemici immaginari e scambia osterie per castelli e mulini a vento per giganti – che terminano con una serie di fallimenti. Finché alla fine un suo amico riesce, con l’inganno, a farlo tornare al suo paese.
Rientrato a casa, don Chisciotte si ammala. Ma, dopo sei giorni di febbre, ritrova improvvisamente la ragione: rinnega gli ideali cavallereschi, si confessa, fa testamento e muore.
Il nome Ronzinante viene da “ronzino”, che vuol dire cavallo piccolo, magro e di poco valore.
IL CONTESTO E I PERSONAGGI
Il contesto descritto nell’opera è quello della Spagna di fine Cinquecento. Cervantes racconta di una società arretrata, con una nobiltà orgogliosa, ma legata al passato e incapace di rinnovarsi. In questa Spagna, che mostra già i segni della decadenza, si muovono don Chisciotte e Sancho Panza.
Don Chisciotte: folle, sognatore, destinato al fallimento, il suo personaggio è una parodia degli eroi cavallereschi. Ai suoi occhi anche la realtà più misera e banale diventa uno “scenario incantato”. Alla fine però la realtà si rivela per quello che è, e don Chisciotte va incontro a un nuovo fallimento.
parodia, imitazione ironica.