Ma le idee trasmesse dalla Rivoluzione francese sono ormai molto diffuse tra gli intellettuali e i borghesi, in particolare fra i giovani. Nascono così organizzazioni segrete, come la Massoneria e la Carboneria, che operano per diffondere i princìpi rivoluzionari di uguaglianza e libertà.
In tutta Europa scoppiano quindi delle rivolte: i moti insurrezionali del 1820 e del 1830, che mirano a ottenere l’introduzione di regimi costituzionali e riforme liberali.
Il Risorgimento italiano
In Italia, che è ancora in parte sotto la dominazione straniera, le insurrezioni non sono solo contro l’autoritarismo dei governi ma soprattutto per l’indipendenza e l’unificazione nazionale.
I moti del 1820 e del 1830 vengono repressi.
Ma la coscienza nazionale – cioè la consapevolezza degli italiani di appartenere a un’unica nazione e la volontà di vederla unita – si sta diffondendo.
Nel 1848 scoppiano nuovi moti, che coinvolgono varie città d’Italia da Palermo a Venezia e Milano.
Il regno di Sardegna guida la Prima guerra d’indipendenza per sottrarre all’Austria il Nord Italia.
L’Unità d’Italia si realizza nel 1861 con l’impresa dei Mille e si completa con la terza guerra d’indipendenza del 1866 e la presa di Roma del 1870.
La parola “Risorgimento” indica la rinascita della coscienza nazionale e il movimento culturale e politico che promuove l’Unità d’Italia.
La Rivoluzione industriale
Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, grazie a importanti innovazioni tecnologiche, si realizza la Rivoluzione industriale.
Cambia il modo di produrre le merci, si passa dalla lavorazione artigianale alla produzione in fabbrica, dove vengono utilizzate nuove macchine per svolgere il lavoro e soprattutto viene impiegata una nuova energia, quella del vapore e del carbone.