La ferocia delle pene, dice infatti Beccaria, abitua la società alla violenza, facendo aumentare i delitti.
Le pene non devono essere una vendetta che lo Stato si prende su chi ha commesso un reato, ma devono servire a impedire che il condannato faccia altri danni e a dissuadere gli altri cittadini dal commettere reati.
Le pene quindi devono servire soprattutto a prevenire i delitti. E per ottenere questo scopo le pene non devono essere crudeli, ma certe.
Il pensiero di Cesare Beccaria contiene dei principi di civiltà che ancora oggi non sono scontati, ma che sono riconosciuti universalmente come diritti dell’uomo (vedi Pagine di realtà, p. 96).
Dei delitti e delle pene è ancora oggi un testo di grande modernità.

dissuadere, convincere qualcuno a non fare qualcosa.

Contro la pena capitale

di Cesare Beccaria, adattamento da Dei delitti e delle pene

Illegittimità e inutilità della vendetta di Stato

28. Della pena di morte
L’esempio dei secoli passati ci insegna che la pena di morte non ha mai impedito agli uomini di offendere la società. E se l’esempio non basta, è sufficiente osservare l’animo umano.
Non è l’intensità della pena che fa maggior effetto sull’animo umano, ma la durata. Il freno più forte contro i delitti non è lo spettacolo terribile ma passeggero della morte di uno scellerato. Il freno più forte contro i delitti è vedere un uomo privato per sempre della sua libertà che, diventato bestia da lavoro, ricompensa con le sue fatiche la società che ha offeso.

pena capitale, condanna a morte
ricompensa con le sue fatiche, riferimento ai lavori forzati